OiLibya Rally Marocco, IV Tappa. Strepitoso Coma (KTM) e 2° successo di Al-Attyah (Mini)

OiLibya Rally Marocco, IV Tappa. Strepitoso Coma (KTM) e 2° successo di Al-Attyah (Mini)
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Podio totalmente KTM con Coma, che vince la tappa e torna al comando, Sunderland e Price. Confronto aperto e senza “scosse” tra le Mini di Al-Attyah e Terranova. Domani la tappa più lunga del Rally | <i>P. Batini, Marocco</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 ottobre 2014

Zagora - Una tappa semplicemente sontuosa, tra valli dorate e falesie minacciose che incastonano il mare delle dune dell’Erg Cheggaga. Un “anello” che inizia a Zagora, non lontano dalla frontiera algerina, e che si chiude dopo una speciale lunga, 276 chilometri, senza alcun dubbio “compliquée”, che è un modo che usano i Piloti per fare dell’ironia sull’importanza dell’impegno.

Moto: non poteva esserci compleanno migliore per Coma

Strani casi della vita. Ieri, lo scenario della 3° Tappa del OiLibya Rally del Marocco evocava un giorno triste per Marc Coma. Nel 2012, infatti, proprio su quelle piste Marc cadde procurandosi una lesione che lo avrebbe costretto, più tardi, a rinunciare alla sfida della Dakar. Oggi, 7 ottobre, un giorno dopo quello sfortunato anniversario, sulla scena di Tagounite, 75 chilometri a Sud di Zagora, Marc Coma festeggia il suo 38° compleanno in uno stato d’animo completamente diverso. Il fuoriclasse catalano vince la 4a tappa del Rally, balza al comando della classifica generale, e inizia a festeggiare, in tutti i sensi. 

 

È normale che un Campione si proponga, e ci riesca, di celebrare con una vittoria, e nessuno più del Catalano può realizzare l’intento senza troppa difficoltà. Meno consueto è, invece, che la Squadra si inventi un festeggiamento particolare per il suo Super Campione. O magari è solo un caso. Sta di fatto che il podio è completamente KTM. Marc al primo posto, normale, Sam Sunderland al secondo posto, e anche questo “ci sta”, poiché l’inglese vive a Dubai e le dune le vede dalla finestra, e terzo è, invece, Toby Price, il gigantesco australiano, neo-acquisto di KTM, che esce per la prima volta “allo scoperto”. Il ventisettenne del Galles del Sud, quattro volte vincitore dell’AORC australiano e al debutto in Africa, conquista così il primo podio nel Rally-Raid, e si conferma mossa “azzeccata” per il futuro del KTM Factory Rally Team.

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Questa volta non c'è stato nulla da fare per la Honda di Barreda. La vittoria è andata alla KTM di Coma


Niente da fare, ma era prevedibile, per Joan Barreda e Paulo Gonçalves. Partiti per primi in speciale, i due Piloti Honda concludono al quarto e quinto posto in posizioni invertite. Nulla di strano, insomma, anche se il risultato al traguardo di Zagora apre la porta ad un finale ancor più… incerto. Coma, infatti, è passato al comando, e Gonçalves in ogni caso vede diventare sempre più evanescente ogni giorno che passa la possibilità di difendere vittoriosamente il Titolo Mondiale conquistato proprio in Marocco l’anno scorso. In altre parole, Marc si fa una passeggiata fino a Marrakech ed è Campione del Mondo. Decide di attaccare, e “rischia” di vincere anche il Rally. Al contrario Paulo vorrà almeno chiudere in bellezza la stagione, e sa che solo un errore dell’avversario può rimetterlo in gioco per il Mondiale. Proprio il confronto diretto tra i due Campioni, però, è la variabile più delicata. Sempre lucidi nell’intravedere la strategia più opportuna prima della tappa, durante la Speciale basta un niente perché il “prurito” della competizione mandi all’aria i piani dei più freddi campioni. Certo, tra i due, Coma è nelle condizioni migliori per scegliere e comportarsi “ragionevolmente”.

Ormai fuori dal “vivo” dello spettacolo, Roma e Perin sono concentrati sul lavoro di validazione della macchina della Dakar

Auto: il Principe è in testa

Nonostante il timore che il duello tra le Mini di Al-Attyah e Terranova potesse degenerare fino alle sportellate, oggi il confronto tra i due Assi è rientrato nei binari della perfetta sportività esaltata dalla magnificenza dell’attraversamento dell’Erg Cheggaga. Come era nelle previsioni Al-Attyah ha vinto la tappa, la seconda selle quattro sin qui disputate, e non ha avuto bisogno di insistere con il clacson per superare l’avversario. Al Attyah in testa, adesso la gara si decide tra i due piloti ufficiali Mini All4 Racing, e non c’è una visione così chiara ad indicare chi, in questo momento, sia maggiormente favorito. Indubbiamente, però, i tre minuti e mezzo di vantaggio del Principe del Qatar sul Pilota argentino sono una bella dote, ma anche soltanto il cambio di una gomma bucata si può mangiare questo e ben altro tempo.

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La carovana si prepara per la penultima tappa, con prevede una speciale di 312 km!

 

Certo è, ecco la brutta notizia, che nella corsa per il successo finale esce di scena Giniel Devilliers. Il sudafricano, sino alla terza tappa… terzo incomodo, ha avuto un problema al servo sterzo della Toyota Hilux ufficiale, ed è già una fortuna che l’equipaggio sia riuscito a concludere la Speciale al 15° posto. Sceso al 5° posto della Generale, Devilliers lascia il posto a belga Bernhard Ten-Brinke, che in coppia con Tom Colsoul e anch’esso alla guida di una Toyota, è l’autore di una gara sin qui molto regolare e senza sbavature. Senza gloria e senza infamia la tappa di Nani Roma e Michel Perin, quarti alle spalle della Toyota dei sorprendenti Lucio Alvarez e Rolando Graue. Ormai fuori dal “vivo” dello spettacolo, Roma e Perin sono concentrati sul lavoro di validazione della macchina della Dakar.


Programma. La quinta tappa, penultima del Rally, chiude geograficamente il grande anello del OiLibya del Marocco, riportando la carovana a Marrakech con la tappa più lunga della corsa, ben 512 chilometri. Lunghissima anche la Prova Speciale, 302 chilometri, che sale e si ferma non lontano da Ouarzazate. Da qui gli equipaggi partiranno per affrontare i 170 chilometri finali fino a Marrakech in trasferimento. La Prova non è sulla carta difficilissima, ma la navigazione come sempre “appuntita” e i numerosi cambi di terreno previsti la lasciano in realtà aperta ad ogni tipo di soluzione finale.


Immagini Antonio Ammiragli e Paola Picone, ApPhotosport

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