Referendum di Mirafiori - i sì e i no

Referendum di Mirafiori - i sì e i no
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Il 13 e 14 gennaio 2011 si decide il futuro dello stabilimento piemontese. E non solo
11 gennaio 2011
Il 13 e 14 gennaio 2011 è un grande giorno per la Fiat, per i suoi operai, ma più in generale per l'Italia.

Con il referendum di Mirafiori, di cui si fa un grande parlare in questi giorni, gli operai della Fiat sono chiamati ad esprimere il loro voto relativamente alla proposta fatta da Fiat di produrre una nuova berlina ed un SUV con marchi Alfa Romeo e Jeep a fronte di un nuovo contratto di lavoro.

Un punto, quest'ultimo, estremamente delicato perchè attorno ad un fatidico sì, che vorrebbe dire il proseguimento del progetto Fabbrica Italia oltre che l'attuazione del Piano Strategico 2010-2014, ruotano anche una serie di novità contrattuali che alcune sigle sindacali si rifiutano di accettare.

IL PARERE DELLA UILM
"La nuova società - afferma Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - applicherà un contratto collettivo ad hoc che farà riferimento al contratto collettivo dei metalmeccanici con eccezioni relative a quanto previsto dall'intesa sottoscritta, cioè straordinari, pause, assenteismo, clausola di responsabilità e organizzazione del lavoro".

"Si partirà con 10 turni - aggiunge il sindacalista - con la possibilità di salire fino ad un massimo di 17 turni in caso di aumento della produzione e l'accordo prevede 120 ore di straordinario. Inoltre, durante il turno si usufruiranno di tre pause da dieci minuti ciascuna, la pausa mensa resterà collocata all'interno del turno ed in caso di passaggio a 15, o 17 turni ci sarà la verifica sulla possibilità di spostarla a fine turno. Il regime della malattia non muterà se il tasso di assenteismo tornerà ai livelli compatibili della media nazionale del 3,5%."

IL PARERE DI EMMA MARCEGAGLIA
"Le aziende sono libere di decidere dove investire - ha puntualizzato il Presidente di Confindustria -, noi non attraiamo investimenti esteri ed anche le imprese italiane investono poco per i problemi dell'Italia, che vanno dalle relazioni industriali alle infrastrutture e alle altre questioni strutturali."

IL PARERE DI LANDINI
"L'accordo di Mirafiori - parla il segretario generale della FIOM - non lo firmeremo, qualsiasi sia l'esito del referendum" per i contenuti e perché è anche contro le norme statutarie di Fiom e Cgil". Landini, fra le iniziative messe in campo dalla Fiom, ha annunciato "una raccolta di firme nei luoghi di lavoro e nel Paese per dire che non è accettabile quello che sta accadendo in Fiat dove si violano diritti e Costituzione."

BENE NAZIONALE
Nel caso in cui il referendum faccia registrare un esito negativo, Fiat si riserverà il diritto di spendere il miliardo di euro - che si affianca ai 700 milioni spesi per Pomigliano - altrove nel mondo, con grossi danni per l'economia nazionale. Si spera, ovviamente, che questo non accada anche se ci auguriamo che venga trovato un giusto compromesso tra le necessità dell'azienda.
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