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Oltre 100 automobilisti multati sull’A7 per aver filmato un incidente con lo smartphone. È accaduto il 5 giugno 2025 in Francia, e la vicenda solleva dubbi anche in Italia. È davvero vietato riprendere un sinistro stradale? E quali sono i rischi legali?
Tutto è cominciato all’alba del 5 giugno sull’A7, nei pressi di La Roche-de-Glun, quando un tir si è ribaltato dopo che il conducente si sarebbe addormentato al volante. Per fortuna, solo ferite lievi per l’autista, uscito da solo dal mezzo. Le operazioni di recupero, durate ore e condotte con gru specializzate, hanno attirato l’attenzione degli automobilisti di passaggio.
Molti si sono lasciati prendere dalla curiosità, rallentando per scattare foto o girare video col telefono in mano mentre guidavano. Risultato? 109 automobilisti verbalizzati dalla gendarmeria senza essere fermati. Le sanzioni arriveranno direttamente a casa. In Francia, come in Italia, l’uso del telefono alla guida è vietato, anche se si filma un incidente. Secondo il Codice della Strada francese (art. R.412-6-1), tenere in mano lo smartphone comporta una multa da 135 euro (ridotta a 90 euro se pagata entro 15 giorni), la perdita di 3 punti e, nei casi più gravi, la sospensione della patente fino a 3 anni. In Italia il nuovo Codice della Strada ha aumentato le sanzioni che vanno da 250 a 1.000 euro e 5 punti sulla patente o addirittura la sospensione della stessa per 15 giorni.
Ma qui nasce il punto controverso: non è detto che chi riceve la multa fosse alla guida. In Francia (anche in Italia) è possibile contestare, dichiarando di non essere il conducente. Tuttavia, se la contestazione viene respinta, la sanzione può salire a 375 euro o addirittura a 750.
Non cancella il divieto di usare il telefono alla guida l'uso giustificato o presunto per scopi giornalistici: l’infrazione resta. La sicurezza stradale viene prima di tutto.
A parte le multe per l'uso del cellulare al volante, la pubblicazione di foto e video sui mezzi digitali che rendano riconoscibili le persone coinvolte o i loro veicoli possono ledere la privacy e di conseguenza sanzionati dietro querela di parte. Se si utilizza questo materiale, bisogna avere l'accortezza di cancellare targhe e volti ed elementi del video che possano far risalire alle identità di chi è coinvolto. In casi come questi la legge non ammette che si possano divulgare immagini che ledano i diritti personali invocando il "diritto di cronaca" per evitare di sconfinare nella diffamazione o andando a ledere il diritto all’oblio, cioè ad essere dimenticati. Una situazione di questo tipo può avvenire frequentemente sui social network, attraverso i quali le informazioni girano velocemente. Quindi dobbiamo prestare attenzione a tutto ciò che scriviamo pubblicamente, riferito ad altri. Il diritto di cronaca è legittimato solo se i fatti sono veri, di interesse pubblico e se sono esposti in forma civile e corretta (Cass. 9 giugno 1998, n. 5658).