Stellantis cambia rotta sull’elettrico: stop a tre maxi accordi per le batterie

Stellantis cambia rotta sull’elettrico: stop a tre maxi accordi per le batterie
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Il nuovo CEO Antonio Filosa rivede la strategia dell’elettrificazione: in pochi giorni Stellantis annulla tre contratti miliardari con fornitori di nickel, grafite e cobalto
11 novembre 2025

Una svolta improvvisa ma non del tutto inattesa: Stellantis ha deciso di rescindere tre maxi accordi legati alla fornitura di materiali per le batterie elettriche, segnando di fatto la prima grande mossa strategica dell’era Antonio Filosa. In appena cinque giorni, il colosso italo-franco-americano ha annullato gli accordi con Novonix, Alliance Nickel e Westwater Resources, società coinvolte nella produzione di grafite, nickel e cobalto destinati agli accumulatori dei futuri modelli elettrici.

Le rescissioni arrivano dopo una revisione del piano Dare Forward 2030 ideato da Carlos Tavares, che prevedeva oltre cinque milioni di veicoli elettrici venduti all’anno entro la fine del decennio. Ora la priorità di Filosa sembra essere una riconfigurazione del portafoglio energetico, più prudente e coerente con l’attuale domanda globale.

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Tre contratti cancellati, un segnale forte

  • Il 4 novembre: la australiana Novonix ha annunciato la fine dell’accordo per la fornitura di 86.250 tonnellate di grafite sintetico destinate alla produzione di celle in Nord America. Motivo ufficiale: incompatibilità tecniche.
  • Il 7 novembre: è toccato ad Alliance Nickel, che avrebbe dovuto garantire 170.000 tonnellate di nickel solfato e 12.000 tonnellate di cobalto in cinque anni. Il crollo dei prezzi del nickel ha reso insostenibile l’intesa, nonostante Stellantis detenga l’11,5% del capitale della società australiana.
  • Nello stesso giorno: anche la Westwater Resources statunitense ha visto svanire l’accordo con FCA US, relativo ai materiali anodici in grafite per il suo Kellyton Plant. Tutte decisioni che, nel complesso, riducono l’esposizione di Stellantis su forniture a lungo termine in un mercato in pieno riassetto.

Il nuovo corso di Stellantis: meno idealismo, più pragmatismo

Le mosse di Filosa segnano una fase di riequilibrio industriale. Da un lato, la domanda di auto elettriche (Bev) in Europa e negli Stati Uniti sta rallentando; dall’altro, il possibile ritiro delle politiche green sotto una nuova amministrazione americana ha spinto Stellantis a diversificare. Il gruppo ha già investito 13 miliardi di dollari negli USAin nuovi impianti termici e ibridi, pur continuando a credere nella transizione energetica. La riduzione della dipendenza da materiali come nickel, cobalto e grafite non significa un passo indietro, ma una razionalizzazione dei contratti firmati nell’era Tavares, per proteggere redditività e flessibilità produttiva.

Il futuro piano industriale, atteso entro metà 2026, potrebbe definire nuovi target più realistici per l’elettrico, supportati da partnership strategiche come quella con CATLper la gigafactory in Spagna e con Leapmotor per la diffusione di modelli elettrici in Europa. L’obiettivo è chiaro: non abbandonare l’elettrico, ma governarlo con maggiore prudenza e visione industriale.

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