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In un’intervista rilasciata al quotidiano francese Les Échos, l’ex numero uno del gruppo Stellantis ha tracciato un futuro incerto per l’azienda di Elon Musk, oggi leader mondiale dell’auto elettrica ma sempre più sotto pressione per la concorrenza cinese.
Secondo Tavares, il vero problema di Tesla si chiama BYD: il costruttore cinese ha già superato l’azienda americana nelle vendite globali di veicoli elettrici, e lo ha fatto puntando su un vantaggio competitivo costruito su efficienza produttiva e contenimento dei costi. “BYD sta mangiando il pranzo a Tesla con veicoli più efficienti e convenienti”, ha dichiarato l’ex CEO. “La perdita di valore di Tesla in Borsa sarà colossale, perché la sua valutazione è semplicemente stratosferica”.
Per Tavares, il futuro di Tesla dipenderà in gran parte dalle scelte del suo fondatore: “non possiamo escludere che a un certo punto Elon Musk decida di lasciare l’industria automobilistica per concentrarsi su altri progetti, come i robot umanoidi, SpaceX o l’intelligenza artificiale”, ha affermato. “Elon Musk avrà lasciato il settore auto”.
Il riferimento è alle molteplici iniziative che oggi impegnano il miliardario statunitense, dalla corsa spaziale con SpaceX ai progetti di AI e robotica, passando per il ruolo politico assunto di recente all’interno del Department of Government Efficiency dell’amministrazione Trump. Musk stesso ha ammesso di faticare a conciliare tutti i suoi impegni.
Nonostante le critiche, Tesla continua a registrare risultati economici di rilievo: Mercoledì scorso l’azienda ha superato le aspettative di Wall Street, con ricavi per 28 miliardi di dollari, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente, e un aumento del 33% delle consegne in Cina, il suo secondo mercato più importante. Tuttavia, la quota di mercato cinese di Tesla è crollata dal 16% del 2020 a circa il 5% nel 2025, proprio a causa dell’ascesa di BYD e di altri costruttori locali. Lo stesso Musk aveva riconosciuto già un anno fa: “Le aziende automobilistiche cinesi sono le più competitive al mondo”.
Sul fronte finanziario, il titolo Tesla ha vissuto un anno altalenante: dopo un calo del 39% nei primi mesi del 2025, le azioni hanno recuperato parte del terreno, registrando un +8,6% da inizio anno. Ma il contesto resta complesso. L’azienda ha dovuto affrontare interruzioni nella catena di fornitura dovute ai dazi imposti dall’amministrazione Trump e una flessione della domanda negli Stati Uniti, dove sono stati eliminati gli incentivi fiscali per le auto elettriche.
In questo scenario, Tesla sta cercando di trattenere Musk con una nuova proposta di remunerazione record: un piano decennale da 1.000 miliardi di dollari, che sarà sottoposto al voto degli azionisti il 6 novembre. L’obiettivo? Spingere la capitalizzazione di mercato del gruppo fino a 8.500 miliardi di dollari, cinque volte quella attuale.
Tuttavia, due importanti società di consulenza per gli investitori hanno raccomandato di votare contro il pacchetto, sostenendo che il consiglio di amministrazione goda di troppa libertà nel definire quando e come gli obiettivi vengono raggiunti. La presidente del board, Robyn Denholm, ha difeso la proposta: “Questo piano mira a far crescere Tesla più di qualsiasi altra azienda nella storia. Ogni traguardo operativo dovrà essere validato da un aumento straordinario e sostenuto della capitalizzazione di mercato”.
Le parole di Tavares arrivano in un momento delicato per il marchio di Palo Alto e, dopo oltre un decennio da protagonista assoluta dell’elettrificazione, Tesla si trova a fronteggiare una competizione senza precedenti e a dover ridefinire la propria identità in un mercato sempre più affollato.Resta da capire se Musk deciderà di rilanciare l’azienda con una nuova ondata di innovazione o se, come ipotizza l’ex CEO di Stellantis, sceglierà di guardare altrove. In ogni caso, la sua eventuale uscita dal mondo automotive segnerebbe la fine di un’era – quella in cui Tesla era sinonimo stesso di auto elettrica.