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La holding della famiglia Agnelli, Exor, ha avviato trattative per la cessione di Iveco Group, il colosso italiano della produzione di camion e autobus. Lo riporta in esclusiva Reuters, citando tre fonti vicine al dossier. Tra i possibili acquirenti spicca Tata Motors, il gigante indiano dell’automotive, che avrebbe già avanzato un’offerta. L’eventuale operazione, però, non includerebbe le attività legate alla difesa, oggi oggetto di una separazione già pianificata.
Tata Motors avrebbe avvicinato Exor per rilevare la quota di controllo detenuta nella società torinese. Infatti, Exor possiede il 27,1% del capitale di Iveco, ma grazie a una struttura a voto multiplo esercita il 43,1% dei diritti di voto. Un interesse che, secondo Reuters, non è stato ancora ufficialmente commentato né dalla holding degli Agnelli né da Tata.
Il titolo Iveco ha reagito con forza alla notizia: +8,3% in Borsa a Milano nella giornata di venerdì 18 luglio, dopo un picco intraday del +9,7%. Vista la rilevanza strategica dell’azienda, qualsiasi operazione di M&A sarà soggetta alla normativa del “golden power” del governo italiano, che permette a Palazzo Chigi di intervenire su operazioni che riguardano asset ritenuti critici per l’interesse nazionale.
I sindacati, allarmati dalla prospettiva di una vendita a soggetti extraeuropei, hanno chiesto un incontro urgente con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per chiarire il futuro di Iveco e salvaguardare gli oltre 14.000 posti di lavoro sul territorio italiano (su un totale di 36.000 dipendenti a livello globale).
Il nodo principale che ha spesso frenato eventuali operazioni di acquisizione di Iveco è rappresentato dalla sua divisione IDV (Iveco Defence Vehicles), attiva nel settore della difesa. Tuttavia, la società ha confermato a maggio l’intenzione di scorporare o vendere il ramo difesa entro la fine del 2025, confermando di aver già ricevuto offerte concrete.
Secondo Bloomberg, ci sarebbero tre pretendenti principali: una cordata tra Leonardo e Rheinmetall, KNDS, il produttore franco-tedesco di carri armati e il gruppo armiero Czechoslovak Grou, con valutazioni per IDV che aggirerebbero attorno a 1,9 miliardi di euro.
Inoltre, con una capitalizzazione di circa 4,2 miliardi di euro, Iveco è il più piccolo tra i grandi produttori europei di veicoli industriali, dietro ai colossi Volvo, Daimler Truck e Traton. Questa posizione l’ha spesso resa un potenziale target per operazioni di fusione o acquisizione, anche se le sue attività nel settore difesa hanno finora limitato il campo dei possibili compratori.
Nel 2021, infatti, il governo italiano bloccò la vendita di Iveco al gruppo cinese FAW, ritenendola una minaccia strategica. All’epoca, Iveco era ancora parte del gruppo CNH Industrial, anch’esso controllato da Exor. Solo nel gennaio 2022 Iveco è stata separata e quotata in Borsa come entità autonoma.
L’ingresso di Tata Motors in Iveco rappresenterebbe un evento di forte impatto per il panorama industriale italiano ed europeo. Ma anche una prova delicata per il governo Meloni, chiamato a bilanciare apertura ai capitali esteri e difesa dell’autonomia strategica nazionale.
Sullo sfondo restano molte incognite: la trattativa è ancora in fase preliminare, e altri potenziali acquirenti – extraeuropei – sarebbero in contatto con Exor, secondo le fonti citate da Reuters. Ma una cosa è certa: il futuro di Iveco si gioca su più tavoli, tra mercato, politica e geopolitica.