Walter de Silva: «Le auto non sono belle come in passato? Non è vero, ogni era ha la sua bellezza»

Walter de Silva: «Le auto non sono belle come in passato? Non è vero, ogni era ha la sua bellezza»
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Abbiamo chiesto a Walter de Silva, Direttore del Design del Gruppo Volkswagen cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dell'automobile in termini di stile e bellezza
  • Matteo Valenti
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8 aprile 2014

Milano - In occasione dell'inaugurazione del Fuorisalone, l'ormai celebre evento dedicato al design che va in scena a Milano, abbiamo chiesto a Walter de Silva, Direttore del Deisgn del Gruppo Volkswagen che ha collaborato alla realizzazione di un'installazione esposta all'Università Stata di Milano – cosa dobbiamo aspettarci dal futuro dell'automobile in termini di stile e bellezza. 

 

Avere un pianale modulare innovativo come l'MQB del Gruppo VW, che fornisce uno stesso "scheletro" per la realizzazione di una serie molto diversificata di modelli, quali limiti pone in termini di design?

«Il pianale MQB è una grande opportunità per il Gruppo Volkswagen perché la sua modularità ci permette di vagare ed esplorare nuovi concetti, nuovi prodotti e diversificazioni. I limiti servono per stimolare la creatività. Quando ci si trova davanti un limite si riesce ad essere più creativi, senza limiti non si va da nessuna parte. Del resto è il lavoro di ogni buon progettista trovarsi davanti degli ostacoli e superarli. Se non dovesse riuscirci significa che non è un buon progettista. Noi in casa Volkswagen ci proviamo sempre a scavalcarli».

 

E' vero che ormai gli Italiani, come ha detto Philippe Daverio, legano il concetto di design soltanto a smartphone e televisori?
«Non credo, noi vediamo ormai il design a 360 gradi. A volte l'automobile viene considerata come un male con cui dobbiamo convivere, mentre in realtà l'auto è stata e continua ad essere portatrice di progresso. L'automobile non si ferma mai nell'innovazione e nella ricerca. Sono sicuro che arriveremo a prodotti sempre meglio inseriti nel contesto ambientale».

audi fuorisalone (2)
L'affascinante telaio in fibra di carbonio e alluminio, realizzata nella migliore tradizione Audi Ultra, esposto in un gioco di specchi all'interno dell'installazione di de Silva all Statale di Milano

 

Spesso si dice che le auto contemporanee non riescono ad esprimere una bellezza paragonabile a quella dei leggendari modelli degli anni '30 o '40? Qual è la sua idea a riguardo?

«La bellezza non è un fattore assoluto, esistono tante bellezze, che da sempre hanno scandito la storia dell'uomo. Oggi viviamo un'era dell'automobile che ha la sua bellezza, certamente una bellezza diversa da quella che aveva l'auto di inizio secolo, ma non per questo inferiore. Questa è la naturale evoluzione del mondo, accettiamola, altrimenti continueremo a vivere pensando al passato, mentre l'automobile deve guardare avanti.»

 

Cosa ci dobbiamo aspettare dal futuro del Gruppo VW?
«Continueremo a fare un prodotto globale, pensato per tutto il mondo, ma anche eco-sostenibile ed efficiente. Sarà un prodotto che offrirà sempre di più diverse modalità di utilizzo, andando a sfruttare la l'ibrido, l'elettrico ma anche il tradizionale motore termico. Ci impegneremo sempre di più anche nello sviluppo sempre più integrato della connettività. Ma soprattutto faremo auto con un buon design, un design italiano, perché noi, da questo punto di vista, siamo sempre bravi!»

Faremo soprattutto auto con un buon design, un design italiano, perché noi, da questo punto di vista, siamo sempre bravi!

 

Com'è cambiato il suo lavoro da quando ha iniziato ad occuparsi anche di moto, dopo l'ingresso di Ducati nella famiglia Audi?

«Per la verità mi occupo anche di camion, perché abbiamo Man e Scania. Quello della moto comunque è un mondo completamente diverso e del tutto nuovo per me quindi sto imparando. Le moto, come le auto, sono prodotti che permettono la mobilità, nati per viaggiare e per divertirsi ma non hanno veramente niente da spartire con le automobili.»

audi fuorisalone (13)
Sul retro dell'installazione si trova una sorta di mondo che sembra quasi infinito fatti di schermi 

 

Da italiano come vive l'esperienza in un colosso tedesco? Non preferirebbe lavorare per un'Azienda "nostrana"?

«Siamo l'Azienda automobilistica che investe di più in Italia, l'Italia per il Gruppo Volkswagen è un punto di riferimento importantissimo. Non dimentichiamoci che abbiamo Lamborghini, Ducati e Italdesign, più Italia di così!»

 

Va in moto? Cosa usa?

«Anch'io vado in moto qualche volta, con molta, molta prudenza. Ho una Ducati naturalmente, una Multistrada».


Che cosa significa la vostra installazione per il FuoriSalone?
«Sono contento, perché per una volta si parla di automobili non per la pura estetica ma per il senso dell'architettura. L'installazione - realizzata dall'architetto Caffarelli e da mio figlio Fabio con cui mi sono confrontato – rappresenta molto bene, grazie ad un gioco di specchi, la riproducibilità, un aspetto imprescindibile dal mondo dell'automobile, che realizza prodotti in serie e non “fatti singoli”. L'altra metà dell'installazione invece propone questa sorta di mondo che sembra infinito, dove il divertimento, l'eterogeneo, la guida dell'automobile si fonde con il quotidiano. Abbiamo contrapposto quindi l'idea del progetto con quella del cliente».

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