WRC Italia Sardegna, Day 1. Fulmine Paddon-Hyundai (a ciel sereno).

WRC Italia Sardegna, Day 1. Fulmine Paddon-Hyundai (a ciel sereno).
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Con una partenza lampo, la Hyundai di Hayden Paddon sorprende, “spiazza” e vince. Il risveglio di Latvala e Ogier non è sufficientemente tempestivo. Subito fuori Meeke (sospensione) e Kubica (macchia mediterranea)
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
13 giugno 2015

Alghero - Chissà quanti assalti hanno subìto, nei secoli della marineria mediterranea, le mura della città vecchia, una delle più belle e, storicamente, contese del mare nostrum. E quante volte gli assalitori sono stati respinti dalla fortezza che domina sul golfo e su un quarto del Mare di Nord-Ovest. Bene, seppure simbolicamente, quella resistenza è finita, e Alghero “subisce” e si bea, oggi, di una invasione pacifica ma travolgente, totale. Il Rally Italia Sardegna è entrato dentro le mura, per portarvi la “guerra” del WRC ed imporre la pace euforica di una festa meravigliosa.

 

Generali e luogotenenti “tengono” la Città con piglio autoritario, ma giusto per governare e contenere l’entusiasmo che deborda da lungomare accompagnato dallo scirocco. Anche il vento caldo e umido, che è una manna nelle serate della prima estate sarda, sembra attivato apposta per spazzare la polvere sollevata dal passaggio dei bolidi più a Sud, sulle nuove piste labirintiche del Grighine, o sulla velocissima e scenografica Mont’e Prama tracciata sul promontorio di Cabras, sulla panoramica Monteferru e sulla “comoda” Sagama, a un passo da Alghero.

 

Il “libretto” dell’opera è appassionante, nove speciali tra le sei e trenta e le nove e mezzo di sera, “strappi” secchi e grovigli di notte per i navigatori, allunghi da limitatore, c’è di tutto e di più in un Rally che vuol farla vedere al resto del Mondo come si esalta il WRC. Bravi i “ragazzi” che hanno avuto il coraggio di inventare e confezionare tutto questo! Credete a me, che me ne intendo ;-), organizzare un Rally in Sardegna è già a cose normali un’impresa, figuriamoci quando si spinge sull’acceleratore della fantasia per fare ancora di più. Per questo dico “coraggiosi”.


Lo spettacolo di ritorno offerto dai protagonisti del Mondiale non si fa attendere, e fuoriesce in forma eccellente dalle diverse strategie di gara adottate, o più precisamente dalla capacità di stare sul limite logico che un Rally come l’Italia Sardegna rende incerto e lontano come un orizzonte nella nebbia. Il Rally è difficile, molto difficile, quasi tutti lo sanno e tutti sono stati avvertiti. Andreucci per scherzo vi intravede la Dakar,  ma non sa quanto è vicino all’idea. 400 chilometri di Terra come questa possono ingoiare un’armata di soldatini, se non stanno attenti. L’imperativo è portare avanti la meccanica, con riguardo, per allontanare lo spettro della “scrematura”. Che però è già iniziata.


Il vincitore dell’Argentina, Meeke, per esempio, ha piantato la sua Ds3 sulla prima speciale del giorno, la prima Grighine, Mikkelsen non è andato oltre la quarta Speciale, Al-Attyiah è riuscito a tornare ad Alghero per miracolo e all’ultimo anche Sordo, che era partito assai bene, si è dovuto arrendere alla durezza del percorso. Sempre pronti-via, tra le balle di paglia e la vegetazione, Kubica ha scelto… un muretto e ha lasciato lì la sua Fiesta appena rientrata dal carrozziere. Strano, si direbbe che il polacco, una tecnica e un coraggio irresistibili quando va bene, sia ancora alla ricerca del proprio limite. Invece di avvicinarvisi dalla parte sicura, tuttavia, pare che Kubica abbia intrapreso la ricerca dalla parte sbagliata, quella dove sta il rischio, e che non si decida ancora a tornare indietro.

 

Statistiche a parte, in realtà Kubica ha solo avuto la sfortuna di far coincidere il punto di frenata con una serie di buche che hanno mandando tutto a monte. Peccato, perché in quanto a bravura tanto di capello, e se poi parliamo dello spettacolo che il polacco offre agli appassionati… E allora eccoci al “colpaccio” di Hayden Paddon, altro Pilota piuttosto “ruvido”. Fino a oggi. Il neozelandese coglie tutti di sorpresa e porta un attacco irresistibile al Rally. La sua strategia tende a una certa spavalderia, e contrariamente agli avversari, Paddon scioglie le briglie alla sua i20 sin dal via della tappa e vince le prime tre Speciali.

 

Bravissimo e perfettamente assecondato dalla macchina, Paddon riesce ad andare più di ogni altro vicinissimo a quel limite, e più di ogni altro sembra poterlo “vedere” prima di superarlo. Quello del terzo ufficiale Hyundai va letto come un capolavoro di precisione, che produce un margine, circa venti secondi, che resiste pressoché immutato fino all’ultima speciale, quando arriva una foratura lenta che rimette tutto sul piano della più avvincente incertezza. Potrebbe approfittarne Latvala, il vincitore dell’ultimo Rally del Portogallo, ma anche per il finlandese, che pure ha vinto tre Speciali, il codice indecifrabile dell’Italia Sardegna ha in serbo una bucatura.


Alla fine il margine “dialettico” tra le due teorie tattiche del primo giorno vero del Mondiale italiano è ridottissimo. Paddon è partito a razzo e porta a casa la prima giornata di gara, ma un pelo meno aggressivo all’inizio e più temperato nel corso della tappa, ad appena otto secondi ecco spuntare, in un tramonto di fuoco al largo di Alghero, la sagoma della Volkswagen Campione del Mondo di Sebastien Ogier.
Tutto pronto per la “maratona” di sabato, seconda tappa. Sarà un’intera storia del Rally.

 

Foto: Pure WRC Agency

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