WRC17. Christophe Besse e la C3 WRC: “Una Macchina appuntita!”

WRC17. Christophe Besse e la C3 WRC: “Una Macchina appuntita!”
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Christophe Besse è, dal Rally Polonia, il nuovo Direttore Tecnico del Reparto Corse Citroen WRC. È l’uomo chiamato a fare della C3 WRC la Macchina vincente di domani, e un “giudice” sereno di situazione e… avversari
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
4 ottobre 2017

Circuit de Loire, Ottobre 2017. La Macchina più “chiacchierata” della stagione 2017 del WRC è probabilmente la C3 WRC. Auto bellissima, tradizione vincente, obiettivi commisurati alla storia e alla caratura dei “padri”. Logico che, nel momento che le aspettative vengono disattese, fosse anche di poco, il putiferio è assicurato. Piloti, Tecnici, persino Manager, passano direttamente dalla poltrona all’occhio del ciclone e, in perfetta contraddizione con i propositi e gli obiettivi dichiarati. Quando Kris Meeke e la C3 hanno vinto il Rally Guanajuato Mexico sembrava che la tendenza fosse finalmente indirizzata nella direzione giusta, ma sono bastate le “magre” successive per affossare anche i più timidi ottimismi. Da capo, tutti nel mirino delle (facili) critiche. Del resto dall’altra parte della barricata sono sempre più bravi tutti.

E allora al lavoro, ridimensionati gli obiettivi per la stagione in corso per placare l’arena, si è ripartiti in direzione 2018, anno “senza scuse” annunciato del programma Citroen WRC.

A “correggere” e rilanciare la C3 WRC sono stati chiamati, tra gli altri, Sébastien Loeb e, tra il Sardegna e il Polonia, Cristophe Besse. Il Pilota super conosciuto ha individuato con immancabile precisione dove si doveva mettere le mani per ottimizzare lo stato attuale delle cose. All’Ingegnere, che ha già lavorato sulle Citroen Xsara WRC dirette da Frequelin e sulle Peugeot 908 di Le Mans con Bruno Famin, è stato chiesto di apportare al progetto le necessarie correzioni per allinearlo alle intenzioni. Giusto, ma non scontato, voler sapere a che punto siamo e, se possibile, quali sono, o erano, i punti deboli della Vettura.

Subito un sospiro di sollievo. Christophe Besse è persona spontanea e disponibile, un po’ in controtendenza rispetto ai “colleghi” maestri dell’arrocco e del confondere le tracce. Andiamo.

Si sente parlare, e si parla, delle debolezze della C3 WRC. In particolare si “accusa” il retrotreno della nuova Vettura. Dove sta il problema, se se ne vuole parlare e, soprattutto, se c’è un problema?

Cristophe Besse. “Non siamo certo qui per nasconderci dietro a un dito. Giustamente il problema c’è, e secondo me è che la finestra di utilizzazione della nuova C3 WRC è troppo stretta. La Macchina è troppo “appuntita”. Il che significa che quando si esce da questa finestra di utilizzo, per la quale è stata realizzata, si tende a “perdere” una parte della macchina, e questa è, spesso, il retrotreno. Il nostro compito è, ora, quello di ”aprire” di più questa finestra, in modo tale che anche in quelle situazioni particolari, con meno grip per esempio, si sappia come utilizzare al meglio e con sicurezza la Macchina. In effetti quello che ci manca in questo momento è di essere capaci di dare ai nostri Piloti la completa fiducia nella Macchina. Bisogna fare in modo, quindi, che quando succede qualcosa di non previsto, una pozzanghera, più sporco su una curva di asfalto, per esempio, situazioni in cui si perde per un attimo la Machina, il Pilota sia capace di rimetterla in strada senza spaventarsi. È questo che dobbiamo fare. Il problema di base è che… non è un grosso problema o un grosso difetto da qualche parte nella Macchina, ma che bisogna migliorarla in tutte le sue parti.”

Dunque, in particolare, migliorare l’insieme di geometrie, sospensioni, differenziali?

CB. “In effetti sono queste le parti sulle quali si lavora maggiormente, sulle geometrie delle sospensioni, sull’ammortizzamento. Sui differenziali si lavora sempre. Su quello centrale si lavora molto con il software e quindi non si finisce mai di sperimentare, cambiare, regolare. In effetti è l’unico particolare che si può regolare agevolmente di volta in volta anche durante la corsa.”

Quindi Macchina troppo “appuntita”, ma sostanzialmente competitiva?

CB. Non lavoro sulla Citroen WRC da tempo sufficiente per essere sicuro al 100%, ma la mia sensazione è proprio questa. Abbiamo una Macchina troppo “appuntita” che d’un colpo ha fatto perdere ai Piloti una parte della fiducia. Dal momento che la Macchina è competitiva, anzi capace di vincere, il problema diventa esponenziale perché, non trattandosi di un difetto grave, si pretende che debba essere risolto alla svelta.”

La C3 WRC e Kris Meeke hanno vinto in Messico. Era una condizione particolarmente favorevole, o perfetta, per la Macchina o ci avete messo, come dire, del vostro?

CB. “Direi che abbiamo beneficiato del nostro lavoro e dei problemi che hanno avuto gli altri. Questo vuol dire che la Macchina era competitiva e che a quel momento avevamo lavorato meglio degli altri. In particolare avevamo anticipato meglio tutti quei problemi di raffreddamento che si presentano su questo genere di Macchine, soprattutto in condizioni limite. È anche questo che ci ha portato alla vittoria, e anche questo fa parte del gioco. Adesso dobbiamo restituire a tutta la Squadra la fiducia nella macchina, e così funzionerà!”

Io penso che, adesso, nel WRC il Pilota abbia molta più importanza della Macchina. O meglio, il Pilota può fare una differenza enorme, più della Macchina

Un amico ingegnere dice che se una Vettura è vincente, vince anche se a guidarla è un bambino. Siamo d’accordo?

CB. “Siamo sicuri? Sicuro se parliamo di Rally? Non credo. Avete visto le immagini della Polonia. Io penso invece che, adesso, nel WRC il Pilota abbia molta più importanza della Macchina. O meglio, il Pilota può fare una differenza enorme, più della Macchina. Nella 24 di Le Mans, è vero, il Pilota può fare la differenza perché affronta il rischio continuo di dover doppiare le macchine più lente, ma la Macchina ha una grande importanza, soprattutto alla distanza. Nel WRC il Pilota è continuamente a rischio in situazioni spesso critiche, ed è la, torniamo a bomba, che deve avere la massima fiducia nella Macchina. Non è facile, certo diventa anche un problema psicologico.”

Domanda extra. Come si potrebbe spiegare la particolare competitività delle Macchine di M-Sport quest’anno?

CB. “È una bella domanda! Non conosco bene, anzi affatto, il loro contesto tecnico, ma la mia sensazione precisa è che non avevano un grande budget, o problematiche di questo genere, hanno realizzato qualcosa di semplice sfruttando le loro conoscenze, qualcosa che funziona perché sono intelligenti. E, e, e poi si torna al dunque… al Pilota. A Ogier che non vince necessariamente ma pensa al Campionato, agli exploit di Tanak. È un buon insieme di cose, certo. M-Sport ha fatto una Vettura forse meno performante ma più facile da guidare.”

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