WRC18 Australia. Partito l’ultimo, e cruciale Rally della Stagione

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Piero Batini
  • di Piero Batini
All’incertezza agonistica si sommano le non chiare condizioni meteo e ben 16 prove speciali nuove o repacked. Strategia della tensione, chi la usa e chi la subisce
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
16 novembre 2018

Coffs Harbour, Australia, 16 Novembre 2018. Ogier, Neuville e Tanak sono in strada. Il 27° Kennards Hire Rally Australia ha lasciato la banchina di Coffs Harbour per porre i sigilli sulla stagione. Per inciso la più “tirata” dal 2011, forse di più vista la varietà delle condizioni che si sommano alla matematica maturata in dodici Prove dal Monte-Carlo allo Spagna.

È una battaglia forte e delicatissima, l’abbiamo detto fino allo sfinimento. Il fatto è che ogni giorno si aggiunge qualcosa di nuovo, qualcosa che può modificare ulteriormente la piattaforma su cui si muovono le pedine e far vibrare ancora di più le corde delle emozioni già tese all’inverosimile.

Piove, a Coffs Harbour non si sente che l’estate bussa alle porte, altrove insistentemente. Piove poco, ma piove. Era anche la previsione della sera della vigilia, almeno un giorno bagnato. Ma se il giorno bagnato è il primo, come in questo caso, a pagarne le conseguenze sono le vittime sacrificali di default, cioè chi parte prima, condannato a soffrire ancora di più. Non solo, condizioni così delicate si ripercuotono sulle strategie. L’unico vantaggio è una sorta di distrazione dalla pressione.

Pressione? Chi dice che Ogier, Neuville e Tanak sono sotto pressione? Nessuno di loro, in verità, facendoci capire che non è esattamente così e che il fattore può essere manipolato e usato come tattica, magari di indebolimento.

Chiariamo un concetto: non è possibile che i protagonisti di una siffatta battaglia finale non si senta sotto pressione. La differenza possibile è solo nel controllo dello stato e nelle motivazioni reali. Sotto questo aspetto quello che dovrebbe soffrirne di meno è Tanak. I giochi sono praticamente fatti, ci vuole in miracolo perché l’estone porti a casa un Titolo che un giorno sembrava suo, e dunque non c’è bisogno di mettere in rapporto la voglia di vincere con l’obiettivo Mondiale. Semmai, Tanak non lo nasconde, bisognerà evitare quegli eccessi che hanno portato per ben due volte a una rottura e a un errore, e dunque dare al limite… un limite. D’altra parte c’è il Mondiale Costruttori che per Toyota e Makinen sono diventati una priorità. Come ha già fatto Latvala, anche Tanak bisognerà che si sottometta a questo imperativo. Poi vorrà vincere, questo è chiaro.

Ogier è un vero fenomento. Dice che se c’è uno che no deve essere sotto pressione è proprio lui. Ha già vinto tutto, per cinque volte consecutivamente e con due Macchine diverse. Vincere la sesta sarebbe bello ma non è “vitale”, e non sarebbe comunque un’emozione potente come vincere il Titolo epr la prima volta. Mi sembra l’Ogier cui chiedevano se, Citroen, Toyota, Ford che gli davano la caccia, non stava per caso accarezzando l’idea di ritirarsi dalle Corse. E lui diceva che era una possibilità. Magnifico bugiardo. Poi, finalmente ammette. In po’ di pressione, per la configurazione della circostanza, c’è. E noi aggiungiamo che Ogier è uno a cui piace vincere e soprattutto uno che non tollera perdere. Prima o poi magari gli succede, ma non sarà lui a mollare la presa.

Neuville è quello che quando gli parli fronteggia la pressione come un croissant, con un sorriso e l’aria un po’ assonnata. Proprio come quando, svegli da poco, si è ancora ben lontani dalla durezza della vita.

Ma la vita è dura e questa volta è verosimile che insista a prendersela in modo particolare con un belga. Dei tre, infatti, Neuville è colui che affronta la congiuntura più delicata. Vincere, per il Pilota Hyundai, è diventato quasi un obbligo, c’è andato vicino durante l’anno e gli si chiede ora di recuperare il tempo perduto nel finale di stagione raddrizzando la situazione personale e della Squadra. No excuses, non ci sono vie di mezzo all’orizzonte, e la bella figura, e che lui stesso rivendica come un diritto, non passa attraverso un risultato di mezzo. Vincere il Rally, o stare davanti a Ogier sempre e comunque nel dedalo di scenari possibili di qui fino al Power Stage, e vincere il primo Mondiale. Tutto qui.

C’è un’altra cosa. Delicata. Lo Shakedown, Bucca, 5 chilometri, è parte “viva” delle Speciali del Rally. Uno “scorcio” del Rally, assai rappresentativo e del tutto autentico, reale. Dunque qualcosa di più di un test generico. L’ha vinto Ogier. Neuville ha fatto quarto, dietro anche a MIkkelsen e Tanak. Ergo, Ogier potrebbe sembrare complessivamente più a punto. Al momento. Ma poi, sono solo 5 chilometri.

Altra cosa, ben più importante. Delle 24 Prove Speciali che compongono il puzzle dell'Australia, ben due terzi è diverso. Nel senso di inedito, parzialmente modificato, al contrario. Poiché in Australia non si è provato, è fondamentale costruire perfettamente le note durante le ricognizioni. Chi l’ha fatto meglio avrà un vantaggio. Magari piccolo, ma di questi tempi anche le piccole cose possono assumere un’importanza capitale.

Vediamo come va a finire?

Foto: Ross Hyde

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