WRC18 Mexico. Incredibile Ogier (Ford M-Sport)

Pubblicità
Piero Batini
  • di Piero Batini
Peccato mortale sottovalutare Ogier. O anche soltanto dimenticarsene per un attimo. In testa Neuville, Meeke, Sordo, Loeb, ma alla fine ha vinto il figlio legittimo di tanto Malcom Wilson. Che torna subito in testa al Mondiale
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
12 marzo 2018

Leon, 11 Marzo 2018. Vedi Neuville vincere il prologo e dici che è un altro anno, un’altra storia. Lo vedi partire da leader del Mondiale in Messico e ti dici che, allora, è proprio vero. Subito dopo, Duarte, ecco Meeke mattatore e al comando, e pensi che la storia di quest’anno sia uguale a quella della scorsa edizione, almeno in Messico. Ancora. Sale Sordo, e sei lì che cerchi di giustificare a te stesso come mai non ti sei accorto della qualità, pur nascoste, dello spagnolo. Poi irrompe Loeb e torna a fare il cannibale, ad annullare sei anni di assenza, perché l’alsaziano è più veloce anche dello scorrere inesorabile del tempo, e sei talmente sbalordito che non riesci più a mettere in fila i pensieri e ti lasci trasportare dagli eventi, più grandi della tua capacità di comprendere. Poi d’improvviso ti svegli e in testa, al comando del 15° Rally Guanajuato Corona Mexico c’è ancora lui, Sébastien Ogier. Come se niente fosse, come se non fosse successo nulla, il cinque volte Campione del Mondo è di nuovo padrone della situazione. A dieci anni dall’inizio della sua carriera nel WRC, tutto inizia nel 2008, da Junior e già in bella mostra delle sue qualità, Ogier e Ingrassia ottengono una vittoria che è importantissima. È una delle più belle della loro Storia, innanzitutto, da quinti a meno trenta secondi a primi con un minuto di vantaggio. È il successo che mette in mostra chiaramente le migliori qualità dell’Equipaggio e del Pilota, è la prima volta che Ogier e M-Sport vincono il Messico insieme (non è certamente un caso ed erano 14 anni che Ford non vinceva questa dannata Corsa!), ed è soprattutto quella vittoria che, naturalmente e come un provvedimento d’urgenza in un atto di giustizia, rimette Ogier perfettamente in corsa per la conquista del Titolo, e adesso si parla del sesto.

Sul podio di Leon anche Dani Sordo e Kris Meeke, sotto e attorno Mikkelsen, Loeb, Neuville. Dal che si evince subito che non è stato un grande Rally per le Toyota, così come non lo era stato, ma non solo per i giapponesi, lo scorso anno. Se è stato un Rally perfetto per M-Sport, che recupera subito due posizione nella graduatoria del Mondiale Marche portandosi minacciosamente a ridosso di Hyundai con il solo contributo di Ogier, è stato anche il Rally che conferma lo stato di grazia delle Hyundai e che, soprattutto, rilancia decisamente le azioni Citroen, Loeb o no preziossimo contribuente. Ma poi si deve pur dare un credito al risultato del Power Stage, e scoprire che l’ha vinto Tanak, un gesto eloquente di stizza nei confronti di un Gara sfortunata, e che le altre “Toy”, Latvala e Lappi, sono seconda e sesta. Allora, pur nella brevità della tesi, bisogna riconoscere che ci sono anche loro, che le Yaris ci sono e vano forte. Per il Campionato, le quattro Marche in griglia, ciascuna con almeno un Pilota in grado di vincere, è semplicemente il massimo. Ma come si mette per i Piloti, appunto?

Ogier in Messico ha dato l’ennesimo show di un talento incredibile. Veloce al volante, sveltissimo di testa, enorme di cuore. Numero 1

Ogier in Messico ha dato l’ennesimo show di un talento incredibile. Veloce al volante, sveltissimo di testa, enorme di cuore. Numero 1. Essere rimasto con Wilson in M-Sport dimostra tutto questo e di più, e aggiunge il valore importantissimo della continuità, dell’esperienza che l’anno scorso era il limite iniziale e che quest’anno fa differenza.

Hyundai ha riscoperto Dani Sordo. Bella mossa l’opportunità data da Nandan allo spagnolo. Pur favorito dall’ordine di partenza iniziale, Sordo ha dato qualcosa di più ed è stato in testa dalla terza alla decima Prova Speciale. Senz’altro perfettamente coadiuvato dall’efficienza della i20 Coupé, Sordo non ha recriminato per la foratura della 14ma Speciale, la seconda Guajuanito che, per lo stesso motivo, ha cambiato la faccia del Rally facendo scendere Loeb dal Podio e rilanciando al suo posto, in testa al Rally, Sébastien Ogier. Anzi, a Sordo poteva andare anche peggio se la seconda foratura, durante il Power Stage, lo avesse rallentato più di quei quindici secondi che lo spagnolo è riuscito a conservare su Meeke. E veniamo al podio Citroen. Fantastico, soprattutto tra le righe.

Meeke va in testa al termine della seconda Speciale, la Duarte-Derramadero, e già si pensa che potrà offrire il bis dello show da brividi di cui è stato magnifico protagonista lo scorso anno. Ma non è così. Intanto il nord-irlandese dovrà soffrire la presenza, sempre e inevitabilmente ingombrante, di Loeb con un’altra Citroen finalmente e particolarmente competitiva, e poi Meeke inizierà solo un giro più tardi, dopo la seconda El Chocolate di Venerdì, a far tutto da solo e a mettersi in discussione con una serie di non gravi ma determinanti errori, tali da allontanarlo inesorabilmente dalla testa del Rally. Fortissimo in velocità pura e controllo generale, Meeke è andato un paio di volte lungo e largo e, nel momento in cui si è trovato al posto di Loeb in corsa per la vittoria, Sabato, ha iniziato a subire la pressione, questa volta esplicita e invadente, dell’Ogier che avrebbe di lì a poco messo in fila quattro successi consecutivi garantendosi la leadership, effettiva e “morale”. Indomabile, Meeke ci ha provato fino all’ultimo, fino alla “ripetizione” dello show di Mexico 2017, solo anticipato alla prima Las Minas, quando ha messo sul fianco la C3 WRC nell’ultimo tentativo di sovvertire il risultato maturato Sabato pomeriggio. Questa volta lo show è andato peggio, e si è reso indispensabile l’intervento del pubblico per rimettere in pista la Citroen di Meeke, che ha quel punto, senza più aerodinamica e grinta, si è chiamato fuori dalla lotta per il Power Stage. Poco male, poco è cambiato. Meeke ha comunque ottenuto un risultato eccellente, e con lui Citroen, sottolineato dalla Gara di Loeb.

Loeb, il Mostro. Non ci sarebbe niente di più da dire. Ci vuole il risultato finale registrato e archiviato per dare ragione a Ogier, perché la pelle dice che oggi ci sono due Campioni del Mondo che possono portare il Mondiale WRC su un altro pianeta, su un altro livello. Diciamolo chiaramente. Loeb non ha commesso un errore, non uno grave. Ha bucato, come il saggio Sordo e come mille altre volte mille altri Piloti per una pietra, e gli è andata male, ma fino a quel momento ha dato un’autentica lezione, tornando da professore a quel Mondo cui aveva detto, sembrava definitivamente, addio dopo il Monte-Carlo 2015. Così Loeb ha offerto il meglio di sé al pubblico privilegiato del Messico e del WRC, in testa nella fase centrale del Rally e privato di un risultato leggendario solo a causa di quel maledetto sasso. Chissà cosa succederà adesso. Intanto rivedremo la Leggenda in Corsica, tra meno di un mese, e poi chissà. C’è l’impegno del Mondiale Rallycross con Peugeot, è vero, ma se l’appetito viene mangiando, e magari anche alla Direzione, chissà che non si possa stare tutti un po’ di più su questo livello superiore di un confronto più strutturato tra Ogier e Loeb durante la stagione. troppo bello, non ci voglio nemmeno pensare!

Intanto rivedremo la Leggenda in Corsica, tra meno di un mese, e poi chissà. C’è l’impegno del Mondiale Rallycross con Peugeot, è vero, ma se l’appetito viene mangiando, e magari anche alla Direzione, chissà che non si possa stare tutti un po’ di più su questo livello superiore di un confronto più strutturato tra Ogier e Loeb durante la stagione

Dovrebbe pensarci il povero Neuville, invece. Che ha portato a casa dal Messico pochi punti e lasciata lì la sua leadership conquistata dopo Monte-Carlo e Svezia. Consideriamo il sesto posto ottenuto dalla prima guida Hyundai un intoppo, un incerto del mestiere e il sesto posto al termine di una gara difficile, già dal primo metro con il compito di aprire una strada tra le più difficili della stagione, un pur buon risultato. E un motivo in più per cercare di risalire immediatamente sul treno, già dal Corsica di inizio Aprile. Sì, quello è un Rally che nessuno dovrebbe perdersi. Ogier contro Loeb, di nuovo, contro Neuville, contro gli asfalti piuùà tecnici del Mondiale. Occasione, forse, unica!

Foto: Manrico Martella, Mario Armas, Jacub Pojmicz, Gerardo Isoard, Marcin Raybak. Agency: PURE WRC

Argomenti

Pubblicità