WRC18 Turchia. Tanak-Toyota, onda d’urto incontenibile!

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Ott Tanak vince il terzo Rally Mondiale consecutivo. Il Pilota rientra definitivamente in gioco, Toyota in testa al Campionato. A Neuville il Power Stage davanti a Ogier, per entrambi misero “bottino” di 5 punti. Mondiale ancor più indecifrabile, Turchia tremendo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
16 settembre 2018

Marmaris, Turchia, 16 Settembre 2018. Non bastassero tre giorni di massacro, naturalmente il thriller del Turchia raggiunge il suo apice di tensione con l’epilogo. Tutto per tutto nel gran finale per un tesoro di pochi dollari che potrebbe valere… un patrimonio. Quattro Speciali, la Marmaris, 7.14 chilometri, la Ovacic di 8.05, la Gokce di 12.65 e ancora la Marmaris, questa volta in regime di Power Stage. La Speciale che conta davvero, tuttavia, è solo l’ultima che vale 5, 4, 3, 2 e 1 punto, esclusivamente per i primi cinque classificati del rush finale. Tutte le altre sono operazioni di avvicinamento al grande momento. Con tutto lo “sciupio” dei precedenti tre giorni di Gara, l’ultima fatica del Rally Turchia appare delicata fino alla paranoia ma anche di enorme valore ai fini di un qualche movimento, o contenimento, di classifica.

La situazione è paradossale. Oltre ai tredici ritirati, quindici equipaggi e relative macchine, cioè poco meno della metà dei “sopravvissuti” a un Rally “ingiusto”, tornano in regime di Rally 2, ovvero dopo essersi leccati ferite più o meno serie, e comunque con la coda tra le gambe. Di questi, due hanno fatto gridare allo “scandalo”: Neuville e soprattutto Ogier, a turno bravi, sfortunati o deprimenti, soli al comando del Mondiale o fuori gioco, entrambi travolti dalle turbolenze degli eventi della Corsa, “colpevoli” di errori e disattenzioni, e come moltissimi altri vittime delle misure eccessivamente repressive del Rally. La classifica, quando manca l’ultima trentina di chilometri alla fine, è tale per cui di fronte alla “certezza” che il Rally di Turchia non risparmia difficoltà, trappole e cinismo, la migliore cosa da fare sarebbe congelare il risultato e non parlarne più. I primi sette sono intervallati da distacchi abbondanti, quindi irrimediabili, poi arrivano le R5. Invece, a bramare i pochi e maledetti punti del Power Stage, vitali da guadagnare o da togliere all’avversario, o unici in un mare di zeri, sono in parecchi. Neuville e Ogier, per muovere impercettibilmente le rispettive classifiche dando un segno di vita, Tanak per necessità di ottenere il massimo una volta rientrato nel giro che conta per il Titolo, Latvala per aiutare Tanak, Evans per dare una mano a Ogier. Fino all’ultima prova il più veloce è Ostberg, uno dei “ripescati”, poi Neuville si aggiudica la seconda e definitivamente ultima Marmaris. Il belga porta a casa i cinque punti di una riscossa “economica” nella quale batte Ogier di una sola posizione. Ogier raccoglie i quattro punti e li aggiunge a quel punto che è arrivato in regalo da Evans, su ordine di Malcom Wilson, una Speciale prima quando l’inglese si è fatto penalizzare di cinque minuti per scendere alle spalle del “Capitano” e regalargli la decima posizione assoluta. Un grande artificio “tattico” per un punto, che dimostra e illustra meglio di qualsiasi storia il ruolo centrale del Campione del Mondo in seno a M-Sport. Morale: gli sfidanti del secolo, che alla vigilia della seconda Tappa erano separati da tre decimi di secondo in testa al Rally e promettevano sangue, portano a casa un uguale, “misericordioso” bottino di cinque punti, all’incirca il valore convenzionale di una buona mancia se rapportato al tesoro di cui si è impadronito il Pirata estone.

Ott Tanak e Toyota conquistano, dopo Finlandia e Turchia, consecutivamente anche il Turchia. Terza vittoria, anche questa e questa forse ancora di più, d’oro.

Difficile dirlo, all’inizio. Con il senno di poi e visto il risultato sembra quasi che Tanak sapesse. Partito piano, con la “fortuna” di una macchina che non riusciva a capire. Tra “incomprensioni”, incertezze e poco grip, Tanak ex Pirata era diventato trasparente nella battaglia del Rally, ma era pur passato indenne tra le mine di un Turchia bello quanto si vuole, ma eccessivamente “esigente”, una pressione “fiscale” esagerata e insopportabile che stava mandando a gambe all’aria fior di “aziende”. Tanak nono, in testa Breen e Mikkelsen, Tanak quinto, e al comando Neuville e Ogier. E dove vorrà andare l’estone, di questo passo? Poi, nell’ordine, fuori Neuville, fuori Ogier, e fuori gioco anche Mikkelsen. Il Mondo andava sotto sopra e, all’inizio del secondo giro del sabato, veniva proposta una classifica che sarebbe rimasta congelata, pur sotto l’incessante bombardamento del Rally, fino alla fine. Ott Tanak andava in testa, Jari-Matti Latvala gli avrebbe protetto le spalle in maniera elegante, misuratamente aggressiva, in buona sostanza perfetta, e Hayden Paddon si sarebbe installato al terzo posto, un risultato favoloso per il bilancio personale e, viste le circostanze, del Team. Diamo un’occhiata al “curriculum” turco di Tanak. Tre vittorie parziali soltanto, settima, undicesima e tredicesima Speciale. La settima per dare un segnale di presenza alla fine della prima Tappa, l’undicesima in corrispondenza con i cedimenti di Mikkelsen e Ogier, Neuville era già KO, la tredicesima… quando non c’era ormai più nessuno a rompere le scatole. Non c’è paragone con l’aggressività portata in battaglia da Tanak in Finlandia e Germania. C’è tuttavia un paragone esemplare con il miglior Ogier di tutti i tempi, il Campione Fuoriclasse imbattibile nel gestire situazioni, strategie e risorse. E magari c’è da considerare anche un po’ di fortuna, che non guasta mai ma che spesso arriva come un premio meritato.

Naturalmente, quello che fa più impressione non è il fatto che Tanak abbia ora vinto di più, quattro vittorie contro le tre degli avversari diretti, ma il fatto che con la trilogia Finlandia, Germania, Turchia l’estone sia di nuovo e davvero l’”Avversario” di quelli che, fino a tre date prima, erano non solo favoriti ma addirittura isolati in testa al Mondiale. Neuville e Ogier continuano ad andare avanti più o meno di pari passo, e questo continua a migliorare il vantaggio del Pilota Hyundai, ma Tanak continua a fare una volta e mezzo, in termini di punti, quello che fanno insieme Neuville e Ogier. Con il Turchia Tanak, 164 punti, ha agganciato e superato Ogier, 154, e può ora concentrarsi sul bersaglio Neuville, al comando con 177 punti. Il Campionato, già aperto sul duello Neuville-Ogier, allarga la sua finestra per far entrare anche Tanak nel vivo di una stagione che definire avvincente è poco. Mancano ora tre Rally alla fine del Campionato, Galles, Spagna e Australia vinti rispettivamente, lo scorso anno, da Evans, Meeke e Neuville. In Galles Tanak ha fatto peggio di entrambi gli avversari, in Spagna Meglio di Neuville e in Australia meglio di Ogier. Situazione di grande equilibrio. Nel frattempo, le Hyundai hanno fatto un passetto in avanti, le Toyota un grande passo, le Ford un passo che deve ancora essere perfezionato per conoscerne la… lunghezza. Di nuovo un gran bel livello. Certamente tre grandi Campioni per un finale di Campionato da capogiro. Nervi saldi.

Finisce che ci si dimentica degli altri e del Rally stesso. Intanto, Turchia bello, ben organizzato e curato, ma sulla natura dell’”intensità” imposta dal terreno sarà meglio tornare per regolare meglio il minimo, già troppo alto alla prima del rientro nel Mondiale. Di conseguenza, massima indulgenza e rispetto per la carovana di sfortunati che non sono riusciti a passare tra le bombe, per due Hyundai su tre “colpite” e una affondata, per le due Ford su tre, le due Citroën veloci all’inizio poi entrambe “centrate” e per la Yaris di Lappi, per i danni subìti da Breen, Mikkelsen e Neuville quando erano in testa, per la Fiesta di Al Rajhi e la C3 di Breen andate a fuoco e distrutte.

Enorme ammirazione, infine, per la “equalizzazione” estrema data al Rally WRC 2 che, ben oltre la riconosciuta gamma tonale, ha offerto uno spettacolo oltremodo imprevedibile ed eccentrico. A più riprese sono stati al comando Kajetanovicz, Kopecky, un fabulous Ingram sul quale qualcuno farebbe meglio a mettere gli occhi bene a fuoco. Una Corsa talmente rocambolesca e avvincente che alla fine non poteva che premiare… almeno due piloti. Kopecky, infatti, raccoglie il massimo del dividendo Mondiale, vincendo davanti a Tempestini e allungando al comando della graduatoria, ma è un onore ricordare che la prima R5 al traguardo di Marmaris è la Fabia di Henning Solberg, che non prende punti ma è sesta assoluta, prima di quattro R5 nei primi dieci del Turchia 2018.

Foto: Manrico Martella, Elisabetta Pretto, Nikos Mitsouras, PURE WRC AGENCY

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