WRC20. Monte-Carlo D-3. Faccenda a 3: Evans, Ogier, Neuville

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Bellissima ed equilibrata, avvincente terza giornata di Gara. Ogier e Evans botta e risposta, alla fine prevale il gallese che ha giocato un “jolly” nell’ultima Speciale. Neuville resta in agguato. Dietro è abisso
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
25 gennaio 2020

Monte Carlo, 25 Gennaio. Il Rallye Monte-Carlo non si discute, neanche quando si propone in veste indulgente e sobria, colpi di scena per un momento messi da parte e un’insolita aria di equilibrio meteo e agonistico che semplifica di molto le cose, tra l’altro rendendo un poco più leggibili i valori in campo.

Anche il dilemma della scelta delle gomme non è così triviale come in altre occasioni. Si lavora di fino, certamente, e la bravura è sempre un ingrediente ben accetto, ma di chiodi sulle coperture se ne vedono pochi, e solo nel bagagliaio.

È la terza Tappa, 75 chilometri cronometrati in 4 Prove Speciali, due passaggi sulla St-Léger-les-Mélèzes - La Bâtie-Neuve e due sulla La Bréole – Selonnet.

Si arriva alla terza giornata di gara con Ogier di un soffio davanti a Evans e Neuville al terzo posto distaccato di appena cinque secondi. Il resto, magari per dirla in modo un pelo brutale, sono briciole di Rally lasciate per strada da pur grandi del volante, della storia e del futuro. Tipo Loeb, dietro di oltre un minuto, tipo Lappi, in ritardo di due, tipo Rovanpera, perdonato ma a due e venti dalla testa del’88° “Monte”.

 

Coraggio e rischio hanno imposto tasse, anche pesanti, come nel caso di Tanak, fuori definitivamente per quell’incidente drammatico e per fortuna solo spettacolare, che richiama alla mente il disastro di Meeke con Citroen un paio di stagioni fa. Oppure hanno esatto piccole sanzioni o conciliato con un verbale di attenzione, vedi Neuville e lo stesso Ogier. In ogni caso il coraggio ha premiato uno come Elfyn Evans, e la prudenza, poca o tanta, non ha pagato, vedi appunto Loeb o Lappi e i loro ritardi clamorosi. Ma questo è niente di più niente di meno che il Monte-Carlo in grande spolvero.

Di fatto il confronto a tre tra Ogier, Evans e Neuville è uno spettacolo di altissimo livello, nel quale la perfezione dell’incertezza supera di gran lunga la tensione dell’imprevedibilità. I tre contendenti sembrano perfettamente padroni della situazione.

La prima Speciale è di Neuville, ma Ogier e Evans non si lasciano impressionare, tanto è vero che il gallese sfodera uno degli exploit del primo giorno, vince la seconda per “distacco” e torna in testa alla corsa. Evans si dimostra ancora una volta abilissimo e perfettamente a suo agio nelle vesti dell’”esploratore” del primo passaggio. Ogier non si fa trascinare nell’avventura e Neuville, che ci si poteva aspettare più reattivo, è quello che sembra soffrire più degli altri. C’è da sottolineare un’altra volta che si parla di sfumature, visto che le differenze, quelle vere, continuano a penalizzare pesantemente i disorientati delle retrovie.

Evans all'ultima "ripresa"

L’undicesima Speciale, prima del secondo giro dopo la sosta in Parco Assistenza a Gap, è anche la penultima del giorno e riporta sulle strade lo spauracchio del ghiaccio. Vince Ogier e Evans, che ha provato a calare impercettibilmente per paura di scivolare via, restituisce a Ogier tutto il vantaggio che si era preso al termine della precedente Speciale. Ogier e Evans sono perfettamente appaiati, Neuville è riuscito a recuperare qualcosa e si porta a dieci secondi dal duo di testa. Massima suspence.

Gong dell’ultima ripresa. Campagna aperta, strade di montagna due volte, piccoli villaggi. Strade per lo più strette, ma mai troppo, neve ai lati, fango e sassi ai bordi e sui tornanti, bagnato, ancora qualche strapiombo da paura oltre muretti e guardrail. Non si sfugge al senso di inquietudine del normale “autista”. Possibilità di ghiaccio. Quello sempre, non è l’avvertimento di un cartello messo lì di tanto in tanto per pararsi le spalle.

 

Lo chiamano “moment”, e sarebbe quell’attimo del cuore in gola. Succede a Evans che, nella seconda parte della scivolosa speciale, toglie un attimo il pedale dall’acceleratore per rallentare e vede la macchina scivolare sul fosso a lato. Di nuovo gas e la Yaris WRC torna sui binari della Prova e… del bellissimo Rally del gallese. Ogier è alla svolta della prudenza, quasi fosse pago delle pur fluttuanti quotazioni alla borsa del Monte, ed è Neuville che esce allo scoperto e vince con un perfetto 100%. Il massimo possibile con un pensiero alla sicurezza.

Evans torna al comando del Monte-Carlo 2020 per la terza volta, ora da solo. Ogier si è staccato leggermente, 5 secondi, e Neuville, che limitatamente alla terza giornata di Gara ha fatto meglio di Ogier, è tornato in bolla a poco più di sei.

Loeb a due minuti e mezzo…

Scandola, Katsuta, Rovanpera

Non male, niente affatto male Umberto Scandola, che affronta insieme a Guido d’Amore il debutto Mondiale al Monte-Carlo. L’Equipaggio Hyundai Motorsport Italia, che si è dovuto ritirare durante la seconda giornata per una “toccata e fuga”, ed è rientrato in regime di Rally 7, viaggia in diciassettesima posizione del giorno, la migliore della piccola task force italiana.

 

E bravi anche Takamoto Katsuta, l’”apprendista” giapponese con la quarta Yaris WRC che chiude la fila delle WRC+ a “pieni giri”, e l’ormai “solito” Kalle Rovanpera, incredibile, nuovo Flying Finn.

Si va all’ultima, corta giornata di Gara delle Alpi Marittime, la domenica dei 63 chilometri. Ancora due Speciali per due volte. È la volta del leggendario Col de Turini, azione centrale della Bollène-Vésubie - Peïra-Cava, e del primo Power Stage della stagione sulla Cabanette – Col de Braus.

Foto: Manrico Martella

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