WRC21. Croazia. Se non è Tanak è Neuville? Si direbbe, ma…

WRC21. Croazia. Se non è Tanak è Neuville? Si direbbe, ma…
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Neuville in testa, Hyundai i20 reattiva. Ogier alle sue spalle (un piccolo errore), Evans tiene dietro Tanak, che non è sui livelli dell’Arctic. Intanto Rovanpera è fuori dal… 5° chilometro, ed è solo la prima, corta giornata di una battaglia molto equilibrata
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 aprile 2021

Zagabria, Croazia, 23 Aprile. Sicuro che Kalle la lezione l’ha imparata! Dall’altare alla polvere, leggi dalla leadership di Campionato al fondo della scarpata, così all’improvviso e in così poco tempo, è una vampata di adrenalina, amara e istruttiva, che lascia un segno indelebile. Tutto sta saperlo amministrare nel proseguimento, saperlo mettere correttamente nella memoria degli allarmi. Ecco, Kalle Rovanpera ha avuto la sua lezione, non importa se è andato a cercarla o se questa è venuta da sé, gratis. D’ora in avanti saprà cosa vuol dire “margine”, in che modo sfruttarlo a favore e non sentirlo come un freno. Tutto in cinque chilometri, prima ancora che la prima speciale del 1° Croazia Mondiale, la Rude-Plesivica, fosse in archivio con il primo crono. Finito tutto in fondo al precipizio, tra gli alberi che sembravano non voler far uscire il giovane finlandese dalla macchina. Per Rovanpera la trasferta croata non porta molti chilometri nel bagagliaio dell’esperienza, ma certamente un bel punto di riferimento.

E via. Andiamo finalmente avanti con il Rally. Due giri, le stesse quattro Prove Speciali per ciascun giro, 100 chilometri. Subito difficile, immediatamente insidioso. Altri svarioni, Suninen poi Mikkelsen, che lasceranno la strada del WRC2 libera all’avanzare di Mads Ostberg, ma è una bella bagarre. Il thriller del WRC al terzo appuntamento stagionale non delude. C’è anche un cenno di risveglio di M-Sport, quel Adrien Fourmaux che finirà sesto. Non è la stessa trama dell’Arctic di quasi due mesi prima, il copione è qualcosa di più sottilmente incerto. Tanak, per esempio, fatica ad andare in pressione, in fondo non ce la farà mai il primo giorno. Invece Neuville convince subito, Evans e Ogier sono lì ma ancora “ruvidi”. Neuville diventa anche il primo a partire, dalla “fuga” di Rovanpera ha ereditato il ruolo di apripista. Gli asfalti che incontra nel primo giro non sono pulitissimi, ha piovuto la notte, ma è gran lusso al cospetto di quello che accadde al passaggio delle vetture. Tagli e ghiaia, alla fine del primo giro è già mezzo asfalto e mezza terra, o qualcosa del genere, e anche dove sembra più pulito si scivola lo stesso. Rally “tricky”, come dicono tutti.

Neuville e Wydaeghe, che erano partiti con il secondo tempo dello shakedown, trovano subito la condizione di equilibrio ideale tra Equipaggio e Macchina performante. La i20 scorre veloce, Neuville controlla con precisione le variazioni di grip. Gli riesce bene, tanto da vincere tre delle prime quattro Speciali e piazzarsi in cima alla lista. È solo il primo giro, s’intenda, ma l’impressione è ottima. Evans e Ogier (largo nello stesso punto fatale a Rovanpera ma non in modo così disastroso, solo una gomma fuori dal cerchio) non sono lontani e Tanak non trova la quadra. Farà fatica.

Si passa al secondo giro, gli aggiustamenti del parco assistenza codificano un maggiore equilibrio e riaprono il confronto tra le Hyundai e le Toyota. Salgono di tono Evans e Martin, soprattutto Ogier e Ingrassia. Ogier diventa il protagonista del secondo giro, al punto da recuperare, alla fine delle giornata, tutto il ritardo rispetto a Evans, e metà del disavanzo da Neuville. Le parti si sono invertite, Ogier vince le ultime tre speciali, portando il record personale oltre il muro delle 600 prove speciali vinte, e va al riposo a sette secondi dal leader.

Neuville, dal canto suo, ha dato l’impressione di saper controllare la vicenda, ma non si può sapere quanto potrà sentire il fiato sul collo alla ripresa delle ostilità. Tanak e Jarveoja, niente da fare. Peccato. Quarti erano e quarti rimangono. Solo lampi. Nonostante la vittoria nella prima Speciale del giro il ritardo sale a oltre mezzo minuto. Certo, mezzo minuto non è la fine del mondo. Ma solo se si è capaci di scatenare un inferno. A fine giornata Tanak è contento del “rapporto” con la macchina, dunque perché no? Un dato importante è la ritrovata competitività delle Hyundai. È un fatto vitale per la gara e per il Campionato. Se non è Tanak potrebbe essere Neuville. Un concetto di Squadra.

Certo è da escludere che Ogier e Evans stiano a guardare, ma questo si vedrà meglio alla fine della seconda tappa, il sabato dei 121 chilometri sulle altre otto Speciali, 4 ogni giro, della giornata più lunga del Rally di Croazia.

 

© Immagini -Toyota TGR-DAM, RedBull Content Pool – Hyundai Motorsport – Pirelli

Rally Croazia 2021. Prima giornata. Classifica Assoluta

1 Thierry Neuville/Martijn Wydaeghe (Hyundai i20 Coupe WRC) 55m36.8s
2 Sébastien Ogier/Julien Ingrassia (Toyota Yaris WRC) +7.7s
3 Elfyn Evans/Scott Martin (Toyota Yaris WRC) +8.0s
4 Ott Tänak/Martin Järveoja (Hyundai i20 Coupe WRC) +31.9s
5 Craig Breen/Paul Nagle (Hyundai i20 Coupe WRC) +54.8s
6 Adrien Fourmaux/Renaud Jamoul (Ford Fiesta WRC) +1m14.7s
7 Gus Greensmith/Chris Patterson (Ford Fiesta WRC) +1m21.7s
8 Pierre-Louis Loubet/Vincent Landais (Hyundai i20 Coupe WRC) +1m31.5s
9 Takamoto Katsuta/Dan Barritt (Toyota Yaris WRC) +2m23.2s
10 Mads Østberg/Torstein Eriksen (Citroën C3 Rally2) +3m17.6s

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