WRC22. Separazione Adamo-Hyundai. Inferni Diversi

WRC22. Separazione Adamo-Hyundai. Inferni Diversi
Pubblicità
Piero Batini
  • di Piero Batini
Fine della relazione Hyundai-Adamo. Il Team Principal lascia la direzione del Team Hyundai Motorsport. La forma dell’annuncio “standard” lascia spazio a un… Monte di domande. Che sia il modo per non far affiorare i dispiaceri?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
10 dicembre 2021

Alzenau, 9 Dicembre. Ho aspettato, senza fretta. Per prima cosa non volevo cadere nella trappola di sensazionalismo nella cui melma affondano certi “scoop”. Per seconda non avevo risposte alle domande che mi si sommavano in testa. La mattina di due giorni fa arriva un comunicato che per poco non finisce nel cestino. Che vogliono da noi a metà dicembre, che la stagione del vecchio WRC+ è finita da meno un mese e la stagione del nuovo WRC inizia tra più di un mese? Ma il titolo è magnetico: “Hyundai annuncia la “departure” di Andrea Adamo…”

Già il titolo è ambiguo. Quel “departure” lo posso intendere come partenza ma anche come allontanamento, termine a sua volta di raffinatissima, ramificata ambiguità. Poi si dice che ha deciso Adamo per “motivi personali”, ma anche che è stato raggiunto l’accordo che pone fine al contratto. Boh. Grazie e auguri da una parte, grazie e auguri dall’altra. Ancor più ambiguo è lo scenario in cui tutto questo accade. Dopo Monza me l’aspettavo, molto dopo Monza no. Quando accade qualcosa del genere nel regno di mezzo vuol dire una cosa sola: crisi! Non c’è da meravigliarsi. E oggi, per usare un modo di dire delle mie parti, se la gallina ‘un ti fa tre ‘ova è ora che finisca in pentola. Quindi no tituli no rinnovo della fiducia. Inutile che ci giriamo intorno. Come sempre, tuttavia, est modus in rebus…

Perché, dunque, in assenza di risposte concrete, ho continuato a farmi troppe domande? Primo perché mi dispiace, per Adamo e che Adamo sia fuori dal Mondiale WRC. Secondo, perché mi piace ancora meno che non si dica il perché. Sono fatti privati? Bene allora basta aspettare il 20 Gennaio, start del 90° “Monte”, e dissimulare cambio di vertice e giocatore entrante, al posto del presidenziale interim Scott Noh, nell’eccitazione della prima Prova del Mondiale della prima e nuovissima era ibrida. Avremmo preso atto e, forse, avuto contestualmente qualche risposta utile.

Dunque mi dispiace e per prima cosa mi sono chiesto preoccupato se si tratta di un problema di salute. Dovesse essere, allora è davvero una questione privatissima, massima e sacrosanta discrezione e rispetto, cancellate tutto quello che c'è prima e tutto quel che state per leggere più avanti, valori secondari. Dispiacere per uno che ha perso il lavoro? No, suppongo che il mutuo per la nuova casa, quale e se essa sia, sia ormai estinto. Perché sono affezionato a quel brutto muso? Fuochino. Mi lego intellettualmente volentieri a tutti quelli che portano qualcosa di nuovo, di forte e, bene o male, ci mettono faccia e carattere.

Mi danno, invece, fastidio, le questioni di stile, di poco stile, che si nascondono malamente dietro ai grandi show del fairplay ufficiale. È inevitabile, nell’avvenimento clamoroso di due giorni fa, non riconoscere tratti di ciclo e stile (da non confondersi con l’antesignano della fotocopiatrice). Poco meno di tre anni fa, era l’alba del 2019, accadde qualcosa di almeno molto simile. Michel Nandan, zero tituli dal ritorno di Hyundai al WRC, sei anni, era improvvisamente annunciato da parte e al suo posto veniva incastonato Andrea Adamo, ingegnere cuneese dal cuore sportivo torinese. Anche allora mi dispiacque.

Adesso, tempi di bilancio, ci si pone la questione: dove ha sbagliato Adamo? Che meriti ha avuto? Per fortuna non spetta a me stabilire chi finisce all’inferno e chi va in paradiso. A quello ci pensa un alto Direttore Sportivo, e comunque io mi occuperei di ben altri “personaggi”. Però ci ho pensato e ve lo dico, qui al bar. Adamo ha il grande merito di aver vinto dove Hyundai neanche sperava (ricordate WTCR, Tarquini e Co.?) e di aver costruito quell'eccellente, moderno Customer Racing che in Corea neanche si sognavano (e che per certi ragionieri di oggi è un valore primordiale, il vero “sport” da mettere in primo piano). Ha “sbagliato” a scegliere Tanak, a pagarlo troppo (se non sono male informato) e a non imporre l’Ogier dell’evaporazione Citroen, e ha “sbagliato” a non vincere almeno un Titolo Piloti, magari proprio con quel Tanak che si era immaginato, da aggiungere ai due Titoli Costruttori che sono comunque gran curriculum vitae. Tutto appiccicoso senno di poi.

Dal punto di vista umano ha vinto con le sue panchine lunghe e con quel modo aggressivo di tenere ora vicino e ora lontano, comunque sempre sveglio, vigile e in moto, l’ambiente attorno a sé. Ha “sbagliato” a fare ostentatamente da parafulmine alle disgrazie di Hyundai, a difendere a oltranza la sua Squadra, dal primo all'ultimo, a non mascherare il disappunto e a non addomesticare ad uso del pubblico i bilanci agonistici, mai, anche i più negativi. Si badi bene, questi “errori sociali” sono i suoi maggiori, rarissimi, anacronistici, grandissimi pregi.

Soprattutto per questo mi dispiace che sia andata così. Così come, tuttavia, mi dispiace per gli “stilosi” di Hyundai che avrebbero meritato di raccogliere di più insieme al loro Team Principal italiano, magari nella forma di quel Titolo Piloti che è mancato, più a Neuville che a Tanak, che manca tuttora e che uno non si può aggiudicare per quanti secondi posti possa sommare.

Se poi Adamo ha detto basta per andare a vivere in Nepal, o per scappare con l’attrice americana, allora buon per lui vuol dire che sono davvero faccende private e anche che ho sbagliato tutto. Cionondimeno, contando di rivederlo ancora e presto al timone, gli spetta il mio in Bocca Al Lupo!

© Immagini - PB - Hyundai Motorsport

Pubblicità