Drift Day da Team Daba Sport, una meravigliosa giornata di traverso [VIDEO]

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Una giornata da rookie in una scuola altamente professionale di drift e guida veloce; vorrei evitare brutte figure ma anche imparare l'arte di disegnare le curve di traverso
6 novembre 2023

# Guido Cavallini

Vi chiederete perché per raccontarvi un corso di drifting sia stato scelto io, che non sono un giornalista. Il motivo è molto semplice: posso offrirvi il punto di vista del 99% delle persone che frequenta quei corsi, cioè quello del principiante. Ma ogni rookie deve avere il suo mentore. Per questo, sono affiancato da un mio collega, un vero manico, di cui vi mostreremo presto il video. 

La mattina si parte presto: il ritrovo è alle 08:30 al circuito di Castelletto di Branduzzo, mecca del drift in Italia e tappa fissa del campionato italiano. Durante il viaggio sono eccitato e nervoso, la sera prima mi sono visto un po' di video su YouTube e mi brillavano gli occhi dall'esaltazione. C’era però anche della genuina preoccupazione. Se dovessi commettere qualche errore diventerei lo zimbello della redazione!

Arrivo al circuito, vedo subito il van del DABA DRIFT TEAM e le palpitazioni aumentano. Ci accoglie Fabio Sanfilippo, il Team Principal, che a sua volta ci presenta i piloti. Elena Zaniol e Davide Bannò, due mostri sacri del drift, due che fanno sembrare facile il "danzare" con un'automobile. Non uso il termine "danzare" a caso: ho sempre considerato il drift un'esperienza maschia, per la quale devi maltrattare la macchina, a colpi di freno a mano, sterzate violente e gas a tavoletta. Le prossime ore mi smentiranno.

Briefing con Fabio e poi via, subito in pista. A disposizione due Nissan 350Z. O meglio, ciò che ne rimane: non credo che sia rimasto nemmeno un bullone dell'originale. Parola d'ordine: leggerezza. Avete presente le macchine da rally dove ogni grammo conta e viene tolto tutto il superfluo? Proprio così, dentro c'è solo la postazione per il pilota, poi via tutto: rimangono metallo a vista, roll bar e un enorme, meraviglioso freno a mano, tipo Gymkhana del compianto Ken Block. E le palpitazioni aumentano.

Primo esercizio: sovrasterzo di potenza. In pratica un tornante fatto di sbieco: entri in curva, fai scodare la macchina fino a fare un'inversione a 180°. Facile no? Primo tentativo, mi giro. Secondo, mi giro, e già sento gli occhi della redazione che mi guardano con compassione. Mio istruttore in quel momento è Elena, la quale mi rimprovera un'eccessiva "violenza" nei movimenti. "Ma come? La macchina non va maltrattata?". "Eh no ciccio, l'esatto contrario: colpettino al volante e colpettino all'acceleratore, vedrai come la macchina risponde in maniera controllata, poi dosi la scivolata con il pedale del gas”. Pur con i dubbi del classico alunno diffidente del maestro, eseguo alla lettera e la macchina, da purosangue imbizzarrito, diventa (quasi) un docile agnellino, morbida e gestibile.

È in questo momento che arriva il momento chiave dell’intera giornata. Mi rendo conto che il drifting è tutta una questione di equilibrio, di piccoli tocchi e continua gestione, la più dolce e morbida possibile. E la macchina, come fanno quelli bravi, la "senti" con le chiappe: una volta messa di traverso devi percepire i suoi movimenti, con il corpo, così da intervenire con dei piccoli interventi e - come dicevo prima - danzare con lei. Da brividi.

Fatto il sovrasterzo di potenza (fa quasi strano chiamarlo così dopo quello che ho scritto), che alla fine è un 180°, si passa al 360°: in pratica hai un tondo a disposizione, con un bidone in mezzo come riferimento, e intraversata la macchina continui a driftare girando intorno al bidone. Una sorta di curva infinita dove, se sei bravo, vai di traverso quanto vuoi.

Ma l'apoteosi la raggiungi con l'otto, semplicemente hai un'area più grande e due bidoni: fatto il 180° intorno al primo, punti il secondo dall'altro lato, incrociando la traiettoria e driftando dall'altro lato. Disegnando un otto, per l'appunto. Qui ci vuole un po' di tecnica perché per girare la macchina da un lato all'altro devi fare quello che, sinceramente, non faresti mai: spontaneamente ti verrebbe da girare il volante dall'altra parte e pestare sull'acceleratore per portare la macchina a girare. 

E invece no, fai l'esatto contrario: giunto nel punto giusto lasci sia volante sia pedale del gas (giuro), la macchia gira da sola, poi basta assecondare lo scodo della macchina con l'acceleratore. Quando sei in pista è più facile a farsi che a dirsi. E quando ci prendi mano, continui a danzare con la macchina disegnando degli 8 sull'asfalto in una sorta di tutt'uno che - per un malato di motori come me - mi mette i brividi al solo pensiero.

E a fine giornata, mentre saluto tutti con ancora la pelle d'oca addosso, mi rendo conto che ora risalgo sulla mia vettura con una maggiore consapevolezza di come si gestisca in generale una vettura, di come reagire in situazioni critiche, evitando problemi, o magari uscire indenne in situazioni di pericolo inatteso. La sicurezza è il vero beneficio che si trae da un corso come questo. Viene quasi da pensare che dovrebbero renderli obbligatori. 

Il Team Daba Sport è anche uno dei team selezionati da Aci Sport per i corsi ufficiali CFTA dove di possono frequentare i corsi per appassionati o per i professionisti che intendano diventare piloti ed abilitarsi alla licenza ufficiale per correre.

Gli istruttori del team Daba Sport Davide Bannò, Elena Zaniol e il Team principal Fabio Sanfilippo
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