CIR 2017. A Umberto “Adriatico” Scandola” (Skoda) la 1a Tappa

CIR 2017. A Umberto “Adriatico” Scandola” (Skoda) la 1a Tappa
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Piero Batini
  • di Piero Batini
All’intertempo di Tappa 1, quel che resta del Rally è favorevole all’Equipaggio Skoda Motorsport Italia. Scandola e D’Amore si confermano nei panni del loro Rally, Andreucci e Campedelli al seguito, e a Rovampera il 1° round degli ultraleggeri
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
14 maggio 2017

Cingoli, 13 Maggio 2017. I problemi del Rally Adriatico sono due, tra l’altro strettamente connessi. Il primo è che un Rally di tale levatura “geografica” e ambientale non dovrebbe durare 90 chilometri scarsi ma almeno tre giorni pieni. Il secondo, di conseguenza, è che ti viene male lasciare la quiete incantata della Casa delle Rondini, dove Amelia e Antonio ti hanno trattato come un figliol prodigo offrendoti il meglio di questa Terra spettacolare, per andare a seguire uno scorcio appena di quello che dovrebbe essere un vero, completo Rally su… terra. È così che ti verrebbe voglia di trasformare la missione in vacanza e, buonanotte ai suonatori, offrirti il canto degli usignoli nel silenzio di una campagna da capogiro!

Ma sarà per un’altra volta, ora giù a capofitto nel Rally.

“Butta bene”. Il bollettino Pirelli parla chiaro, 18 gradi a terra, l’estate almeno per oggi ha sfondato la guardia di un inverno ormai insopportabile, e l’Adriatico numero 24 può dimostrare di essere di pasta buona, nonostante le intemperie burocratiche abbattute sulle sue povere spalle, e mantenere la promessa tradizionale di un impegno tecnicamente e agonisticamente avvincente.

Il bollettino Pirelli parla chiaro, 18 gradi a terra, l’estate almeno per oggi ha sfondato la guardia di un inverno ormai insopportabile, e l’Adriatico numero 24 può dimostrare di essere di pasta buona

È un Rally ancorato alla tradizione delle sue più recenti tendenze, e conferma la coppia Scandola-D’Amore, Equipaggio di famiglia e ufficiale Skoda Italia Motorsport, in testa alla Corsa. Strano a dirsi, non è del tutto automatico spiegarne il motivo. Certo, Scandola è bravissimo, sulla terra va forte e all’Adriatico ancor di più, ma il vantaggio del veronese, seppure ampiamente previsto dai bookmakers, ha delle sfumature da thriller che la “cortezza” della prova impone di considerare.

Per esempio il Rally risulta tatticamente “contaminato”. Scandola deve spingere verso il massimo risultato se vuole restare in corsa per il Campionato, e oltre all’Adriatico potrà contare solo sulla chance San Marino prima che si torni sugli asfalti a lui meno favorevoli. Quindi può vincere, ma soprattutto “deve” vincere, e in questo senso cercarsi dei guai che in altre condizioni sarebbero evitati di default. Il risultato, comunque, è che Scandola sorvola di talento su piccoli errori e al giro di boa di nove delle 15 Prove Speciali in programma, ne vince 7 ed è in testa dalla prima all’ultima.

Al contrario, Andreucci deve guardare al risultato di questa Prova soprattutto attraverso la lente del CIR, e oltre a partire per primo pulire le strade, come si “conviene” da leader del Campionato, deve mordere il freno per rifuggire da un errore che potrebbe costargli ben più che una occasionale magra figura. È un modo di correre “nervoso” che consente all’Equipaggio di Peugeot Sport Italia di rimanere in scia, ma perdendo progressivamente il contatto, e tra l’altro non completamente al riparo dall’errore, come si vede nella seconda PS Santo Stefano.

In mezzo ci sta un po’ di gustosa frittura mista che alimenta la tensione agonistica e lo spettacolo. La bella figura iniziale di Campedelli, per esempio, che vince la quinta Speciale con la Fiesta BRC, e senza pretendere la luna dalla Macchina e dalle sue doti resta in corsa per un risultato eccellente. Peccato che nel finale alla Kris Meeke messicano finisca lungo nel campo dove lascia almeno 15 secondi e una posizione. Oppure la travolgente scia di freschezza, e di polvere, che lascia alle sue spalle la Peugeot del giovanissimo Kalle Rovanpera, ora sì, alla prima resa dei conti sulla terra, all’altezza delle aspettative e dei “numeri” promessi dal baby-fuoriclasse. Anche in questo caso, tuttavia, nel finale del Crossdromo di Cingoli vinto da “Dedo” De Dominicis, Rovanpera scende al quarto posto e torna alle spalle del “Maestro” nove volte Campione Italiano, “deludendo” così coloro che già pensavano di essere testimoni del passaggio di consegne tra due generazioni di Piloti, con il salto di almeno un’intermedia.

Fino a metà del secondo giro, comunque, la presenza “attiva” di Rovanpera si amplifica nell’inedita sfida con un altro “ragazzino”, il boliviano Marco Bulacia. Tra i due fenomeni nati all’inizio di questo millennio, quattro giorni appena di differenza tra i compleanni. A un certo punto Rovanpera è non troppo lontano alle spalle di Scandola, e Bulacia non così distante da Andreucci. Poi il boliviano si ferma staccando una ruota nella seconda Santo Stefano. Ripartirà domenica e la sfida dei Ragazzi avrà un secondo atto.

Più indietro, un grande Marchioro, primo nel Terra, e un eccellente Dalmazzini (che dritto nello shakedown!). Ancora più indietro il Nucita che tutti ci si aspettava, ma non alla guida di una Super2000.

Tutto questo, con ordini di partenza più coerenti, è show garantito per il gran finale di domenica, ops, Tappa 2.

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