CIR21. Super Rally Il Ciocco. Neuville, Hyundai, e Albertini, Skoda

CIR21. Super Rally Il Ciocco. Neuville, Hyundai, e Albertini, Skoda
Pubblicità
Piero Batini
  • di Piero Batini
Prima di Campionato agonisticamente elevatissima. Colpi di scena, incidenti, sorprese. Non è una sorpresa la vittoria di Neuville, né dovrebbe esserlo l’affermazione nel CIR di Albertini. Qualche “numero” di troppo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
13 marzo 2021

Castelvecchio Pascoli, 13 Marzo. Thierry Neuville era favorito dal pronostico, ma “indovinare” è più un modo di dire per tenersi caldi che una realtà riscontrabile a priori. Quando un Rally è così particolare, e soprattutto quando si rivela agonisticamente così intenso, anche i valori più forti finiscono per essere messi in discussione o, per lo meno, alla prova. Il risultato, se da una parte rispetta quel pronostico, dall’altra onora e riconosce le qualità assolute di Neuville, uno dei miei Campioni “storicamente” preferiti (per la verità anche un po’ esasperante per quell’odiosa tendenza all’alto e al basso e, soprattutto, al… secondo posto). Neuville è stato davvero grande. Beh, comunque, fosse anche solo per questo, per aver “certificato” la bellissima superiorità del fuoriclasse belga di Hyundai, il Rally il Ciocco e Valle del Serchio delle star è stato all’altezza delle aspettative e del merito che tutti gli riconoscono. Non è un caso che la Gara organizzata da OSE e diretta da Valerio Barsella è sempre in grado di stupire. È l’arsenale delle idee, il coraggio dell’intraprendenza anche quando l’imperativo è “contenere”, anche la complessa tavolozza di asfalti e condizioni climatiche che fanno della 44ma Edizione un successo “tremendo”, come direbbero gli iberici.

Neuville non ha lasciato niente al caso, e questo è da considerarsi normale, ,a soprattutto e decisamente niente agli avversari. È stato il più veloce nello Shakedown e nel corto, rabbioso Power Stage iniziale, il primo ad andare in testa alla 44ma edizione del Rally, ed è stato anche il primo a capire che il primo dei tre giri della gara di quest’anno, tre ripetizioni perfette delle stesse tre Speciali, Massa Sassorosso, Careggine e Molazzana, poteva essere considerato una “ricognizione approfondita” alla ricerca del limite. Dopodiché Neuville e Wydaeghe si sono impadroniti definitivamente del Rally e lo hanno condotto fino alla fine con ritmo e controllo perfetti. Nessuna obiezione. L’unica cosa a cui non credo è che abbiamo dovuto “adattarsi”, riconoscere la meno potente Hyundai R5 scendendo dalla i20 Coupé WRC. Neuville ha fatto semplicemente vedere molto chiaramente cosa vale al volante di una macchina da corsa, qualunque categoria appartenga. Ben venga il Croazia Mondiale tutto asfalto, adesso. Il Rally del Ciocco avrà un altro nome tuonante sulla filigrana dell’albo d’oro, peccato soltanto che l’impresa di Neuville rimarrà “trasparente” nelle statistiche della storia del Campionato Italiano Rally Sparco.

Già che ci siamo leviamoci il dente. Inviato sugli asfalti toscani con lo stesso compito, invece, Craig Breen, in corsa insieme a Paul Nagle, torna a casa con pochi “dati” da sedimentare e un po’ di amaro da digerire. Uscito di strada e finito a ruote all’aria nel corso della 5a Speciale, la perfida Massa Sassorosso 2, gli irlandesi hanno rovinato quella che poteva essere una bella gara, visto che avevano vinto la prima speciale ed erano saltati in testa. Niente, all’improvviso le cose hanno iniziato ad andare per il verso storto. Dal mio punto di vista, del tutto sindacabile, forse troppa foga, troppa voglia di dimostrare chissà ché. Però dicono anche una super foratura improvvisa, e comunque mi dispiace, Breen è uno che merita le sue chances.

Fatto sta che quella 5° Prova Speciale è la dannazione del Rally. Oltre a Breen, infatti, escono di scena anche Pollara, che aveva forato nella precedente e intendeva, forse, recuperare qualcosa, e Campanaro. L’uno finisce contro un palo e cappotta la povera Citroen, il secondo lascia sull’asfalto una Fiesta semi distrutta. Intanto non tutto va liscio, non per tutti. Il Campione Italiano in carica, Andrea Crugnola, navigatore Pietro Ometto, rompe un semiasse e con quello il proposito legittimo di inaugurare la nuova relazione con Hyundai con una conferma. Ritardo definitivo, sia pure parzialmente confortato da un finale di gara discreto. Giandomenico Basso, con Lorenzo Granai, fa fatica a trovare un buon rapporto con l’avantreno della Skoda appena ripresa in mano, e Paolo Andreucci, in coppia con Francesco Pinelli, dopo la fiammata iniziale sbaglia qualcosa nello spettacolo del secondo giro, quindi scende a più miti consigli e rientra in pieno nel ruolo di tester dei nuovi pneumatici MRF.

Quindi, Neuville a parte, la corsa si incanala sui binari di uno sviluppo agonistico un poco diverso da quello che si poteva immaginare.

Sul palcoscenico del Ciocco salgono allora Stefano Albertini, con Fappani su una Skoda Rally2 Evo, Fabio Andolfi, Savoia e Fabia R5, gli Equipaggi De Tomaso-Bizzocchi, Citroen C3, Michelini-Perna, Polo GTI, Ciuffi-Gonella, Skoda Rally2 Evo.

Albertini in particolare, terzo lo scorso anno e sempre a podio nelle poche gare disputate nel 2020, e già vincitore della prima Careggine, è l’unico che riesce a rimanere nella scia della Hyundai dell’imprendibile Neuville. Con una gara eccezionale ed eccezionalmente controllata e una sfilza di secondi posti, Albertini finirà ad appena 20 secondi dal Campione belga. Fabio Andolfi si divertirà un mondo e solo nel finale del Rally dovrà cedere il passo al formidabile recupero di Basso, vincitore dell’ultima Speciale della Corsa e, finalmente, terzo assoluto. Nel corso della penultima uscirà anche De Tommaso, cosicché il quinto posto andrà a Rudy Michelini, sempre incisivo al Ciocco ma questa volta eccellente nonostante una toccata che ha rovinato parte della festa.

Trasparente Neuville, Albertini e Fappani portano a casa il massimo del CIR e il primo posto nel Campionato Asfalto per cui è in corsa, ai fratelli Nucita va facilmente la prima del 2 Rote Motricii con la Peugeot, a Nicelli e Pieri il primo atto del Clio Trophy, a Goldoni e Marchiori il primo del Suzuki Trophy. Siamo curiosi di veder scendere in campo le Yaris GR dell’omonimo Trofeo Toyota italiano, ma per questo dobbiamo aspettare la seconda del CIR, Rallye Sanremo il 10 e 11 Aprile prossimo.

Partenza a razzo, per il Ciocco e per il CIR. Valerio Barsella, solitamente schivo ma legittimamente felice dell’esito del suo Rally, per una volta si lascia andare all’orgoglio dell’impresa compiuta. “È stato un Ciocco… Mondiale, con un pacchetto di “clienti”, per qualità e numero, difficile da battere. Ecco perché siamo così contenti di aver festeggiato la 44ma edizione del Rally in questa maniera e in questo tempo difficile. Dico siamo perché devo riunire e ringraziare, tutti insieme, tutti quelli che hanno reso possibile e grandioso questo successo!”

 

© Immagini – OSE – Hyundai Motorsport - ACI Sport – Bettiol - Sparco

Ultime da Campionato Italiano Rally

Pubblicità