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Milano, 28 Novembre 2024. La Dakar è partita da innumerevoli città e capitali europee, africane, sudamericane e, ora, arabe. Non era mai successo che la “mossa” di un progetto di così alte ambizioni fosse venuto a cercare il proprio battesimo a Milano. Dacia Italia ha compiuto il “miracolo!”. A Milano, sul “set” allestito con estro e cura nei padiglioni di Studio Novanta di Via Mecenate, è stata portata in “visione” (eh no, non alla guida) la Sandrider “Zero”, ovvero il prototipo Dacia che, pronti-via, ha vinto al debutto il Rally del Marocco dell’Ottobre scorso, consentendo al suo Equipaggio, Nasser Al Attiyah e Edouard Boulanger, di conquistare anche il Titolo di Campione del Mondo Rally-Raid 2024.
A Milano la Macchina era accompagnata da Tiphanie Isnard, Team Manager dei The Dacia Sandriders, e da Sébastien Loeb, il leggendario nove volte Campione del Mondo Rally WRC ormai trasferito a tempo pieno ai Rally-Raid. È chiaro che raccogliere la sfida della Dakar è, oggi, una seria opportunità di comunicazione e un banco di prova insuperabile nella ricerca di soluzioni tecniche e tecnologiche da travasare nella produzione di serie. D’altro canto è ancora più chiaro che la partecipazione di una grande Fabrica non può nascondere uno dei motori centrali dell’operazione: l’ambizione di vincere la sfida motoristica più dura, cinica e infernale del Pianeta. Dacia non si nasconde dietro a un dito e lo dichiara apertamente, in questo modo calando la sua mano al tavolo del Rally-Raid.
Per far questo Dacia ha mobilitato fior di tecnici, ingegneri, preparatori e collaudatori, per esempio attingendo a piene mani dalle risorse di Renault Group (dal centro stile DACIA al coinvolgimento tecnico di Alpine motorsport), di Prodrive, il partner chiave che è e sarà fornitore tecnico per lo sviluppo e le operazioni sul campo, e Aramco, che sarà il braccio destro di Dacia nell’operazione sostenibile con la fornitura del carburante. Dacia, insomma, si affaccia per la prima volta nel mondo dei Rally-Raid, con il proposito tuttavia di imporsi in tempi brevissimi sia alla Dakar che nelle prove di Campionato del Mondo 2024, Abu Dhabi Desert Challenge (Emirati Arabi Uniti dal 21 febbraio), South African Safari Rally (18 maggio), BP Ultimate Rally Raid Challenge in Portogallo (22 settembre) e Rallye du Maroc il 10 ottobre, ambito nel quale la vittoria di Al Attiyah in Marocco rappresenta l’eccellente e assai promettente rottura del ghiaccio.
Vincere la Dakar presuppone la realizzazione e la calibrazione di una miscela micidiale i cui ingredienti fondamentali sono la bontà del Progetto tecnico, la perfezione di quello sportivo, una grande capacità di reazione per lo sviluppo di entrambi. Molta esperienza e, magari, anche un po’ di fortuna. Arrivare e vincere, insomma, non è propriamente una regola! Altri Dream Team dell’ultimo… millennio, per non andare troppo indietro nei quasi cinquant’anni della regina dei Rally del Deserto, hanno spesso dovuto penare e attendere. È il caso di nomi come Volkswagen, Peugeot, Audi, per non parlare di Piloti e Team.
Diciamo che Dacia parte con il piede giusto, almeno per due motivi. Il primo è il buongiorno della vittoria al debutto in Marocco. Il secondo, e più importante, è che ha lavorato a lungo sulla realizzazione del prototipo specifico Sandrider basandosi sulle esperienze specifiche precedenti e ottimizzando il proprio allineando all’evoluzione dei regolamenti e della tendenza tecnica di base dei prototipi specifici. Non è un caso che la Sandrider non assomigli troppo a nessuna delle vetture vincenti dell’ultimo periodo, ma ne rappresenta la sintesi evolutiva tenendo conto anche delle indicazioni delle categorie arrembanti, SSV e Challenger. La Sandrider è formidabilmente compatta e svelta, non ha praticamente sbalzi e si presenta… rappresentando al meglio la concreta essenzialità dei prodotti Dacia. Allo stesso tempo, naturalmente, aggiunge quel tocco di aggressivo e di racing che dice di tutta un’altra storia.
A guidare le tre Sandrider alla Dakar 2025 saranno, come è noto, Nasser Al Attiah, Cristina Gutierrez e Sébastien Loeb, coadiuvati rispettivamente dai navigatori Edouard Boulanger, Pablo Moreno Huete e Fabien Lurquin. Al Attiyah conta 20 Dakar con 5 vittorie, più 3 Titoli di Campione del Mondo consecutivi. La Gutierrez è la rivelazione al femminile del decennio, ed è la vincitrice della Dakar 2024 nella categoria Challenge. Loeb, beh, è il mito omni riconosciuto di 9 Mondiali WRC. Quel che è un po’ meno noto è che il fuoriclasse francese ha all’attivo nove partecipazioni alla Dakar, con 5 podi ottenuti con tre diversi progetti prototipali, Peugeot, PH Sport, BRX. Viene da pensare che, per somma di opportunità e di esperienze, quella con Dacia possa essere davvero la volta buona!
Last (but not the least) la Macchina. Si tratta di un prototipo essenziale sotto il profilo tecnico e del design, imperniato su uno schema progettuale che richiama chiaramente i punti fermi di Dacia: semplice, robusto, cool. Telaio tubolare, essenzialità delle sovrastrutture in carbonio, distribuzione dei pesi caratterizzano un design che offre maggiore abitabilità e una decisamente migliore visibilità panoramica dal cockpit, e un ottimale equilibrio tra caratteristiche stilistiche, aerodinamiche e racing. La Sandirider, prototipo lungo 4,140 metri, largo 2,290 ed alto 1,81, è mossa da un V6 di 3 litri biturbo da 360 cavalli a 5.000 giri, alimentato a carburante sintetico sviluppato da Aramco, e fornisce una coppia di 540 Nm e 4.250 giri. Porta a battesimo un nuovo schema della trasmissione 4x4 e una nuova “centrale” elettrica per i numerosi servizi (per esempio la direzione assistita). Le sospensioni sono a doppio triangolo, l’escursione delle sospensioni è ai imiti del regolamento T1 Ultimate, categoria nella quale la Dacia entra dalla porta principale.
Infine. La Dakar 2025 sappiamo ormai cosa è: dal 3 al 17 Gennaio, 12 Tappe, una micidiale 48H Chrono, una Marathon e un finale di tre giorni nel “sinistro” Empty Quarter. 8.000 chilometri, oltre 5.000 dei quali in prove speciali, riposo a Hail il 10 Gennaio.
In bocca al Lupo!
Ah, un’ultima cosa. Insieme al Prototipo Sandrider da corsa, Dacia ha approfittato del battesimo milanese per presentare una versione speciale di produzione. Si tratta della Duster Soul of Dakar, attualmente un esemplare unico ispirato alla livrea della Sandrider e completata con un kit di accessori già presente nella gamma di accessori YouClip (luci, ganci, portabottiglie, porta ipad), una piattaforma portapacchi da tetto, un box rigido, il borsone e il… badile (mancano le piastre da sabbia), tipicamente Desert Runner. Una one off, insomma, esemplare unico per celebrare l'impegno Dacia alla Dakar. È un’idea italiana e porta una livrea concepita dal centro stile Dacia che riprende quella di Sandrider. L'esemplare è dotato anche di accessori della gamma InNature, pensati per esaltare ancor più la vocazione outdoor di Dacia.
© Immagini. Dacia Italia, ASO Media, Red Bull Content Pool
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https://www.dacia.it/
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