F1. Ferrari, Binotto: «Non sono solo. Il mio peggiore errore? Sbagliare la SF1000»

F1. Ferrari, Binotto: «Non sono solo. Il mio peggiore errore? Sbagliare la SF1000»
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In una lunga intervista al Corriere della Sera, Mattia Binotto rivela di non sentirsi solo e spiega la genesi delle mancanze della SF1000, che considera il suo peggior errore. Ma non teme scossoni, forte della fiducia della dirigenza
4 settembre 2020

Mattia Binotto non sta affrontando una traversata in solitaria in quella che lui stesso ha definito una tempesta. In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, il team principal della Ferrari rifuta categoricamente questa visione. «È una delle cose più sbagliate che sento. Non sono solo, ve lo posso assicurare. Con Louis Camilleri mi sento più volte al giorno, con il presidente John Elkann regolarmente. Ricevo i loro consigli, sicuramente il loro stile di leadership è diverso da quello a cui eravamo abituati in passato. Ma non sono solo, proprio no».

E proprio Elkann, rivela Binotto, ha chiesto le doverose spiegazioni dopo la Caporetto di Spa: «Voleva capire perché siamo andati così male, se stiamo regredendo anziché progredendo. Analizzare ed eventualmente dare il supporto di ciò che serve per migliorare». E Binotto spera che la regressione non continui a Monza, dove «potrebbe andare come in Belgio perché i nostri punti deboli sono nel motore. Potrebbe andare meglio perché Spa è più severa sull’aerodinamica». Ma ci sono speranze per la qualifica, con l'abolizione del party mode. 

Ma i problemi della Ferrari nascono ben prima, dalla genesi della SF1000, «nata per cercare più carico aerodinamico sapendo di contare su un motore superiore. Poi ci sono state le direttive tecniche e ci siamo trovati una macchina con alta resistenza all’avanzamento e pochi cavalli. Dalla somma delle due cose è nato il problema». Ma Binotto non parla delle direttive della Federazione come una punizione, «perché non ha colpito solo noi: tutti i motoristi hanno perso prestazioni, chi più e chi meno. Nel 2019 coprivamo i limiti della vettura con il motore». Poi, spiega Binotto, il COVID ci ha messo lo zampino, e ha rincarato la dose causando il congelamento delle regole. E il team principal considera la parabola della SF1000 il suo peggior errore. 

A livello di organigramma, Binotto non parla di rivoluzione, ma non esclude nuovi innesti. «In F1 non ci si accontenta mai. C’è sempre voglia di inserire nuovi elementi». Quanto alla sua posizione, non si è mai sentito messo in dubbio dalla dirigenza aziendale della Ferrari, «perché so di avere il supporto dei miei responsabili. Però mi sono messo in discussione da solo, ho riflettuto se posso essere adatto al ruolo di team principal». Una carica che, ricorda Binotto, gli è stata conferita in fretta e furia. «Sono diventato team principal senza preavviso un anno e mezzo fa. Serve tempo, a tutti i i cicli vincenti è servito. Se ripenso alla Ferrari del 1995 e a quella del 2000, erano cambiate molte cose. Questa riorganizzazione non sarà l’ultima».

Ciclo vincente - o almeno così si spera - di cui Charles Leclerc sarà grande protagonista. «Lui è cresciuto con noi, conosce i valori della Ferrari ed è molto legato. Fa parte di una famiglia speciale e lo sa. Quest’anno è importante, penso che un giorno potrà dire: “Quelle difficoltà mi sono state utili”. Ha il talento, e sta crescendo anche come leader in questo periodo difficile. Spesso gli parlo di Schumacher, arrivato nel ‘96 e campione nel 2000. Lui può ripetere quel percorso».

Ma ci sono parole di stima anche per Sebastian Vettel, che «in questa fase sta mostrando che bella persona è: la squadra in questi anni gli ha dato tanto e lui si sente di dover tanto. È forte la sua voglia di contribuire a far finire meglio la stagione». Ma non ci sono rimpianti per aver annunciato il divorzio dal quattro volte campione del mondo a maggio: era il momento giusto, secondo Binotto. Ora, però, è tempo di guardare al futuro, con l'appuntamento chiave per il 2022, con il nuovo regolamento tecnico. «Facciamo parte di una storia straordinaria. Il Cavallino ci sarà sempre per competere ai massimi livelli. Siamo la scuderia che sta investendo di più per tornare al vertice». E la speranza di tutti i tifosi della Rossa è che il Cavallino torni presto ad essere davvero rampante. 

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