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Lando Norris sembrava indemoniato mentre aggrediva le dieci curve del Red Bull Ring nelle qualifiche del Gran Premio d’Austria 2025 di Formula 1. A volte un pilota arriva a un livello di connessione con la pista tale da poterne dipanare i cambi di direzione, facendoli diventare un unico rettilineo. Ma per farlo a Lando non sarebbe bastato avere un ottimo feeling con il tracciato. Serviva anche avere fiducia nella propria monoposto, esattamente quello che è mancato a Norris in una stagione 2025 frustrante, castrato come è stato dall’impossibilità di impiegare con efficacia lo stile di guida che preferisce con la capricciosa MCL39.
Nonostante la MCL39 fosse già una vettura estremamente efficace, anche se in qualifica a discapito del comfort del pilota, Andrea Stella non ha lasciato inascoltate le osservazioni di Norris sul comportamento della monoposto. Le modifiche alle sospensioni portate in Canada e in Austria non rappresentano un aggiornamento ad hoc per Norris, ma indubbiamente a beneficiarne maggiormente è stato proprio l’inglese. Lavorando sulle sospensioni la McLaren è riuscita a dare ai piloti la possibilità di avere sensazioni più precise sul comportamento della vettura in frenata, a tutto vantaggio della fiducia nel mezzo.
Oggi Norris ha staccato tutti di mezzo secondo, per via di una tempesta perfetta dovuta non solo al connubio tra feeling con la pista e aggiornamenti, ma anche all’impossibilità per il compagno di squadra, Oscar Piastri, di effettuare il suo ultimo tentativo lanciato. Il testacoda di Pierre Gasly ha impedito al leader del mondiale di poter tirare la zampata alla pole, ma la sensazione è che contro il Norris di oggi non ci fosse nulla da fare. Un modo migliore di rifarsi del disastro di Montréal non avrebbe potuto trovarlo, ma il difficile per Lando verrà domani, su una pista su cui sorpassare non è un compito così gravoso.
Le prime insidie per Norris potrebbero arrivare già alla prima staccata in partenza. E la buona notizia per la Ferrari è che Charles Leclerc e Lewis Hamilton sono i primi inseguitori di Norris e Piastri. Il profondo aggiornamento al fondo della SF-25 portato al debutto in Austria, che include novità propedeutiche alla futura introduzione della sospensione posteriore rivista, sembra aver dato i propri frutti. Non si tratta solamente della naturale conseguenza di non avere un fondo usurato nel corso dei Gran Premi, ma di qualcosa di più.
Sia Leclerc che Hamilton hanno parlato di un miglioramento prestazionale che si ripercuote sui tempi. E se la prima fila di Leclerc a Montecarlo era frutto di circostanze favorevoli a mascherare le mancanze della SF-25, in questo caso il secondo posto di Charles è indubbiamente incoraggiante. Così come lo è, a ben vedere, il fatto che Hamilton sia molto vicino al compagno di squadra con una vettura più performante. Ma la Rossa è stata impeccabile anche dal punto di vista delle operazioni in pista.
La gestione dei distacchi dalla concorrenza e del traffico, su una pista critica per quanto riguarda questi aspetti, ha aiutato la Ferrari a ottimizzare il risultato finale, sebbene nessuno dei due piloti abbia migliorato il proprio tempo nel tentativo lanciato. La McLaren, decisamente più veloce in curva 6 e 7, era oggettivamente irraggiungibile. Ma la Rossa, finalmente, partirà abbastanza avanti da poter sfruttare la vera arma della SF-25, il passo gara. È chiaro che è troppo presto per trarre conclusioni affrettate sull’effetto dell’upgrade, ma per quello che abbiamo visto la Ferrari può giocarsela con la Mercedes come outsider alle spalle della McLaren, con avvicendamenti nei valori in campo a seconda delle condizioni.
In Austria la Ferrari SF-25 è stata galvanizzata dalle elevate temperature dell’asfalto, che oggi hanno quasi toccato i 50 gradi. La Mercedes, invece, ha vissuto il rovescio della medaglia del Canada. A Montréal le condizioni erano ideali per la W16, con il degrado termico praticamente assente e temperature contenute. Al Red Bull Ring si è vissuta la situazione contraria, con un asfalto rovente e pure abrasivo. A complicare il quadro ha pensato pure la scarsa efficacia della W16 sulle curve veloci. E così George Russell e Andrea Kimi Antonelli sono scivolati indietro.
Non sorride nemmeno Max Verstappen, strozzato dalle storture della sua RB21. Nelle FP3 aveva accarezzato l’idea che la vettura potesse essere migliorata con il lavoro di fino tra venerdì e sabato. Ma era solo un’illusione. Con l’aumento della temperatura e del vento, in curva Verstappen ha vissuto un supplizio, con problemi di bilanciamento e sovrasterzo o sottosterzo a seconda del giro. Non c’entra la disconnessione a livello di bilanciamento a metà curva problema della Red Bull dall’anno scorso. Ma il problema è che Verstappen non sa darsi una spiegazione. E oggi a volare sul circuito di casa della Red Bull è stato l’uomo con cui 12 mesi fa ingaggiò una lotta sanguigna, crudele.