F1. McLaren e il lavoro di fino sulle gomme, Ferrari a un passo dalla pole, Red Bull limitata: ecco cosa abbiamo imparato dalle qualifiche di Monaco

F1. McLaren e il lavoro di fino sulle gomme, Ferrari a un passo dalla pole, Red Bull limitata: ecco cosa abbiamo imparato dalle qualifiche di Monaco
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Per strappare la pole position a Charles Leclerc nelle qualifiche del Gran Premio di Montecarlo 2025 di Formula 1, la McLaren ha dovuto lavorare di fino sulla gestione della C6. Una mescola complessa, che domani qualcuno dovrà necessariamente usare in gara. L'analisi del sabato di Montecarlo
24 maggio 2025

La capacità di Charles Leclerc di diventare tutt’uno con le stradine che l’hanno visto crescere non è bastata per strappare la pole position nel Gran Premio di Montecarlo 2025 di Formula 1. L’idolo di casa si è dovuto accontentare della seconda posizione, alle spalle di una McLaren, quella di Lando Norris. La Ferrari SF-25 si è rivelata estremamente efficace sul dritto, consentendo a Leclerc l’allungo nel primo settore, complice anche il drag che è effetto collaterale della poderosa efficienza aerodinamica della MCL39. Ma nel resto del giro Norris ha trovato qualcosa di più, dopo una faticosa ricerca del limite.

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Che la MCL39 non sia una vettura di facile interpretazione sul giro secco, quando arriva il momento di prodursi in un gioco pericoloso sul filo del limite, è cosa risaputa. E Piastri e Norris a Monaco hanno dovuto prendere con cautela le misure della loro monoposto, prima di piazzare la zampata finale in qualifica. A spuntarla tra i due è stato Norris, indubbiamente il più incisivo dei due papaya per tutto il weekend. Sulle stradine del Principato Piastri è stato meno pulito del solito, incappando anche in un errore andando a muro nelle FP2 di ieri. La McLaren, in ogni caso, ha dovuto procedere con delle sperimentazioni a livello di assetto prima di trovare la quadra giusta.

Per sottrarre la pole position alla Ferrari in McLaren si è lavorato di fino anche sulla gestione della C6, mescola che anche a Montecarlo ha dato qualche grattacapo a scuderie e piloti. Molto tenero e con la tendenza a deformarsi facendo scivolare la monoposto, questo compound con la MCL39 funzionava meglio se leggermente usato. Per questo nella Q3 si è deciso di fare in modo che Norris e Piastri potessero effettuare il secondo tentativo con la gomma in queste condizioni. E alla fine la strategia ha pagato. I piloti hanno fatto il resto, trovando un buon feeling con una vettura che secondo il team principal Andrea Stella non restituisce loro le sensazioni che vorrebbero, soprattutto sul giro secco.

A scattare accanto a Norris in prima fila sarà Leclerc, penalizzato dal traffico nel primo giro lanciato della Q3. Una condizione, questa, che a suo dire gli ha fatto perdere un po’ di sicurezza, quanto basta per non portarsi al di sopra dei limiti della macchina come a volte gli capita in qualifica. A dire la verità, però, la SF-25 si è ben difesa a Monaco. Il fatto che a Montecarlo gli altri team abbiano dovuto sacrificare qualcosa in termini di altezza da terra ha ridotto l'handicap della Rossa su questo fronte. E la mancata necessità di avere un’impostazione rigida delle sospensioni posteriori ha fatto sì che la SF-25 fosse morbida nell’avvolgere i cordoli.

Che la SF-25 abbia mostrato il suo lato migliore a Monaco, una pista su cui non sono necessari compromessi tra curve dalla diversa velocità, lo si capisce dal quarto posto colto da Lewis Hamilton, poi penalizzato per aver ostacolato in qualifica Max Verstappen. Il sistema di rilevazione della posizione dell’olandese rispetto all’inglese si è inceppato, e Riccardo Adami non ha potuto avvertire in tempo Hamilton della reale distanza a cui si trovava Max, oltre alla sua velocità. I problemi legati al malfunzionamento del GPS sono all’ordine del giorno sulla pista di Monaco, ma la retrocessione al settimo posto avrà conseguenze sull’economia strategica dell’intero team.

Se la Ferrari è andata oltre le aspettative della vigilia a Montecarlo, la Red Bull non è riuscita a coprire le lacune della RB21, esposte crudelmente dal tracciato del Principato. Dalla vettura che l’ha preceduta la monoposto di Max Verstappen e Yuki Tsunoda ha ereditato la difficoltà nella gestione dei cordoli. E se a questa debolezza si aggiungono pure i problemi nella gestione delle curve lente, si capisce come Verstappen non potesse andare oltre il quinto posto. È andata pure peggio alla Mercedes, con il ko tecnico di George Russell e il botto di Andrea Kimi Antonelli, che ha pagato nel modo più duro lo scotto dell’inesperienza mentre cercava di affrontare la sfidante pista di Monaco per la prima volta in qualifica con una F1.

Fosse una Monaco come tante, potremmo dire che il grosso si è fatto oggi. Ma la doppia sosta obbligatoria apre a un ventaglio molto ampio di possibilità strategiche. C’è chi, come la Mercedes e Hamilton, ha due set di hard a disposizione per domani. E chi, come la Red Bull, dovrà per forza di cose smarcare la C6 in gara. Se a questo aggiungiamo anche l’incertezza legata all’alta probabilità dell’ingresso in pista della Safety Car, si capisce come a Montecarlo questa volta non c’è davvero nulla di scontato. E anche chi scatta davanti, come Lando Norris, sarà costretto a giocare d'azzardo, sperando di puntare sulla strategia giusta.

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