F1, GP Belgio 2019: le pagelle di Spa

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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati di Spa nelle pagelle del Gran Premio d'Ungheria 2019 di Formula 1
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
2 settembre 2019

Il giorno dopo una tragedia che l’ha colpito anche personalmente, sulla pista dei campioni Leclerc coglie la prima vittoria in carriera. È il terzo vincitore più giovane nella storia della F1, eppure l’impressione di tutti è che questa affermazione sarebbe dovuta arrivare anche prima: già questo dice tutto. Il monegasco a Spa ha corso da campione assoluto: imprendibile (anche e soprattutto per Vettel) in qualifica, perfetto al via, un rullo compressore in gara, bravissimo stavolta a gestire le gomme e il vantaggio nel finale. Il futuro della Ferrari è appena diventato realtà, sperando che la monoposto del prossimo anno possa lottare per il titolo. Voto 10 e lode, campione.
Alle sue spalle, poteva per una volta prendersela comoda, fare il ragioniere, invece Hamilton ci ha provato fino all’ultimo metro, mostrando quella determinazione che è propria dei grandissimi. Voto 8, insaziabile.
Di tutt’altro tenore la gara di Bottas invece, anche se il finlandese è pur sempre salito sul podio. Però il distacco da Hamilton, pur non troppo consistente, è sempre stato tale da farlo apparire un comprimario. Per tutta la gara ha dato l’impressione di correre attendendo che accadesse qualcosa, ma le occasioni bisogna anche saperle creare. Voto 6,5, brodino.

Più difficile invece giudicare la gara di Vettel: da una parte in qualifica ha pagato un dazio pesante a Leclerc e anche in gara è parso evidente che non avesse assolutamente il ritmo del compagno, al netto delle diverse strategie, però il tedesco è stato bravo a vestire i panni del secondo pilota, facendo perdere ad Hamilton qualche secondo prezioso. E allora voto 7, anche se a Spa sa di essersi giocato una gran bella occasione.
Incredibile 5° posto per Albon, anche se in questo risultato ha giocato un ruolo decisivo anche il ritiro finale di Norris. Fino a lì però Albon aveva fatto tutto da solo, dopo essere partito 18° per la sostituzione della power unit. Nel mezzo, tanti bei sorpassi e un ritmo sostenuto che gli ha consentito di risalire soprattutto negli ultimi giri. Il tutto su una monoposto provata per la prima volta il venerdì. Voto 8,5, talento.
Bravissimo anche Perez, che su una pista che premia più di altri la completezza di un pilota rifila l’ennesima bastonata al compagno Stroll e corre costantemente in zona punti, dopo essere entrato in Q3. Impossibile pretendere di più con questa Racing Point. Voto 8,5, trascinatore.
Alle sue spalle, gran gara di Kvyat, anche lui partito dal fondo per avere sostituito la power unit e bravissimo a risalire fino alla zona punti, cogliendo un bel 7° posto che consolida il 5° posto della Toro Rosso nella classifica Costruttori. Il russo stavolta si è visto poco, ma ha disputato l’ennesima gara ricca di sostanza. Voto 8, certezza.

Bello anche l’8° posto di Hulkenberg, che risponde in pista alla Renault all’indomani della decisione del team di scaricarlo per il prossimo anno. In Haas pare lo aspettino a braccia aperte: lui ha dimostrato di meritare certamente un posto in F1. Voto 7, tenace.
A punti anche Gasly e sul piano psicologico si tratta di una risposta importante per il francese, che ha corso bene con la Toro Rosso, anche se non all’altezza del compagno Kvyat e i punti sono arrivati solo per i ritiri nel finale di Norris e Giovinazzi. Voto 7 di incoraggiamento.
Chiude la zona punti Stroll, anche lui più per fortuna che per merito, anche se va detto che pure lui è stato costretto a partire dal fondo per avere sostituito la power unit. Però passano gli anni, ma il canadese continua a correre sui consueti livelli, discreti ma niente di più. Voto 6,5, discreto appunto.
Fuori dai punti, voto 8 a Norris che prima di ritirarsi a pochi chilometri dal traguardo stava disputando un garone, solidissimo 5° grazie anche al caos alla prima curva, dove è fortunato e abile a infilarsi nel varco giusto. L’inglese riparte senza avere mosso la classifica, ma avendo dato un’altra bella dimostrazione di talento. Conferma.

Voto 5 invece a Giovinazzi, e siamo di manica larga considerando che fino a due giri dal termine l’italiano aveva disputato una bellissima gara, dosando nella giusta misura ritmo, velocità e aggressività. Gli errori posso capitare, ma l’italiano aveva bisogno di arrivare a punti come dell’acqua nel deserto e girarsi da solo, quando doveva solo portare l’auto al traguardo, è uno sbaglio grave. Continua a mostrare un bel potenziale senza concretizzare, e stavolta è solo colpa sua. Sprecone.
Voto 5 anche alla Renault, che con le gomme nuove in qualche modo fa vedere cose discrete, ma appena gli pneumatici si usurano per i piloti è una gran fatica, anche lottare con scuderie ben meno titolate. La crisi continua.

E voto 4 alla Haas, dove potremmo ripetere quanto detto per la Renault: veloci in qualifica, in gara le vetture americane sprofondano. E stavolta non è certo colpa dei piloti, perché se li passano a metà rettilineo come se fossero fermi, chi è al volante può fare ben poco. Anche quest’anno poi il team americano sta dimostrando di non riuscire a garantire uno sviluppo efficace durante l’anno: forse l’idea di un team “snello”, assemblando i contributi di partner esterni, funziona fino a un certo punto…
Voto 7 alla Ferrari invece, che finalmente coglie la prima, sospiratissima vittoria dell’anno, però lascia perplessa la strategia di fermare Vettel così in anticipo, tanto più sapendo di avere un problema di usura degli pneumatici. Siccome in quel momento erano primo e secondo, c’era davvero bisogno di inventarsi qualcosa di così rischioso?
Voto 10, sempre e comunque, a Spa, che si conferma la pista più bella del mondiale, anche se ci rendiamo perfettamente conto che ribadirlo all’indomani di un incidente mortale non è molto politicamente corretto. Ma proprio per questo è giusto farlo, prima che i soliti polemisti pensino di snaturare anche questo tracciato. A proposito, voto 0 a chi si interessa delle corse solo quando accade una tragedia, sparando sentenze, dispensando consigli, giudicando. La verità è che il rischio fa parte delle corse, e ne farà sempre parte anche se moltissimo è stato fatto per ridurre il pericolo: chi sale in auto ne è perfettamente consapevole, e anche per questo i piloti - a noi che corriamo solo sulle tastiere e con la nostra fantasia - appaiono tutti come creature speciali.

GP Belgio 2019, le pagelle

LecLerc 10 e lode

Spa 10

Albon 8,5

Perez 8,5

Hamilton 8

Kvyat 8

Norris 8

Vettel 7

Hulkenberg 7

Gasly 7

Ferrari 7

Bottas 6,5

Stroll 6,5

Giovinazzi 5

Renault 5

Haas 4

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