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Oscar Piastri e Lando Norris nel Gran Premio di Miami 2025 di Formula 1 sembravano due pianeti capaci di orbitare a una velocità molto più elevata rispetto agli altri. In Florida la McLaren ha fatto terra bruciata nei confronti della concorrenza. Che la MCL39 fosse la vettura da battere si sapeva, ma qui si è visto un dominio schiacciante, con un vantaggio sui rivali che in alcune fasi ha superato il secondo al giro. Il motivo è presto detto. Grazie alla sua efficienza, la MCL39 ha come asso nella manica una dose extra di carico aerodinamico da sfruttare in condizioni in cui la pista ha poco grip. Solitamente lo si vede a inizio weekend, durante le libere, e successivamente la forbice prestazionale si restringe.
In questo caso, l’acquazzone torrenziale che si è abbattuto in mattinata sul tracciato di Miami ha ridotto notevolmente il grip della pista. E così la McLaren ha costituito una classe a sé stante, con il primo inseguitore, George Russell, classificato a 37 secondi di distacco da Piastri. È un’enormità, frutto di circostanze che non necessariamente si ripeteranno nel prosieguo della stagione. Ma i giri inanellati da Piastri con aria pulita sono stati impressionanti. E la capacità di gestire le gomme posteriori della MCL39 ha fatto il resto. Lando Norris, penalizzato dalla bagarre con Max Verstappen a inizio gara, si è dovuto accontentare di un secondo posto da leone in gabbia, con qualche leggerezza nel corpo a corpo nel corso della gara, soprattutto nella lotta con Verstappen, autore di una masterclass in difesa su di lui.
Chi sta disputando un’ottima prima parte di stagione è George Russell. Surclassato sul giro secco dal velocissimo Andrea Kimi Antonelli, Russell ha nuovamente chiesto troppo alle gomme a inizio gara, ma ha disputato un secondo stint ottimo. Favorito dalla sosta effettuata in regime di Virtual Safety Car, Russell ha guadagnato la posizione su Verstappen, ma se l’è dovuto tenere alle spalle e l’ha fatto con autorevolezza, senza errori. È lui il pilota di punta di una Mercedes che, complice anche la temperatura dell’asfalto molto meno elevata rispetto alle previsioni visto il cielo coperto, ha gestito le gomme senza le difficoltà viste in quel di Jeddah.
Mediocre, invece, è l’aggettivo giusto per definire la gara di una Ferrari anonima. La Rossa si è presa la ribalta solo grazie alla querelle via radio per lo scambio di posizione tra Lewis Hamilton e Charles Leclerc. Il primo, che calzava le medie, ha chiesto a gran voce lo scambio con Leclerc per andare all’inseguimento di Antonelli. Ma lo scarso tempismo del muretto – sottolineato in modo piccato da Lewis: “volete anche prendervi un tè, già che ci siete”, ha sibilato a Riccardo Adami – ha fatto sì che Hamilton sprecasse i giri migliori delle sue medie nell’aria sporca del compagno di squadra. Poi, un altro avvicendamento, per lanciare Leclerc all’inseguimento di Antonelli, senza risultati.
D’altronde, pure lui non aveva certamente beneficiato dei giri passati nell’aria sporca del compagno di squadra. In questa occasione, c’è stata un’altra sbavatura comunicativa da parte della Ferrari, visto che a Leclerc è stato comunicato che Hamilton era stato avvisato dello scambio di posizioni, quando invece non gli era ancora stato detto. La tensione via radio è culminata con un messaggio al vetriolo di Hamilton, che a una comunicazione sul vantaggio nei confronti di Sainz ha risposto “volete che faccia passare anche lui?”. Un segnale di una certa insofferenza, da non sottovalutare. Ma il problema più grande è un altro.
Tutto questo cinema si è venuto a creare per un avvicendamento al settimo posto, nel tentativo di agganciare il sesto. È vero che in un mondiale lungo ogni lunghezza conta, ma la Ferrari si è complicata l’esistenza per un nonnulla. Il vero problema, semmai, è costituito dal fatto che anche la Williams si è invitata alla festa dei top team, mostrando un ritmo in alcune fasi della gara comparabile a quello dei team inseguitrici di una McLaren imprendibile. E con un Carlos Sainz ancora ondivago, a prendersi la ribalta è Alex Albon, solido quinto. È una buona notizia per la scuderia di Grove, molto meno per una Ferrari la cui coperta con la SF-25 è molto corta, come evidenziato in un weekend di gara di Miami in cui si è ricercato un maggior grip meccanico come l’acqua nel deserto.
Il team principal Fred Vasseur continua a parlare di potenziali miglioramenti, con un bilanciamento ancora da sistemare. Dice che non è questione di aggiornamenti – che arriveranno a Imola e poi anche a Barcellona – ma la sensazione, da fuori, è che le storture di questo progetto possano essere corrette solo con degli upgrade, soprattutto dopo un weekend di gara in cui in qualifica la Rossa è stata più veloce con la gomma usata che quella nuova. La frustrazione dei piloti, rimasta finora a sobbollire, ora sta emergendo in superficie. E mentre la McLaren viaggia alla velocità della luce, la Rossa continua a rimanere invischiata nelle posizioni meno nobili, nella speranza di una svolta che deve avvenire al più presto.