F1, Pirro: «La penalità a Vettel? Non c'erano appigli per assolverlo»

F1, Pirro: «La penalità a Vettel? Non c'erano appigli per assolverlo»
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Emanuele Pirro parla della penalità comminata a Sebastian Vettel nel Gran Premio del Canada e delle ritorsioni che ha subito
18 giugno 2019

A una settimana dalla penalità costata a Sebastian Vettel la vittoria nel Gran Premio del Canada, Emanuele Pirro ha parlato ai microfoni di Radio Rai 1 della decisione presa dal collegio dei commissari di cui faceva parte e delle ritorsioni che ha accusato. «Ho subito una gogna mediatica bruttissima, non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico - ha spiegato Pirro -. Ho ricevuto minacce personali, sono dovuto andare a sporgere delle denunce alla Polizia. È una cosa scandalosa, che esula dallo sport, di cui vergognarsi».

Pirro punta il dito anche contro alcuni giornalisti: «Una parte della stampa è stata trascinata dall’emotività e non dalla razionalità. Sono state dette molte inesattezze, in particolare la nostra televisione che trasmette i GP (Sky, ndr) si è dimostrata molto poco preparata. I commissari sono quattro, ogni volta c’è un ex pilota: questo regolamento è in vigore da oltre dieci anni, e molti alfieri blasonati hanno ricoperto questo ruolo, tra cui Mansell e Fittipaldi. È un ruolo più difficile di quello che sembra».

Pirro ha poi spiegato le motivazioni per le quali è stata comminata la penalità a Vettel: «Prima di prendere una decisione del genere si è spaccato il capello in quattro. Il discrimine per la sanzione è stato quanto Hamilton avesse dovuto frenare per evitare l’incidente e quanto sarebbe stato facile il sorpasso se lui non fosse stato costretto a frenare per schivare il muro. Un altro elemento è in che misura Vettel avesse il controllo della sua monoposto e quanto il movimento dello sterzo fosse volontario».

«Questi elementi li abbiamo valutati in diretta, grazie alle immagini e alla telemetria cui noi possiamo accedere. In ogni caso, si trattava di cedere una posizione che Hamilton avrebbe guadagnato in pochi secondi, se non ci fosse stato il muretto, perché il delta di velocità tra i due era elevato. Abbiamo cercato in tutti i modi di cercare un appiglio per assolvere Vettel, ma non c'era. La vita sarebbe bella se fosse una favola, ma purtroppo non lo è e lo sport alla fine è meritocrazia, perciò deve vincere chi si merita di più di farlo», ha aggiunto Pirro. 

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