F1. Il plank della McLaren, le linee guida sui contatti di gara, gli aerei in ritardo: ecco di cosa si è parlato nel giovedì del Qatar

F1. Il plank della McLaren, le linee guida sui contatti di gara, gli aerei in ritardo: ecco di cosa si è parlato nel giovedì del Qatar
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Dalla doppia squalifica della McLaren a Las Vegas agli aerei in ritardo, ecco di cosa si è parlato nel paddock di Losail nella giornata dedicata ai media
27 novembre 2025

Il weekend del Gran Premio del Qatar 2025 di Formula 1 è cominciato all'insegna di alcuni argomenti caldi: ecco di cosa si è parlato oggi nel paddock di Losail. 

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Aerei in ritardo

La giornata dedicata ai media segue sempre uno schema preciso e ben oliato, secondo cui gli incontri con la stampa dei vari piloti sono organizzati nell’ordine inverso rispetto alla classifica del mondiale Costruttori dell’anno precedente. Ma in Qatar si è creato un certo rimescolamento delle carte. Tutto è cominciato con lo spostamento delle media session di Ferrari e McLaren all’inizio dell’agenda, per lasciare spazio a fine giornata all’atteso briefing dei piloti, nella cui agenda c’erano le linee guida sui contatti di gara (ci arriveremo più avanti).

A scombussolare ancora di più l’ordine delle media session hanno pensato i ritardi degli aerei di alcuni piloti. Charles Leclerc è arrivato dopo il previsto, così come anche Gabriel Bortoleto, la cui media session è stata addirittura spostata a domani. Gli astrologi darebbero la colpa a Mercurio retrogrado, ma la verità è che logisticamente lo spostamento da Las Vegas a Doha è ai limiti dell’insensatezza. Anche diversi colleghi giornalisti, e non solo i piloti, hanno subito ritardi e imprevisti in un tragitto che non solo è lunghissimo, ma comporta anche un violento cambio di fuso orario. E non è un caso che oggi nel paddock si siano visti parecchi sbadigli.

Il plank della discordia della McLaren

A tenere banco nel giovedì di Doha non poteva che essere la doppia squalifica comminata alla McLaren per un consumo eccessivo del pattino del fondo. In mattinata la scuderia di Woking ha scelto di spiegare per filo e per segno quanto successo in un documento in cui, tra le altre cose, il team principal Andrea Stella rivelava di aver proposto alla FIA di lenire le penalità per chi dovesse commettere un’infrazione relativamente contenuta sull’usura del pattino. Sia Alex Albon che Charles Leclerc sono però dell’avviso che si tratti di una questione su cui non ci possono essere dei margini di tolleranza.

Come ha giustamente sottolineato Albon in risposta a una nostra domanda sull’argomento, non imporre la squalifica per un’usura del plank ridotta equivarrebbe a consentire a vetture illegali di correre in pista senza conseguenze catastrofiche. In ogni caso, Lando Norris ha spiegato ai giornalisti presenti in pista in Qatar di aver cercato di gestire l’emergenza legata all’usura del pattino sin dall’inizio della gara. È un problema, questo, che con il nuovo ciclo regolamentare dovrebbe diventare molto meno rilevante. E qui arriviamo a un altro argomento caldo…

Si contano le ore per l'addio alle vetture a effetto suolo

I piloti di Formula 1 non vedono l’ora di fare il funerale alle vetture a effetto suolo. Tolto Nico Hulkenberg, che ha avuto un punto di vista più generoso, gli altri interpellati sull’argomento non hanno nascosto di contare le ore che li separano dalla fine di un ciclo tecnico che li ha messi alla prova anche e soprattutto fisicamente. Il perché l’ha spiegato bene George Russell. Il porpoising – fenomeno che ha funestato l’anno in cui è stato introdotto l’attuale regolamento – è sì attenuato rispetto al 2022, ma arreca ancora fastidio.

Russell ha spiegato come lo scorso anno a Las Vegas avesse avuto dei momenti in cui la deportanza instabile generata dal suo fondo gli causava problemi di visibilità, rendendogli molto difficile sfruttare i riferimenti della pista. Lo si capisce molto bene dagli on board dal casco dei piloti, che restituiscono con grande efficacia quanto siano scossi da queste continue vibrazioni. Ma se i piloti dello schieramento non vedono l’ora di lasciare le monoposto attuali, per il 2026 ci sono tantissime incognite…

Il 2026 è ancora un mistero

Esteban Ocon ha usato una metafora di grande impatto per parlare del 2026 e della rivoluzione tecnica che porterà con sé il prossimo ciclo regolamentare. “Sarà come passare da una macchina di Formula 1 ai rally”, ha spiegato a noi giornalisti presenti alla sua media session a Losail. In effetti, il nuovo ciclo tecnico richiederà degli aggiustamenti non da poco allo stile di guida dei piloti.

Anziché seguire la loro naturale inclinazione a spingere, saranno costretti a dover gestire l’energia. È un argomento di cui sentiremo parlare moltissimo nel 2026. Così come, di conseguenza, si discuterà molto di più di freni. A partire avvantaggiati potrebbero essere paradossalmente i piloti più inesperti, che non hanno troppi preconcetti. Ma il vero argomento principe del giovedì di Losail è un altro…

Il briefing sui contatti di gara

Come vi anticipavamo all’inizio di questo pezzo, nella serata di Losail si è tenuto il briefing dei piloti, con un’agenda focalizzata sulle linee guida riguardo ai contatti di gara. A pesare resta la mancanza di coerenza sulle decisioni, così come un ruolo non indifferente viene giocato da un regolamento eccessivamente prescrittivo, che a volte porta a valutazioni che appaiono contro logica, pur se coerenti con queste disposizioni. È qualcosa che va a inficiare sulla naturalezza dei corpo a corpo in pista.

I due direttori della GPDA, Carlos Sainz e George Russell, sono concordi su un punto su cui si discute da tempo, cioè la presenza di commissari permanenti. Un cambiamento, questo, che porterebbe coerenza là dove al momento non ne si trova molta. Sainz, poi, non esclude che l’eventuale aggiunta di ex piloti con un’esperienza in F1 relativamente recente possa essere una soluzione per portare dei punti di vista più freschi nei giudizi sui contatti di gara. Resta da vedere come verranno accolti i suggerimenti dei piloti da parte della FIA.

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