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Alla vigilia del Gran Premio del Qatar 2025, Pierre Gasly è arrivato a Losail con una posizione netta su ciò che, secondo lui, sta rendendo il campionato più frustrante del necessario. Il francese è tornato sull’incidente di Las Vegas, dove la sua gara è finita alla prima curva, e non usa giri di parole: “Un’altra occasione persa. È un peccato, avrebbe portato un po’ più di emozioni al mio sabato sera e invece si è chiuso subito”.
Il tema è chiaro: quando una penalità dipende dal singolo giudizio e non da una lettura uniforme delle linee guida, i piloti rischiano di diventare vittime collaterali di errori altrui. Gasly cita l’episodio con Gabriel Bortoleto a Las Vegas: “Non è stata una piccola sbavatura. A questo livello non dovrebbe succedere. Ha iniziato ultimo, con gomma dura, e non ha sbagliato di un paio di metri. Ha influenzato la gara di Stroll, la mia, e ha tolto opportunità di punti a più piloti”. Il pilota francese respinge l’idea che, solo perché un incidente avviene al primo giro, debba essere trattato con maggiore indulgenza. “Per me è stato un grande errore di valutazione. Non credo sia stato troppo severo”.
Gasly entra nel dettaglio, distinguendo tra un semplice bloccaggio in frenata – “come Liam, ad esempio” – e un attacco fuori misura, dove la velocità d’ingresso non ha alcun margine di controllo. “Guardate la velocità con cui è entrato. Se Stroll non c’è, finisce dall’altra parte della pista. Con la gomma dura era troppo ottimista”. Per Gasly il vero nodo non sono le conseguenze finali, ma l’azione del pilota al momento della manovra. La differenza tra un errore di 30 centimetri e uno di 10 metri deve essere riconosciuta e punita in modo coerente.
Da qui la critica alle linee guida FIA: non abolirle, ma renderle più flessibili. Gasly osserva come dall’abitacolo si possa sfruttare una sorta di zona grigia: entrare forte, mollare il freno all’apice e mettere il muso davanti quanto basta per risultare “in diritto” di stare lì. “Si crea una situazione assurda, troppo ottimista in partenza, oppure l’opposto, con chi ti chiude presto costringendoti a frenare e arrivare al contatto”. Sono scenari che, secondo lui, si ripetono perché le regole attuali non coprono abbastanza le sfumature tra corretto agonismo e imprudenza.
Il dibattito non riguarda solo il campo di gioco, ma anche il timing delle decisioni. Gasly non è contrario a penalità immediate: “Quando è palese non mi importa che arrivino subito”. Solo nei casi poco chiari, dice, ha senso aspettare prove aggiuntive o ulteriori angolazioni video. “Se non hai le immagini giuste, meglio aspettare. Ma quando è evidente, preferisco che agiscano rapidamente”. Il francese ha confermato che i piloti discuteranno con la FIA proprio in Qatar.
Sul weekend di Losail, Gasly si mantiene prudente ma ottimista. La pista gli piace, lo scorso anno fu uno dei punti migliori in stagione e le curve ad alta velocità possono aiutare l’Alpine, che perde meno tempo rispetto ai tratti lenti. Vede con favore il doppio pit-stop obbligato: “Sul degrado consumiamo più di altri, non sono contrario”. Non teme neppure una gara “piatta” in termini strategici: se la qualifica dovesse sorridergli, l’obiettivo è solo massimizzare il risultato. “Quest’anno spesso passo la gara a guardare negli specchietti. Se qualificherò bene e finiremo tutti su strategie simili, vedremo cosa succede”.
Sul tema gomme Gasly non vuole paletti rigidi calati dall’alto, ma responsabilità tecnica. “Gli ingegneri sanno dove è il limite e quanto stress subisce la gomma”. La sicurezza resta prioritaria, “non è mai una cattiva idea”, ma l’equilibrio non deve soffocare la competizione. Mentre per quanto riguarda le zone grigie, indica la dinamica più comune: arrivare corto alla frenata, mollare il freno e gettare l’auto dentro solo per essere “in posizione”. Una manovra legale su carta, ma poco corretta in pista.
Infine lo sguardo va oltre il Qatar. Le nuove regole del 2026 sono alle porte e Gasly non intende presentarsi impreparato. Non pensa a vacanze lunghe o a staccare la spina: “Puoi essere sicuro che sarò uno dei piloti a lavorare di più. Dopo la stagione che ho avuto, sono più motivato che mai per rimbalzare il prossimo anno". Sa quanto l’Alpine abbia sacrificato per il futuro e vuole essere la miglior versione possibile di sé. “Ci vediamo in fabbrica a gennaio”. Una frase che sintetizza tutto: meno lamentele, più lavoro.