F2. Gabriele Minì: “Voglio dimostrare di meritare un posto in Formula 1. Briatore sceglie solo i migliori per Alpine”

F2. Gabriele Minì: “Voglio dimostrare di meritare un posto in Formula 1. Briatore sceglie solo i migliori per Alpine”
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Gabriele Minì racconta la sua scalata nel motorsport: dal primo kart regalatogli dal padre al podio di Monte Carlo in Formula 2, passando per l’esperienza in Formula E e il sogno di arrivare in Formula 1 con Alpine
22 giugno 2025

«Il mio amore per il motorsport è nato grazie a mio padre», esordisce con un sorriso sereno Gabriele Minì. Lo abbiamo incontrato a Monte Carlo, pista dove ha già vinto per due volte di fila in Formula 3 e colto quest’anno il podio in Formula 2, categoria nella quale corre da questa stagione con il team Prema e sotto l’egida di Alpine, che lo ha accolto nella sua Academy.

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«Anche mio padre era un pilota, così ha deciso di regalarmi un kart quando ero piccolo. Dopo circa due anni e mezzo ho iniziato a guidarlo da solo e a fare i primi giri in pista. Ho cominciato con le gare cittadine, poi regionali, e da lì è partito tutto. Il passaggio alle monoposto non è stato semplice, ma in Formula 4 sono andato subito forte. In Formula Regional ho trovato in fretta velocità e competitività: ho vinto già alla prima gara», racconta il pilota siciliano. «Anche il passaggio dalla Formula 3 alla Formula 2 è stato abbastanza lineare».

Il debutto in F2 è avvenuto già lo scorso anno, quando Prema lo ha chiamato a sostituire Oliver Bearman a Baku, impegnato nel weekend di Formula 1 con Haas. «L’esordio è andato bene, sono finito subito a podio – continua Minì – ma c’era ancora tanto da imparare. Così mi sono messo al lavoro per crescere e diventare competitivo». Un lavoro che ha convinto Prema ad affidargli il sedile da titolare per la stagione 2025.

Gabriele Minì
Gabriele Minì

I tracciati cittadini sembrano esaltare le sue qualità, anche se lui preferisce non etichettarsi: «Non so se siano davvero il mio punto forte. È vero, ho vinto due volte a Monte Carlo e sono salito ancora sul podio quest’anno, ma cerco sempre di dare il massimo ovunque. Magari mi prendo qualche rischio in più, vista la vicinanza delle barriere, ma il 100% lo metto su ogni pista». Il legame con Prema è ormai saldo: «Siamo diventati una grande famiglia. Conosco quasi tutti, anche se il team si sta espandendo molto. Sono arrivati volti nuovi, ma lavoriamo benissimo insieme».

Gabriele Minì
Gabriele Minì

Classe 2005, originario di Marineo, vicino Palermo, Gabriele Minì è anche uno dei talenti supportati da Alpine. Un’opportunità che, come sottolineato anche da Leonardo Fornaroli, può aprire le porte della Formula 1. «Non so dire quando potrò fare una sessione di prove libere in F1. Ora penso solo alla Formula 2 e a fare bene qui. Magari un giorno arriverà la possibilità di provare la loro monoposto. Vedremo, tutto può succedere».

Su Flavio Briatore, nuovo consulente di Alpine, commenta: «Lui sceglie chi crede sia il migliore per la squadra. Il fatto che sia italiano come me non credo influenzi le sue decisioni. Io voglio dimostrare il mio valore e meritarmi un sedile in Formula 1».

Gabriele Minì
Gabriele Minì

Minì fa parte di quella nuova generazione di talenti italiani che comprende anche Andrea Kimi Antonelli e Leonardo Fornaroli. «Kimi sta facendo molto bene con Mercedes, ha avuto la chance di iniziare con un team competitivo. Anche Leonardo sta andando forte in Formula 2. Ci conosciamo da anni e vogliamo tutti vincere. L’anno scorso con lui ci siamo giocati il titolo in Formula 3 fino all’ultima gara, a Monza. In pista siamo rivali, ma fuori c’è amicizia. Certo, un po’ di tensione c’è quando ti giochi un campionato, ma il rispetto non è mai mancato. Passiamo anche del tempo libero insieme, spesso al simulatore. Il nostro rapporto non è cambiato, neanche dopo quella sconfitta».

Il simulatore, d’altronde, è uno strumento fondamentale. «È il 70% del nostro lavoro. Ci aiuta a prepararci al meglio perché abbiamo pochissimo tempo in pista durante il weekend. Serve a provare i set-up, studiare il tracciato, individuare il miglior punto di frenata e di sterzata».

E se non fosse Formula 1? «Al momento non penso ad altri campionati. Il mio sogno è correre in F1. Dopo, magari, prenderò in considerazione il WEC, la Formula E o l’Indycar. Ma per ora il mio obiettivo è chiaro».

Gabriele Minì, Rookie Test Formula E
Gabriele Minì, Rookie Test Formula E

Qualche mese fa Minì ha partecipato ai Rookie Test della Formula E a Gedda, con Nissan. «Le differenze sono tante. Guidare un’auto elettrica è strano: il grip è completamente diverso. Ho dovuto prima capirne il limite. Ho fatto sei giri spingendo: cinque con 300 kW e uno con 350. Anche il passaggio da due a quattro ruote motrici cambia parecchio. È stata una bella sfida».

Infine, una riflessione sul futuro della F1, che dal 2026 adotterà una power unit composta al 50% da componente elettrica. Alcune scuderie hanno sollevato dubbi, ipotizzando persino monoposto più lente di quelle di Formula 2 su alcune piste come Monza. «Non penso succederà, o almeno spero di no. Vorrebbe dire che qualcosa non funziona, e sarebbe grave. Al momento tra F1 e F2 c’è una differenza importante: anche 30 secondi al giro in certe piste, in media 14. Per ora comunque non è un mio problema. Se la vedranno i team», conclude con un sorriso.

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