Formula 1. George Russell sensazionale in qualifica a Singapore: ecco il segreto della sua pole con la Mercedes

Formula 1. George Russell sensazionale in qualifica a Singapore: ecco il segreto della sua pole con la Mercedes
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Ecco come George Russell si è preso la pole position nelle qualifiche del Gran Premio di Singapore 2025 di Formula 1, battendo Max Verstappen e Oscar Piastri. L'analisi del sabato di Marina Bay, in cui la Ferrari non ha brillato
4 ottobre 2025

George Russell nelle qualifiche del Gran Premio di Singapore 2025 di Formula 1 ha guidato con la stessa compostezza inglese che lo caratterizza anche fuori dall’abitacolo. C’era un fare quasi snob nel modo in cui regolava la sua Mercedes W16, senza dover apportare correzioni mentre interveniva sul bilanciamento dei freni. Una precisione millimetrica che gli ha concesso di fare terra bruciata nel primo settore, ponendo le basi per una pole position inaspettata, visto il botto con le barriere di ieri. Era difficile preventivare una Mercedes davanti a tutti nella torrida Singapore. Ma c’è un punto forte della W16 che ha fatto la differenza.

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Su una pista come quella di Singapore surriscaldare le gomme durante il giro secco è un rischio che si corre piuttosto facilmente. Vista la tendenza della W16 a uscire dalla finestra di utilizzo degli pneumatici, la ragione indurrebbe a pensare che Russell e Andrea Kimi Antonelli potessero arrivare spompati a fine giro. Ma la W16 sulle strade di Marina Bay andava sui binari, senza che le gomme posteriori, le più sollecitate a Singapore, pattinassero, finendo per surriscaldarsi. È con questa stabilità che, dopo un primo settore da urlo, Russell ha sfruttato il suo indubbio senso per il giro secco per accomodarsi in pole, accanto a Max Verstappen.

Che Verstappen potesse puntare alla partenza al palo oggi non lo si vede solo dai tempi, ma anche dalla rabbia malcelata vista dopo le qualifiche. Il disturbo arrecato da un lento Lando Norris in pista lo ha indotto a una sbavatura che gli è costata cara. Per lui l’importante resta massimizzare il risultato. E oggi non l’ha fatto, con una RB21 che sembra davvero aver compiuto un salto in avanti anche sui circuiti ad alto carico, oltre che nella gestione dei cordoli, noto punto debole che le ultime Red Bull si sono tramandate come un fardello ereditario.

Ci sarà da divertirsi domani in partenza con una prima fila costituita da due piloti che non si digeriscono proprio, pronti ad approfittare della difficoltà nei sorpassi e del disturbo dell’aria sporca per poter condurre la corsa a loro piacimento. La gara di Carlos Sainz nel 2023, gestita a un ritmo parecchio blando per poter preservare le gomme, dimostra come a Singapore il vantaggio di posizione in pista sia fondamentale. E Russell e Verstappen, rivali sanguigni e agguerriti, lo sanno bene.

Oscar Piastri, che scatterà dalla seconda fila accanto ad Antonelli, ha la calma di chi può amministrare un vantaggio importante in classifica piloti. La sua MCL39, sicuramente più efficace a Singapore di quanto non lo sia stata a Monza e a Baku, resta però una vettura nervosa sul giro secco, anche a fronte di quel carico extra benefico sui tortuosi cambi di direzione di Marina Bay. Dopo il disastro di Baku, Piastri si è ben guardato da un approccio troppo aggressivo, ma è comunque risultato ben più efficace di Lando Norris, solo quinto.

Partire così indietro per il rivale di Piastri più vicino nel mondiale piloti – anche se nessuno sembra curarsi di questo dato statistico – non è certamente l’ideale, anche se la sua MCL39 coccola talmente tanto gli pneumatici da potergli permettere sulla carta di tallonare gli avversari che lo precedono senza andare in crisi con le coperture. Viene da pensare, in ogni caso, che Piastri e Norris avrebbero potuto fare qualcosa di più oggi. Ma la capricciosa MCL39 li mette davanti a un bivio: meglio osare di più e puntare in alto o premunirsi da eventuali baci velenosi con le barriere? La risposta che si sono dati è chiara, così come sono evidenti le mancanze della Ferrari.

Su una pista che in linea teorica per le sue caratteristiche – tra l’assenza di rettilinei e le curve a bassa velocità – e la necessità per tutti di alzare la macchina da terra per via delle asperità del terreno avrebbe dovuto vedere una Ferrari migliore, la SF-25 si è rivelata parecchio bizzosa. Lo si è visto chiaramente dagli on-board di Lewis Hamilton e Charles Leclerc, costretti a un grande numero di correzioni per poter avere ragione di una macchina che allo stato attuale delle cose rimane mediocre, pure con quel caldo che secondo Fred Vasseur l'avrebbe esaltata. 

Dalle parole di Leclerc e Hamilton nel post qualifica emergono due macrotemi che vale la pena di affrontare. Il primo ha parlato di una modifica alla monoposto che la Ferrari ha dovuto perfezionare “per forza” dopo le FP1. E il sospetto è che si parli dei soliti problemi di controllo della piattaforma. Il secondo, invece, ha voluto sottolineare come l’esecuzione della Rossa non sia stata perfetta in qualifica. Le questioni restano sempre le stesse: la scelta del treno di gomme ottimale e l’individuazione del miglior compromesso in uscita dalla pitlane tra avere a disposizione la pista potenzialmente migliore e le gomme non eccessivamente raffreddate dall’attesa.

Hamilton individua nell’esecuzione il problema perché oggettivamente con la SF-25 non avrebbe potuto fare più di così oggi a livello di pilotaggio. Sulla pista su cui nel 2018 si produsse in uno dei giri di qualifica più sensazionali della storia della F1, Hamilton ha dimostrato di aver trovato la chiave di volta per tornare a essere la versione migliore di sé come pilota. Ma il limite di questa monoposto è arrivato ben prima che potesse giocare con il limite fisico della pista, così come ha fatto il suo ex compagno di squadra Russell in quel forsennato giro affrontato con l’aplomb da lord inglese.

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