F1. Max Verstappen, imperativo vittoria ad Austin: può davvero battere le McLaren?

F1. Max Verstappen, imperativo vittoria ad Austin: può davvero battere le McLaren?
Pubblicità
Max Verstappen deve vincere il Gran Premio degli Stati Uniti 2025 di Formula 1 se vuole mantenere vive le speranze di giocarsi il quinto titolo in carriera. Quante possibilità ha di farlo?
15 ottobre 2025

Sessantatré punti da recuperare con sei gare e tre Sprint a disposizione. È questa l'equazione che Max Verstappen deve cominciare a risolvere ad Austin se vuole evitare che il mondiale prenda definitivamente la via di Woking. E per farlo, la vittoria non è un'opzione: è l'unica strada. A Singapore il campione del mondo in carica è riuscito a recuperare qualche punto su Oscar Piastri e Lando Norris classificandosi davanti a loro, ma con sole sei gare a disposizione bisogna sfruttare ogni occasione possibile per la vittoria. A maggior ragione in un fine settimana come quello del Gran Premio degli Stati Uniti 2025 di Formula 1, dove tornerà il format della Sprint.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Il Circuit of the Americas, tra i tilkodromi meglio riusciti, è una pista che richiede dei compromessi a livello di bilanciamento. A livello di layout, il primo settore sorride alla Red Bull, con una successione di curve secche e veloci che esaltano le caratteristiche della RB21. Ma già sul finire di questa frazione il tachimetro scende, con cambi di direzione di rapidità media che sottolineano le qualità della McLaren MCL39. La varietà si amplia ulteriormente se si prende in considerazione il terzo settore, fatto di curve lente.

Tenendo conto che Verstappen è arrivato vicino alla pole position a Singapore, pista ad alto carico che per layout e sfruttamento dei cordoli era stato invisa alla Red Bull negli ultimi anni, è lecito pensare che ad Austin Max possa cercare un altro exploit al sabato. Ma a differenza di Marina Bay, dove i sorpassi sono molto ostici, in Texas il vantaggio di posizione in pista non assume una rilevanza così elevata. Questo non solo per un layout che in certe sezioni invita alle manovre corpo a corpo, ma anche per il nodo della gestione delle gomme.

Nella F1 di oggi la varietà strategica non è così elevata, se si tiene conto che nella maggior parte dei casi una tattica a una sosta risulta più efficace. Per incentivare la scelta di una doppia sosta, Pirelli ad Austin ha optato per un salto di mescola, scegliendo la C1 e non la C2 come hard in abbinamento a C3 e C4. Una decisione, questa, che potrebbe offrire spunti per strategie alternative in un weekend movimentato dalla Sprint. È indubbio, in ogni caso, che il tema della gestione delle gomme torni a tenere banco negli USA.

A Singapore il delta prestazionale necessario per un sorpasso era difficilmente raggiungibile con valori in campo ravvicinati e con l’annoso problema delle turbolenze generate quando si segue da vicino una monoposto. Ad Austin la capacità di gestire le gomme della McLaren potrebbe tornare ad avere una grande rilevanza, soprattutto perché Piastri e Norris si possono prendere il lusso di stare alle calcagna degli avversari senza conseguenze catastrofiche sul fronte delle gomme. Sarà un bell’asso nella manica del team che a Singapore ha chiuso la partita per il mondiale Costruttori.

Ma la sfida ad Austin si giocherà anche su un altro piano. Con una sola sessione di prove libere a disposizione per i team per definire il miglior compromesso in termini di bilanciamento, non è semplice trovare la quadra. L’approccio “pistaiolo” della Red Bull voluto dal nuovo team principal Laurent Mekies è risultato funzionale finora, ma con soli 60 minuti a disposizione compensare eventuali mancanze a livello di correlazione dei dati potrebbe non essere semplice. Ma se la Red Bull vuole continuare ad alimentare i sogni mondiali di Max Verstappen, serve anche un’esecuzione impeccabile, a prescindere dalle circostanze.

Pubblicità