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La fiducia è qualcosa che si conquista nel tempo ma che si può perdere in un attimo. Charles Leclerc, però, rappresenta un’eccezione: dopo sette anni di attesa e delusioni, continua a credere nel progetto Ferrari. Ora, però, il tempo passa anche per lui ed è giunto il momento di tirare le somme: attendere ancora il ritorno alla gloria della Rossa è davvero un’opzione? In caso contrario, meglio iniziare a pensare a un piano B — e a farlo, stavolta, è stato Mario Andretti.
La stagione in corso si è rivelata più che deludente per la Scuderia, che aveva iniziato il 2025 sospinta dall’entusiasmo per il titolo Costruttori solo sfiorato pochi mesi prima e da una monoposto che, almeno sulla carta, sembrava poter permettere a Leclerc e al suo nuovo compagno di squadra, Lewis Hamilton, di lottare per entrambi i mondiali. La realtà, però, si è rivelata l’esatto opposto: la SF-25 si è dimostrata priva di picchi prestazionali e troppo spesso relegata a posizioni di centro classifica, complice una serie di errori strategici del team e alcune sbavature dei piloti. Un bilancio decisamente sotto le aspettative, soprattutto considerando le ambizioni dichiarate a inizio anno.
Considerando che la SF-25 è l’ultima vettura dell’attuale era ad effetto suolo — dominata prima da Red Bull e ora da McLaren —, il fallimento del progetto, per quanto amaro, non dovrebbe sorprendere. Tuttavia, ciò che desta preoccupazione è che la stessa squadra responsabile degli aggiornamenti rivelatisi inefficaci sia anche quella che sta lavorando alla monoposto del 2026. E questo lascia più di un dubbio sul futuro, nonostante il nuovo regolamento tecnico possa teoricamente azzerare le distanze. Si tratta, infatti, del gruppo di lavoro voluto e costruito da Frédéric Vasseur, sul quale il team principal francese continua a riporre piena fiducia — forse più di quanto la pista abbia finora giustificato.
Dunque, il futuro potrebbe non riservare le soddisfazioni sperate. Ne è consapevole anche Charles Leclerc che, a 28 anni, inizia a interrogarsi su quale sia la strada giusta per coronare il sogno del primo titolo mondiale. Lo ha lasciato intendere anche il suo manager, Nicolas Todt, che non ha esitato a lanciare una sorta di ultimatum alla Ferrari. Ma dove potrebbe andare il monegasco se anche la prossima era tecnica dovesse rivelarsi un fallimento? Durante l’estate si è parlato con insistenza di Aston Martin, soprattutto dopo che Leclerc e Todt sono stati avvistati sullo yacht di Lawrence Stroll. Non è da escludere neppure la pista Mercedes: Toto Wolff, infatti, sta ancora temporeggiando sul rinnovo di George Russell, che con ogni probabilità firmerà un contratto annuale con opzione di estensione.
In sordina, ma non troppo, si è poi affacciata un’altra possibilità che in pochi avevano preso in considerazione: Cadillac. Quasi pronta al debutto ufficiale in Formula 1 come undicesimo team, il marchio americano — tramite il proprio consulente — ha lanciato un chiaro messaggio a Leclerc. “Sono un grande fan di Charles Leclerc e spero di vederlo un giorno correre con i colori Cadillac”, ha dichiarato Mario Andretti al Festival dello Sport di Trento. “Se un giorno volesse davvero cambiare squadra, lo porterei subito in Cadillac. La Ferrari è la Ferrari, e prima o poi tornerà al suo meglio. Sempre”, ha aggiunto l’ex campione del mondo.
“Può vincere gare e, se ci riesce, anche un campionato, purché abbia la macchina giusta. È un pilota di enorme talento. Ha solo bisogno di un’altra monoposto”, ha ribadito Andretti. Certo, approdare in un team esordiente come Cadillac comporterebbe dei rischi: la squadra deve ancora fare esperienza e costruirsi credibilità nel Circus. Tuttavia, le ambizioni, gli investimenti e le risorse del progetto americano — che nei primi anni punterà su Sergio Pérez e Valtteri Bottas — lasciano intravedere basi solide per il futuro. “Ci vorranno alcuni anni: dobbiamo guadagnarci il diritto di avere un talento del genere”, ha concluso Andretti riferendosi a Leclerc.