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Entra nel vivo la campagna elettorale per le elezioni che si terranno il prossimo dicembre e che determineranno chi sarà il nuovo Presidente della FIA. Una campagna elettorale che, di fatto, ha ben poco di reale: appare più come un “si fa perché si è sempre fatto”, visto che il regolamento della Federazione consentirà solo al Presidente uscente, Mohammed Ben Sulayem, di comparire sulla scheda elettorale. Alla faccia della democrazia.
Foto copertina: ANSA
Manca sempre meno alle elezioni – possiamo già parlare di rielezione – del Presidente che guiderà la Federazione Internazionale dell’Automobile a partire dal prossimo dicembre. In totale i candidati sono quattro: il Presidente uscente Mohammed Ben Sulayem, Virginie Philippot, ex Miss Belgio e fondatrice dell'associazione “Guida per la speranza”, la pilota e imprenditrice svizzera Laura Villars e il più noto ed esperto di motorsport Tim Mayer. Quest’ultimo, visto il suo ruolo di ex Commissario della FIA ed ex Direttore Generale delle Operazioni dell’IMSA e dell’ALMS, appare il candidato più temibile per Ben Sulayem, ma neanche lui sembra rappresentare una reale minaccia.
Secondo il regolamento, ogni candidato alla Presidenza della FIA deve presentare una lista che includa un presidente del Senato, un vicepresidente per la mobilità automobilistica e il turismo, un vicepresidente per lo sport e sette vicepresidenti per lo sport, a loro volta eleggibili per il Consiglio Mondiale degli Sport Motoristici (WMSC) e provenienti da diverse regioni: Nord America, Sud America, Asia-Pacifico, Africa, Medio Oriente e Nord Africa, ed Europa. Va sottolineato un aspetto fondamentale: ogni candidato può comparire solo in una lista presidenziale.
Qui emerge l’arcano: la Federazione ha pubblicato l'elenco dei 29 vicepresidenti approvati per lo sport e diverse regioni sembrano già confermate per Ben Sulayem. In Sud America, ad esempio, figura solo un nome, ed è proprio nella lista del Presidente uscente: Fabiana Ecclestone, moglie dell'ex amministratore delegato della FIA Bernie Ecclestone. L’altro nome è quello del brasiliano Harley Knucklehead, grande sostenitore dell’ex pilota saudita. Situazione simile per l’Africa, dove entrambi i candidati africani – Rodrigo Rocha del Mozambico e Amine C. Mohamed del Kenya – sostengono il Presidente uscente.
Sulla carta, Tim Mayer sembra l’unico con le conoscenze e i contatti giusti per convincere i vicepresidenti a sostenerlo, ma senza un candidato alternativo a Fabiana Ecclestone per il Sud America – già “conquistata” dal diretto avversario – la rielezione di Ben Sulayem appare ormai inevitabile. Il 12 dicembre, dunque, quando si voterà per il nuovo Presidente, l’unico a soddisfare tutti i requisiti ed essere scritto sulla scheda elettorale sarà Mohammed Ben Sulayem. Le sue recenti decisioni nella gestione della FIA, in particolare nei confronti della Formula 1, sono già state oggetto di controversie. La sua rielezione rischia di esserlo ancora di più, con ben poco – se non nulla – di democratico, contrariamente a quanto promette la Federazione.