Nigel Mansell compie 60 anni. Auguri Leone!

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Emiliano Perucca Orfei
Grande cuore, piede pesante e coraggio fuori dal comune, Nigel Mansell è una leggenda della F1. Pur senza aver vinto moltissimo...
8 agosto 2013

Quello di oggi non sarà certamente ricordato come un giorno qualunque per Nigel Mansell: l'8 agosto 2013, infatti, il Leone d'Inghilterra taglia il traguardo dei 60 anni di una vita mitica e da sempre guardata con grande ammirazione da tifosi di tutto il mondo che di lui hanno apprezzato il grande cuore, il piede pesante ed il coraggio fuori dal comune.

Impossibile tenerselo dietro. Parola di Senna

Un'ammirazione condivisa non solo da chi ne ha vissuto le gesta ma anche da chi ci ha avuto a che fare in pista: «Se Mansell è in giornata è impossibile tenerlo dietro. Ti sorpasserà. Anche sopra la testa, ma ti sorpasserà», diceva Senna parlando nei primi anni '90 di un Nigel che tra Ferrari e Williams si affacciava spesso alla vetta della classifica mondiale per poi lasciarla, vittima di clamorosi errori suoi e dei team, spesso e volentieri ai "soliti" Piquet, Senna e Prost.

Il suo palmares, comunque di altissimo livello, è infatti avaro di risultati rispetto a quanto saputo dimostrare in pista al volante di Lotus, Ferrari, Williams e McLaren: in 191 GP corsi, infatti, Nigel ha vinto solamente un titolo mondiale (1992) a fronte di 31 vittorie, 32 pole position e 30 giri veloci.

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Velocissimo, tenace, con uno stile di guida molto aggressivo, amante dei volanti piccoli e dall'impugnatura spessa, del suo numero 5 colorato di rosso e delle piste vere, Mansell è entrato per la prima volta nel mito quando, nel 1984 sulla pista di Dallas

Un purosangue

Velocissimo, tenace, con uno stile di guida molto aggressivo, amante dei volanti piccoli e dall'impugnatura spessa, del suo numero 5 colorato di rosso e delle piste vere, Mansell è entrato per la prima volta nel mito quando, nel 1984 sulla pista di Dallas, scese dalla sua Lotus ammutolita all'ultimo giro cercando di spingerla per finire la corsa: una scena incredibile, in cui l'inglese crollò esausto sull'asfalto elevando Nigel allo status di mito assoluto nell'immaginifico di una generazione di appassionati di F1 lasciata orfana da Gilles Villeneuve a Zolder un paio di stagioni prima.

La classe cristallina di Mansell si è comunque vista non solo in singoli episodi o nella capacità di lottare sullo stesso piano di gente come Prost, Piquet o Senna: in pista ha anche dimostrato la capacità di andare forte con tutto passando con disinvoltura dalla F1 turbo alle Indycar (iridato nel 1993 con il Team Newman Haas) passando per le prime F1 aspirate di fine anni 80 a quelle super-elettroniche di fine carriera.

 

Tra tutte queste vetture ricordiamo la Ferrari 640 con cambio sequenziale robotizzato, che nel 1989 ha portato alla vittoria al debutto in Brasile, l'eccezionale Williams FW14B a sospensioni attive o la FW16B che ad inizio stagione fu di Senna e che poi, alternandosi con Coulthard sul finale di stagione, portò incredibilmente alla vittoria nel GP d'Australia 1994.

Dagli albori alla leggenda

La carriera di Nigel in F1, iniziata nel 1980 come collaudatore Lotus, si chiude con una parentesi sfortunata in McLaren dove il primo progetto con il motore Mercedes si rivela completamente sbagliato ed inadatto a supportare nella lotta per la vittoria un pilota di cui si ricordano indelebilmente le vittorie di Silverstone 1987 (Williams, con clamoroso sorpasso su Piquet), quelle in Brasile ed Ungheria con la Ferrari (quest'ultima con un sorpasso da cineteca su Senna) e quella di Montmelò nel 1991...in cui si esibì in uno scintillante sorpasso lungo 600 metri sulla McLaren di Senna. Auguri campione da tutti gli appassionati di F1 e dalla Redazione di Automoto.it.

 

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