Roberto Merhi e i GP... visti da dietro

Roberto Merhi e i GP... visti da dietro
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Paolo Ciccarone
«Ti chiedi chi te lo fa fare, ma di sicuro stare qui in F.1 era il sogno di una vita...», dice il pilota spagnolo della Manor a poche ore dal via del Gran Premio di Spagna 2015
8 maggio 2015

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Arrivare in F.1 è il sogno di tutti, pochi ci riescono e fra quei pochi alcuni vivono l’amarezza di vederli sempre da dietro. Nel senso che trovare un posto è diventato sempre più difficile e devi pure pagare tanti soldi. Per fare un esempio banale, per correre con la Manor ci vogliono almeno 10 milioni, con la certezza di chiudere la fila… 


«Lo so è frustrante – dice Roberto Mehri – ma era l’unica occasione per arrivare in F.1 e andava presa. Vorrei essere più competitivo e lottare per posizioni migliori, ma la F.1 è fatta così, devi lottare con quello che hai e porti degli obiettivi minimi, come stare davanti al tuo compagno di team, oppure finire la gara o cercare di raggiungere quelli davanti a te che puoi mettere in lista. E’ brutto pensare a cosa si potrebbe fare, con una macchina migliore, sapendo bene cosa hai in mano. E allora rischi, ritardi la frenata, lotti con la tenuta di strada e poi vedi il cronometro e stai a cinque secondi dai primi… Ti chiedi chi te lo fa fare, ma di sicuro stare qui in F.1 era il sogno di una vita, la speranza è sempre quella di far vedere cosa sai fare con una macchina e un volante e augurarti di avere la fortuna di progredire. E’ difficile, qua di facile non c’è niente, ma anche se sai di essere battuto fin dalla prima curva, sai che comunque vada ne vale la pena».

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