Automotive Dealer Day 2013: le proposte delle Case per rilanciare il settore

Automotive Dealer Day 2013: le proposte delle Case per rilanciare il settore
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Alessandro Colombo
  • di Alessandro Colombo
All’Automotive Dealer Day 2013 si è discusso sulla crisi del settore e sulle soluzioni per rilanciarlo. Ne hanno parlato in una tavola rotonda Maver, Jaguar-Land Rover; Ficili, Fiat; Bitti, Kia e Loire, Nissan
  • Alessandro Colombo
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20 maggio 2013

Nel corso dell’Automotive Dealer Day 2013 si è discusso sulla crisi del settore e sulle possibili soluzioni per rilanciare lo stesso. In occasione di una tavola rotonda in merito, gli esponenti italiani di quattro Case automobilistiche, ovvero Daniele Maver per Jaguar-Land Rover, Giuseppe Bitti per Kia, Santo Ficili per Fiat e Bernard Loire per Nissan hanno focalizzato l’attenzione sulla realtà contingente per fare il punto della situazione ed individuare così delle strategie mirate.

Pressione fiscale: un disincentivo agli acquisti

Daniele Maver, Managing Director Jaguar Land Rover: «In tutta l’Europa è il segmento premium a sostenere il settore, contribuendo così al PIL, ma in Italia non è così. L’acquirente di un marchio premium viene automaticamente identificato come se fosse un evasore e gli acquisti sono disincentivati in quanto i clienti hanno paura. A infondere questa nel consumatore ha pesato ancor più che il superbollo, perché ha spaventato le persone, anche quelle che non hanno nulla da temere».

«Per ripartire è importante esplorare le potenzialità del post-vendita; inoltre il settore dell’usato, anche di altri marchi, deve essere valorizzato, in quanto può fare da traino per il nuovo, mentre i social media sono fondamentali per contribuire alla visibilità del marchio».

«La gente deve essere incentivata ad acquistare e per farlo serve una minore pressione fiscale, ed il superbollo non costituisce un incentivo agli acquisti. Un’altra cosa che in Italia ostacola la ripartenza è l’eccesso di conflitto politico: sostenitori e detrattori dell’automobile dovrebbero maggiormente venirsi incontro, anche perché, dal punto di vista dell’impatto ambientale, il mondo dell’auto ha fatto molti sforzi per ridurre le emissioni di CO2 e questi non sono stati riconosciuti».

In tutta l’Europa è il segmento premium a sostenere il settore, contribuendo così al PIL, ma in Italia non è così. L’acquirente di un marchio premium viene identificato come un evasore e gli acquisti sono disincentivati in quanto i clienti hanno paura


«E’ difficile fare delle previsioni sul futuro del mercato ora come ora. Le ragioni del calo del settore premium risiedono in una vera e propria aggressione fiscale, quindi invece che sostenere il PIL il segmento premium ha affossato ulteriormente il mercato dell’auto».

Una dimensione di mercato realistica nel 2017 potrebbe essere di 1,7 milioni

Giuseppe Bitti, Amministratore Delegato Kia Italia: «Sono necessarie molte azioni per rilanciare l’economia e quindi il mercato, che stimiamo possa arrivare a salire sino ad 1,7 milioni di vendite entro il 2017. Kia negli ultimi anni ha avuto un tasso di crescita molto elevato, soprattutto in relazione al livello da cui partiva. Stiamo riorganizzando la rete in funzione del futuro».

«Nonostante la sempre più grande, ed importante, presenza di Internet, ritengo che per l’acquisto della vettura una parte importante continuerà ad essere svolta, almeno nel termine più immediato, dalle concessionarie. L’usato riveste inoltre un ruolo fondamentale mentre per favorire la crescita è necessario che i governanti intraprendano delle buone politiche».

«Speriamo che i Governi sappiano intraprendere delle azioni per rilanciare l’economia e quindi per rilanciare in generale l’attitudine al consumo degli italiani. Io credo ci vorrà tempo per far riprendere il mercato e che una dimensione di mercato ragionevole, quando si riprenderà, possa essere intorno a 1,7 milioni verso il 2017».

Speriamo che i Governi sappiano intraprendere delle azioni per rilanciare l’economia e per rilanciare l’attitudine al consumo degli italiani. Credo ci vorrà tempo per far riprendere il mercato, che quando si riprenderà potrebbe aggirarsi intorno a 1,7 milioni verso il 2017

Nel futuro si venderà la mobilità

Bernard Loire, Amministratore Delegato Nissan Italia: «Quando io andai via dall’Italia alcuni anni fa, il mercato si aggirava su una cifra di 2,4 milioni di esemplari, mentre ora chiude con un milione in meno, speriamo in un recupero già a partire dal prossimo anno. Non si può sperare di superare una crisi senza dimostrare combattività, la crisi è un’opportunità da cogliere per migliorare le cose».

«Il carsharing rappresenta una soluzione per risolvere i problemi di mobilità e in futuro si venderà la mobilità. Bisogna pensare a questa e a come si svilupperà nel futuro, in quanto la mobilità sarà diversa e saranno necessari molti più incentivi per sostenere quella elettrica».

In Italia esiste una vera cultura del GPL

Santo Ficili, Direttore Mercato Italia Fiat Group Automobiles: «L’usato, se non gestito, non fa vendere. Per quanto concerne invece le alimentazioni alternative in Italia esiste una vera cultura del GPL, che può contare su una fitta rete di distribuzione del carburante ed è in grado di promettere vantaggi sia dal punto di vista economico che ecologico».

«Abbiamo una struttura molto più snella rispetto al passato. Dobbiamo essere più vicini alle concessionarie non solo dal punto di vista delle vendite ma anche dal punto di vista del marketing».

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