Berger: «Valentino Rossi nel DTM? Lo aspettiamo, se poi Alfa...»

Berger: «Valentino Rossi nel DTM? Lo aspettiamo, se poi Alfa...»
Pubblicità
Emiliano Perucca Orfei
Abbiamo incontrato l’ex-pilota Ferrari F1 in occasione della tappa di Norisring del DTM 2017. Ecco le opinioni sul “suo” campionato e non solo
3 luglio 2017

È stato uno dei grandi protagonisti nella F1 anni Ottanta e Novanta, Gerhard Berger. L’austriaco vanta una lunga e invidiabile carriera, con sedili importanti tra cui McLaren e Ferrari, oltre che Benetton. Pilota capace di vincere e di ottenere delle pole-position, tanto da giovane quanto da "maturo", anche se non ha ottenuto il titolo iridato, giungendo terzo nell’88 e nel ‘94. E’ stato parte di una F1 molto più umana e vicina al grande pubblico di quella odierna, amato da fan non solo di lingua tedesca, oltre che ben voluto da molti colleghi e compagni di squadra, con cui spesso usava scherzare anche pesantemente, fuori dalle piste. Un suo connazionale, che avrebbe avuto in lui un successore iridato, riconduceva la carenza di un Mondiale per il giovane Gerhard a una semplice causa: Senna (i due erano peraltro parecchio complici, cosa non facile per chi si trovasse in squadra Ayrton, ndr). Oggi Berger è ancora molto attivo e influente, nel Motorsport, essendo a capo del Deutsche Tourenwagen Masters, il DTM, dopo aver lavorato anche per BMW, Toro Rosso e per la FIA stessa.

Le spettacolari auto del DTM in gara
Le spettacolari auto del DTM in gara

 

La F1 moderna ha ancora sete di piloti - personaggi, com’era ai tempi in cui correvi tu, molto vicini al pubblico. Ora è un po’ diverso. Ti piace la F1 attuale? 
“Si mi piace, specialmente quando l’interesse per una Ferrari in grado di vincere vivacizza il tutto, indipendentemente dall’evoluzione delle macchine”.

Che ne dici della recente polemica per la recente condotta in pista di Hamilton e Vettel? 
Sono due campioni oltre che piloti, ma anche uomini: nelle gare certe cose possono accadere anche a loro“.

Sarebbe bello averli nel DTM, certi piloti, anche solo per qualche occasione in cui riescano, o la F1 possa concederli. 
Certo, bellissimo, ma non realistico per vari motivi. Non impossibile del tutto invero, ricordo ai miei tempi di essere sceso la domenica da una F1 per poi salire in settimana a provare una vettura Turismo, con cui correre subito dopo. Oggi purtroppo i contratti con i costruttori sono molto vincolanti e complessi. Se corri per una Casa che non permette di guidare in gara altri marchi, ovviamente non si può nemmeno pensare di metter piede in un campionato dove la stessa non sia presente. Un grande peccato, anche per i fans”.

Già, però Alonso almeno ha fatto un grande passo correndo a Indianapolis. 
Sì, grande certamente, ma ha anche dovuto aspettare un po’ prima di poter fare una cosa del genere”.

Potreste allora far correre i piloti della MotoGP, avere un Rossi nel DTM non sarebbe un grande plus per tutti?
"Certo, bella idea. Siamo disponibilissimi e lo metterei io stesso in macchina potendo, Valentino, ma non è facilissimo. Cercheremo di avere alcuni piloti della MotoGP in futuro, magari anche tre in tre vetture di marchio diverso, sarebbe ottimo (al momento nel DTM corrono tre marchi: Audi, BMW e Mercedes, ndr). Oltretutto loro sono meno vincolati e genericamente ragazzi più aperti a queste cose, come esperienza, non avendo nulla da perderci”.

Una Alfa Romeo vincente in casa tedesca: la 155 V6 Ti DTM del 1993
Una Alfa Romeo vincente in casa tedesca: la 155 V6 Ti DTM del 1993

Cosa ne dici delle reazioni in Italia per il tuo “invito” alla Alfa Romeo per tornare nel DTM (un marchio noto a Berger anche per aver corso con la Alfasud Ti Trofeo, ad inizio carriera)? 
Davvero ha suscitato tanto interesse? Bene, sono contento che se ne parli. Oltre le belle intenzioni francamente che segna la differenza sono i regolamenti, che possono concedere o meno il vantaggio per un costruttore di essere in pista nel DTM. Noi vogliamo crescere e avere l’Alfa sarebbe eccezionale”.

Sai che nelle gare in salita in Italia c’era una Alfa Romeo 155 DTM (Gramenzi, ndr) sempre molto apprezzata dai fan? 
“L’Italia è speciale per la passione, lo so e prima ancora di avere l’Alfa Romeo in pista (esistono dei limiti tecnici, per approntare una Giulia DTM, ndr) mi piacerebbe tornare a correre in Italia quanto prima”.

Hai contatti attuali con Alfa o delle piste, per progetti DTM futuri? 
No, al momento nulla di concreto. Magari potremo fare un test da qualche parte, mi piacciono tutte le piste italiane dove gli appassionati possano venire a vedere le auto del DTM. Mi andrebbe bene riaverlo anche subito, un evento con lo stile italiano che un po’ mi manca, ma è una cosa da fare passo per passo.”.

Cosa ne pensi invece di gare su percorsi cittadini? 
Ci possono stare, anche per il pubblico, ma ci sono influenze politiche e costi che rendono tutto meno agevole“.

E fare magari eventi in comune con la Formula E, che già corre nelle città con molta gente intorno? 
Formula E.. Sono gare? No, non è possibile”

Cosa possiamo dire allora delle nuove regole, per il futuro del DTM, sui motori soprattutto. Vedremo l’ibrido? 
È ancora un momento in cui stiamo pianificando le basi regolamentari, siamo a metà del percorso e a settembre faremo il punto. La priorità non è avere l’ibrido, almeno inizialmente. Dal 2019 le nuove regole potranno aprire le porte ad altri costruttori, quello sì, puntiamo a bilanciare costi con spettacolo, ma anche benefici per i marchi che partecipano e la loro comunicazione”.

Costruttori giapponesi anche, magari Lexus?
"Al momento vogliamo avere un regolamento stabile e duraturo, senza attrare per forza qualcuno di specifico".

L’intenzione è poi quella di non andare in altri continenti, con le tappe del nuovo DTM? 
"Esatto, Germania come sempre ma anche un po’ di nazioni europee interessanti".

 

Pubblicità
Caricamento commenti...