Buche a Roma? Ci vuole l'Esercito (che però non ci sta)

Buche a Roma? Ci vuole l'Esercito (che però non ci sta)
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Daniele Pizzo
Un emendamento alla manovra potrebbe consentire di impiegare i militari del Genio per tappare le buche nelle strade di Roma. Idea buona o cattiva?
20 dicembre 2018

Il caso è partito da Roma, città afflitta da tanti mali, tra cui quello delle numerose buche sulle sue strade battute da un traffico incessante: per tapparle e ripristinare la viabilità, evitando dunque di attingere alle casse comunali per dover risarcire i danneggiati, perché non ricorrere all'Esercito?

O meglio, al Genio Militare, cioè quell'Arma dell'Esercito Italiano nata per dare supporto ai reparti destinati al combattimento vero e proprio. Come? Costruendo fortificazioni ed accampamenti, ponti, ferrovie e strade, ma anche ripristinando qualsiasi infrastruttura danneggiata, per l'appunto. Come le strade di Roma, ma anche di quelle di gran parte del paese e soprattutto dalla Capitale in giù.

L'idea viene dalle fila del Movimento 5 Stelle, annunciata dal sindaco Virginia Raggi, che dopo aver provato l'“asfalto sigillante” che per la verità sigilla poco o nulla (ma era in fase di test, come è stato sottolineato dal Campidoglio) ed ottenuto l'aiuto dei detenuti, ha comunicato che a Roma a rendere più decenti le strade-groviera ci penseranno i genieri in divisa.

La misura straordinaria è contenuta in un emendamento a firma M5S alla manovra economica, quella che contiene tra le centinaia di cose il tanto dibattuto in questi giorni meccanismo bonus/malus sull'acquisto di nuove auto, presentato in commissione bilancio del Senato, prima giudicato inammissibile e poi modificato per circoscriverlo alle sole situazioni dichiarate stato d'emergenza su tutto il territorio italiano, dunque non solo a Roma. 

Militari del Genio in azione: tra le operazioni più ricorrenti dell'Arma vi sono quelle di ripristino della viabilità in caso di calamità
Militari del Genio in azione: tra le operazioni più ricorrenti dell'Arma vi sono quelle di ripristino della viabilità in caso di calamità

«546-bis. Al fine di fronteggiare l'emergenza della sicurezza stradale, è autorizzata l'assegnazione a Roma Capitale di una dotazione finanziaria pari a 40 milioni di euro per l'anno 2019 e a 20 milioni di euro per l'anno 2020 per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità, da eseguirsi anche con il concorso del Ministero della Difesa.
546-ter. Ai fini di cui al comma 546-bis è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 20121, per l'acquisto di mezzi strumentali al ripristino delle piattaforme stradali
», recitano i due passaggi-chiave del “piano antibuche” made in M5S.

Meno contenti alcuni tra i militari che, se passasse l'emendamento, dovranno dedicarsi all'emergenza buche di Roma, emergenza che in verità dura da decenni, come sa bene chi frequenta la Città Eterna. Il Ministro della Difesa Trenta ha precisato: «L'esercito interverrà nelle situazioni di emergenza, su quelle strade in cui c'è stata un'altissima mortalità».

Sebbene i corpi militari non possano ad oggi avere dei sindacati di rappresentanza (ma dal Ministro della Difesa Elisabetta Trenta è partita nei mesi scorsi una circolare che ne disciplina la costituzione dopo che la Corte Costituzionale lo scorso 12 aprile ha deciso che il divieto è incostituzionale), a parlare di contrarietà in nome dei membri delle forze armate è stato tale Partito per la tutela dei Diritti dei militari e delle forze di polizia (PDM), per bocca del suo segretario Luca Comellini: «Noi come sindacato dei militari siamo fermamente contrario ad un uso snaturato della funzione dei militari. I governi devono capire che il militare tuttofare non va bene, il militare ha una funzione ben precisa che è stabilita dalla Costituzione. Castelli parla di protocollo d’intesa tra Comune di Roma e Genio Militare? Se porteranno avanti questa scempiaggine noi saremo pronti a tutelare in tutte le sedi la dignità dei militari».

Qualche geniere però dissente: «Meglio riasfaltare le strade della Capitale che quelle del Libano», commenta uno di questi su Facebook.

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