Bugatti Divo, agilità innanzitutto [Video]

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Daniele Pizzo
La Casa di Molsheim svela la Divo, un'evoluzione in chiave racing della Chiron dal prezzo di 5 milioni di euro
25 agosto 2018

Prendi una Chiron, rendila estrema e dedicala ad un pilota del passato (vezzo ricorrente del costruttore alsaziano). Ecco ottenuta la Bugatti Divo, ultima vettura di Bugatti che vuole rappresentare il lato più estremo della Casa che costruisce le auto più estreme del mondo.

La Bugatti Divo è una rarità dedicata a soli 40 possessori, che hanno potuto vederla in anteprima e sono stati convinti a sborsare la bella cifra di 5 milioni di euro a suon di prestazioni. Il secondo modello Bugatti è risultato infatti più veloce della Chiron sull'handling di Nardò (16 curve su 6,2 km) di ben 8 secondi. E' il risultato di un lavoro certosino che ha interessato molti aspetti per migliorare quello che è il fulcro del progetto: l'agilità.

Innanzitutto grazie all'aerodinamica. Se nel complesso la vettura fa notare una certa somiglianza con la Chiron, è nei dettagli che si nota la sua sofisticatezza. Nel frontale, che ospita inediti fari a led, è stata aumentata la superficie degli ingressi per l'aria fresca. I flussi si incanalano dal muso attraverso i passaruota aperti con flaps e “branchie” sulla sommità e attraverso il cofano, per passare sul tetto che è stato studiato come un'unica enorme presa NACA.

Al posteriore si nota una vistosa ala attiva da 1,83 metri che fa il pari con il diffusore ridisegnato. La somma di tutti questi accorgimenti vale 90 kg di downforce in più rispetto alla Chiron, per un totale di 456 kg. A livello di telaio, la Bugatti Divo è stata dotata di un camber più spinto, sospensioni più rigide e sterzo più diretto.

Il particolare tetto della Divo, conformato come un'unica presa NACA
Il particolare tetto della Divo, conformato come un'unica presa NACA

Tutte queste modifiche valgono un'accelerazione laterale massima che passa da 1,5 a 1,6 G. La velocità massima è limitata elettronicamente a 380 km/h, quindi non si superano i 400 km/h come nella Chiron.

Infatti sulla Bugatti Divo non è presente la chiave supplementare per sbloccare la velocità massima, però vi sono le modalità di guida EB, Autobahn ed Handling. Lo scatto da 0 a 100 km/h impiega invece 2,4 secondi, come la Chiron, tempo agevolato anche dai 35 kg di peso complessivo in meno rispetto al modello dalla quale deriva.

Il motore non ha avuto certo bisogno di ritocchi, visto che i 1.500 CV a 6.700 giri e 1.600 Nm di coppia del W16 quadriturbo da 8 litri sono di per sé valori stratosferici. 

Gli interni sono chiaramente derivati dalla Chiron, ma si respira aria di essenzialità. I rivestimenti sono in Alcantara e pelle a contrasto con il carbonio a vista, i sedili sono più contenitivi, il bracciolo più ampio, i paddles del volante più larghi e mancano le tasche sui pannelli delle portiere e il pozzetto centrale. Anche l'impianto audio è meno sofisticato per essere più leggero e si è fatto un uso minore di materiale fonoassorbente nell'ottica della riduzione del peso.

La Bugatti Divo è dedicata ad Albert Divo, pilota che, approdato alla Bugatti nel 1928, conquistò al primo colpo la prestigiosa Targa Florio di quell'anno, ripetendosi anche nel 1929 a bordo della leggendaria Tipo 35. Il costruttore francese aveva vinto la competizione siciliana anche nei tre anni precedenti con gli italiani Meo Costantini ed Emilio Materassi. Divo chiuse quindi quell'epoca d'oro per la Casa fondata da Ettore Bugatti. 

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