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La Cina non smette mai di stupire, e questa volta lo fa con un colpo da maestro che lascia il mondo dell'automotive a bocca aperta. La BYD Yangwang U9 sta diventando il simbolo di una nuova era, dove tecnologia aerospaziale e prestazioni estreme si fondono in un cocktail esplosivo. Parliamo di un'auto che non solo ha già polverizzato il record mondiale di velocità per veicoli elettrici toccando i 472,41 km/h, strappando lo scettro nientemeno che alla leggendaria Rimac Nevera, ma che ora, nella sua incarnazione U9 Xtreme (U9X), ha fermato il cronometro al Nürburgring Nordschleife a un impressionante 6:59.157, diventando la prima auto elettrica di produzione a scendere sotto la barriera dei 7 minuti.
La sua carrozzeria è letteralmente stampata in 3D, un capolavoro ingegneristico che sta ridefinendo cosa significa costruire un'automobile.
La U9 si presenta al mondo con una doppia personalità. La versione attualmente in produzione vanta già 1.300 CV e pesa 2.400 kg, alimentata da una batteria da 100 kWh con la celebre tecnologia BYD Blade. Ma c'è dell'altro: nei laboratori di BYD ferve lo sviluppo di una versione ancora più estrema da 3.018 CV (2.220 kW) che promette di polverizzare ogni riferimento conosciuto. Il cuore pulsante di entrambe è la rivoluzionaria piattaforma e4 con architettura a 1.200V, un'infrastruttura elettrica che permette trasferimenti di potenza impensabili fino a poco tempo fa.
La versione da 1.300 CV aveva già impressionato con un tempo di 7:17.9 al Nürburgring, ma la U9 Xtreme ha fatto un ulteriore salto quantico, limando quasi 20 secondi grazie alla rivoluzionaria carrozzeria stampata in 3D e a un'ottimizzazione maniacale di ogni componente.
Dietro questo trionfo tecnologico c'è una storia affascinante raccontata da Yang Feng, responsabile del Yangwang Research Institute. Non stiamo parlando di semplice stampa 3D da hobbisti: qui entrano in gioco materiali aerospace e processi produttivi degni di un caccia di ultima generazione.
Il cuore pulsante di questa innovazione è una lega di alluminio ad altissima resistenza sviluppata appositamente per il progetto, capace di vantare una resistenza allo snervamento tre volte superiore all'alluminio fuso convenzionale. Un materiale che non conosce compromessi tra leggerezza e robustezza, fondamentale quando si devono gestire forze aerodinamiche e accelerazioni da capogiro a velocità superiori ai 400 km/h.
La vera magia si chiama Printing HyperCell, una struttura rivoluzionaria mai vista prima in ambito automobilistico. Immaginate un alveare tridimensionale ultra-sofisticato: cavità interne e nervature intrecciate in un design a nido d'ape che aumenta la rigidità torsionale di oltre il 200% rispetto a strutture solide dello stesso peso.
Questa architettura consente transizioni continue su superfici complesse che i metodi tradizionali possono solo sognare. Il risultato? Una stabilità cristallina anche alle velocità stratosferiche raggiunte dalla U9, dove ogni grammo e ogni millimetro contano. La produzione sfrutta la tecnologia laser di fusione selettiva: 0,03 millimetri. Per gestire le deformazioni termiche dei componenti a parete sottile, gli ingegneri hanno implementato algoritmi di compensazione dinamica che garantiscono tolleranze di 0,1 mm sulle superfici critiche, gli stessi standard utilizzati nei componenti dei motori aeronautici.
Ogni ruota della U9 è gestita da un motore elettrico indipendente capace di raggiungere i 30.000 giri al minuto, un sistema di torque vectoring che teoricamente permette una distribuzione della potenza chirurgica. Questa configurazione a quattro motori rappresenta il futuro della trazione integrale, dove ogni singola ruota può ricevere esattamente la coppia necessaria in ogni frazione di secondo.
Le gomme Pirelli da 21 pollici abbracciano freni carboceramici di ultima generazione con sei pistoncini anteriori e quattro posteriori, mentre il sistema di sospensioni DiSus-X lavora in modo indipendente su ogni ruota. L'aerodinamica attiva, con spoiler regolabile e diffusore sofisticato, completa un pacchetto che sulla carta promette prestazioni da urlo: accelerazioni fulminee che proiettano l'auto da 0 a 150 km/h in un battito di ciglia.
Tuttavia, come tipico per le supercar cinesi di prima generazione, la U9 standard da 1.300 CV dimostra che il potenziale enorme necessita ancora di cesellatura. I test su strada hanno rivelato che i passaggi di coppia tra gli assi possono risultare bruschi, l'impianto frenante mostra un mordente iniziale forse eccessivo che tende poi ad allungarsi alle alte velocità con gomme usurate, e i 2.400 kg si fanno sentire nonostante l'uso estensivo della fibra di carbonio che caratterizza la struttura. La distribuzione della trazione nel sistema all-wheel drive richiede ulteriori ottimizzazioni per competere con supercar europee che hanno decenni di esperienza alle spalle.
Ed è proprio qui che entra in gioco la filosofia Yangwang: la U9 Xtreme rappresenta la risposta a queste sfide. Grazie alla carrozzeria stampata in 3D, alla maggiore rigidità strutturale e all'integrazione ancora più stretta tra i sottosistemi del veicolo, la versione Xtreme trasforma quella che era una GT velocissima in una vera supercar da pista, come dimostrato dal tempo sotto i 7 minuti al Nürburgring.
Il prestigio della U9X non si ferma al cronometro. La carrozzeria stampata in 3D ha conquistato un premio alla European Car Body Conference, diventando l'unico progetto cinese riconosciuto dall'evento. Una vittoria basata sul punteggio più alto della giuria, che certifica come l'ingegneria aerospace possa trasformare radicalmente l'industria automobilistica.
Il design della U9 divide le opinioni con i suoi elementi distintivi: i caratteristici LED a forma di C, l'uso massiccio della fibra di carbonio visibile, e un interno dual-cockpit dominato da un display verticale centrale che strizza l'occhio al futuro. Non è un'auto per chi cerca la discrezione, ma per chi vuole fare una dichiarazione d'intenti.
Con un prezzo che si aggira intorno ai 200.000 euro al cambio attuale, la U9 propone un rapporto prestazioni-prezzo che fa riflettere. Non è economica in termini assoluti, ma quando si considerano le tecnologie all'avanguardia, il record di velocità mondiale, e ora anche il primato al Nürburgring, il valore diventa interessante se confrontato con supercar europee che costano un po' di più ma rimangono comunque le migliori in termini di affidabilità e sicurezza di guida.
Quello che BYD Yangwang sta realizzando va ben oltre un singolo modello: rappresenta un nuovo paradigma produttivo che potrebbe ridefinire come costruiamo le automobili. La versione da 3.018 CV attualmente in sviluppo dovrebbe risolvere le ultime limitazioni dinamiche e puntare a tempi ancora più estremi, trasformando la U9 da incredibile debutto a riferimento assoluto del settore.
L'integrazione più stretta tra sottosistemi, la personalizzazione estrema resa possibile dalla stampa 3D, e l'ottimizzazione topologica aprono scenari finora inimmaginabili. La U9 Xtreme non è solo l'auto elettrica di produzione più veloce al Nürburgring: è la dimostrazione vivente che il futuro dell'automotive si scrive con caratteri tridimensionali, layer dopo layer, con la precisione di un bisturi e la potenza di un fulmine.
E questo è solo l'inizio. La rivoluzione elettrica parla mandarino, corre a 472 km/h, e si stampa in 3D.