Coronavirus, in Lombardia non diminuisce l'inquinamento

Coronavirus, in Lombardia non diminuisce l'inquinamento
Pubblicità
Secondo gli ultimi dati da ARPA Lombardia, la qualità dell'aria in buona parte della regione è scarsa nonostante la diminuzione del traffico dovuta all'epidemia di Coronavirus
10 marzo 2020

L'emergenza di Coronavirus non ferma l'inquinamento in Lombardia: dopo qualche giorno in calo, il bollettino di ARPA Lombardia diffuso nella giornata di ieri parla di qualità dell'aria scarsa o accettabile per una parte della regione più colpita dall'epidemia virale che ha ormai carattere globale. Le province in cui lo smog è maggiore sono Bergamo, Cremona, Lodi, Milano, Monza e Pavia. 

La diminuzione degli spostamenti delle persone in auto, treno e aereo da sola non sembrerebbe bastare per far scendere i livelli di PM10, PM2.5, ozono, biossido di azoto e biossido di zolfo. Servono anche altri fattori: nei giorni in cui l'inquinamento è diminuito, a contribuire sono state anche le condizioni atmosferiche, con pioggia e vento. In ogni caso, al momento i dati disponibili sono troppo contenuti per poter risalire ad una correlazione diretta tra l'epidemia di COVID-19 e la contrazione dell'inquinamento. 

In Cina, invece, complice lo stop agli spostamenti di persone e merci e alla produzione industriale per circa 780 milioni di persone, le emissioni sono scese in modo significativo: il biossido d'azoto nell'aria è diminuito del 30%. La contrazione dell'inquinamento è stata anche rilevata dai satelliti di NASA ed ESA in particolare nella regione più colpita, l'Hubei, ma anche a Shanghai e a Pechino. Resta da capire come le misure più stringenti scelte dall'esecutivo Conte, con l'intera Italia diventata zona protetta, influenzeranno l'inquinamento locale. 

Argomenti

Pubblicità