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Altro che barriere, dazi, e grandi muraglie. L'Europa, o almeno una parte di essa, sta accogliendo con immenso piacere l'espansione delle case automobilistiche cinesi. È vero, Bruxelles ha imposto tariffe aggiuntive sui veicoli elettrici Made in China, ma diversi Paesi della regione non facenti parte dell'Unione Europea, o quelli in rotta di collisione con la stessa Ue, si sono trasformati in mercati dorati per i player del Dragone. Il caso più emblematico coincide con il Regno Unito. Diamo un'occhiata a un paio di dati: a maggio 2025, i colossi di Pechino detenevano una quota del 9.4% del mercato Uk per le nuove auto; un mese più tardi la fetta di torta era già arrivata al 10%. Nel primo trimestre dell'anno corrente, per esempio, BYD ha venduto a Londra e dintorni ben 9,271 veicoli, superando le vendite totali del 2024 (8,787). L'aumento su base annua è stato pazzesco, oltre il 600% in certi periodi. Simile il caso di MG, controllata da SAIC, uno dei marchi cinesi più consolidati nel Regno Unito: oltre 81mila con l'obiettivo ufficioso di sfondare il tetto delle 100mila unità.
La domanda è una: per quale motivo le vendite di auto cinesi in Regno Unito sono aumentate a dismisura? Ci sono vari motivi. Il primo chiama in causa il loro prezzo competitivo, seguito dall'accelerazione nella transizione elettrica di Londra e da un'offerta sempre più ampia di modelli Made in China tecnologicamente avanzati. Per intenderci, brand come MG, BYD e ora anche Chery e GWM hanno saputo colmare il vuoto lasciato da marchi europei, più lenti o costosi nel segmento delle auto elettriche accessibili. Le case cinesi offrono veicoli ben equipaggiati, con autonomia adeguata e design moderni, a prezzi spesso inferiori del 20–30% rispetto ai concorrenti occidentali. Non solo: l'apertura di showroom dedicati e strategie di marketing aggressive dei colossi d'oltre Muraglia hanno reso questi marchi sempre più familiari al consumatore britannico. A ritmi diversi, il fenomeno si sta verificando anche nel resto del continente. Nel 2024 i marchi cinesi hanno raggiunto una quota di mercato Ev europea tra l'8% e il 9%, con alcuni mesi in cui hanno superato il 10%. MG è il leader tra i brand cinesi in Europa, seguita da BYD, che sta espandendo rapidamente la sua rete di vendita in mercati come Germania, Francia, Spagna, Italia e Paesi Bassi.
Nonostante l'introduzione dei dazi Ue la crescita delle auto elettriche cinesi non accenna a rallentare. Diverse strategie, come la prossima apertura di stabilimenti produttivi in Europa (ad esempio da parte di BYD in Ungheria), permetteranno di aggirare le tariffe e di consolidare ulteriormente la presenza cinese sul mercato continentale. A proposito di BYD, come ha spiegato Michael Dunne, il colosso di Shenzhen prevede di aprire 300 concessionari in Germania entro la fine del 2026, rispetto ai 24 dell'anno scorso, e inizierà a costruire il Dolphin Surf in Ungheria nel quarto trimestre del 2024. Da segnalare, inoltre, la presenza di stabilimenti di batterie CATL – e quindi cinesi – in Europa: Germania (aperta nel 2022), Ungheria (2026), Spagna (2027). E ancora: XPeng è presente in 10 mercati europei e 43 in tutto il mondo; quest'anno aprirà il primo centro di ricerca e sviluppo dell'Ue in Germania. Le case automobilistiche cinesi, nel loro complesso, hanno conquistato il 5% del mercato Ue e il 10% del mercato britannico. “Una quota in aumento rispetto al nulla più di totale di soltanto cinque anni fa”, ha aggiunto lo stesso Dunne.