De Stefani Cosentino, Federauto: «L’automotive è un settore trainante per la nostra economia»

De Stefani Cosentino, Federauto: «L’automotive è un settore trainante per la nostra economia»
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Emiliano Perucca Orfei
Il presidente di Federauto, Adolfo De Stefano Cosentino, illustra le richieste dei concessionari per accelerare la ripartenza dopo lo stop imposto per l’emergenza Coronavirus
28 aprile 2020

Nel settore dell’auto, uno dei comparti maggiormente colpito dall’emergenza COVID-19 è quello dei concessionari, costretti a chiudere i battenti. In attesa della ripartenza del 4 maggio, abbiamo parlato con Adolfo De Stefani Cosentino, presidente della Federazione Italiana Concessionari Auto, Federauto, per capire le esigenze delle reti.

Quanto è importante il settore dell’auto per l’economia dell’Italia?

«Il comparto automotive è trainante nel nostro sistema economico perché contiamo 200.000 imprese ed un fatturato che nel 2017 è stato di 335 miliardi. 19% del PIL; parliamo di 1.230.000 persone. Partecipiamo alle entrate tributarie almeno per il 50% in più di quel 19... e se dovessero calare le vendite a 1,3 milioni le casse dell'erario si ridurrebbero di 10 miliardi».

«In questi 40 giorni è cambiato il mondo ma anche per noi la situazione è diversa. Ci siamo resi conto quanti sono i partner che sono veramente partner, parlo di partnership tra rete e casa madre, ma abbiamo anche toccato con mano situazioni che vanno al contrario. Essendo il confessore di tanti colleghi concessionari mi sono permesso di fare una hit parade delle migliori e devo dire che certamente c'è in testa Mercedes Italia, che ha fatto un grande lavoro. Come del resto anche Volvo e Toyota: hanno lanciato un messaggio comune. Abbiamo bisogno di voi. Sono stati bravi».

«Altre case automobilistiche hanno usato il metodo "si salvi chi può". E non sono stati oggettivamente bravi».

Quali sono le richieste dei concessionari?

«I concessionari non vogliono sussidi e non vogliamo nemmeno che il governo paghi un’indennità di licenziamento, ma vorremmo uscire il più indenni possibile da questa situazione. Il Ministero dell’Economia, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dei Trasporti sono stati in dialogo con noi di Federauto».

I concessionari non vogliono sussidi e non vogliamo nemmeno che il governo paghi un’indennità di licenziamento, ma vorremmo uscire il più indenni possibile da questa situazione

 

Che proposte avete avanzato al Governo?

«Abbiamo chiesto di togliere il malus, perchè di tasse ne abbiamo già abbastanza. Quanto all’Ecobonus, abbiamo chiesto di creare uno scaglione per le vetture con emissioni dai 61 ai 95 g/km. Serve poi un contributo per le autovetture presenti in stock, accontentando la clientela ed arrivando ad una maggiore immatricolazione».

«Siamo ancora un Paese che non ha ancora la detraibilità dell'IVA sulle macchine. Basterebbe trattarla come gli altri Paesi europei. Un’azienda che non può detrarre IVA ed ammortamenti è un’azienda che ha costi più alti rispetto alle altre aziende europee ed ovviamente si perde di competitività».

«Ci interfacciamo con persone che comprendono poco il settore. Quindi la questione è interessante, ma è impossibile far cambiare idea. La questione ha carattere ideologico. Facciamo in modo di cambiare l'aspetto ecologico in modo naturale con auto nuove che automaticamente migliorano il parco circolante».

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