Dindo Capello: «La e-tron 2013 è la vettura più competitiva mai realizzata da Audi»

Dindo Capello: «La e-tron 2013 è la vettura più competitiva mai realizzata da Audi»
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Emiliano Perucca Orfei
In occasione della 24 Ore di Le Mans 2013 abbiamo avuto l'occasione di parlare con Dindo Capello della gara, dell'Audi R18 e-tron quattro e dei suoi avversari
21 giugno 2013

Le Mans - In occasione della 24 Ore di Le Mans 2013 abbiamo avuto l'occasione di parlare con Dindo Capello, ex pilota ufficiale e attuale portabandiera Audi, della gara che prenderà il via domani, della R18 e-tron quattro e dei suoi avversari.

Per quale ragione le Audi vanno così tanto più forte rispetto alle Toyota?
«Secondo me è la Toyota che va più piano di quello che pensavamo. Loro hanno dichiarato che in gara saranno competitivi, perché hanno risolto un problema che avevano fino a ieri, però quanto possano esserlo onestamente non lo so. Secondo me Audi non è mai stata tanto al top quanto quest’anno. Negli altri anni noi abbiamo avuto prima l’affidabilità e poi la prestazione. Quest’anno abbiamo entrambe».

Dallo scorso anno però la R18 e-tron quattro è stata ulteriormente sviluppata…
«Va detto che al primo anno di e-tron la vettura non era “al massimo dello sviluppo”. Altri 12 mesi sono serviti a rendere la macchina più veloce e più estrema».

Rispetto alla versione diesel che usavate prima la e-tron quattro come va?
«La e-tron quattro è nettamente più veloce. E’ una macchina migliore. Molti fattori hanno portato a scegliere per questa soluzione, tra cui anche l’orientamento futuro del mercato».

Come vedi il rientro di Porsche nel 2014? Non si rischia una lotta intestina con Audi?
«Dal punto di vista sportivo Audi e Porsche sono considerabili come dei “cugini separati”. Ognuno va per la sua strada».

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econdo me Audi non è mai stata tanto al top quanto quest’anno. Negli altri anni noi abbiamo avuto prima l’affidabilità e poi la prestazione. Quest’anno abbiamo entrambe

 

Ed il rientro della Porsche non potrebbe essere un’occasione anche per te di tornare?
«Io sono realistico. Ogni cosa secondo me ha il suo tempo. Dopo 20 anni era il momento che non corressi più. E’ stato bello concludere quando ero ancora al vertice e capace di prestazioni ancora di tutto rilievo».

Quante 24 Ore di Le Mans hai corso?
«Quattordici, di cui dodici con Audi, una con Bentley ed una con la McLaren, ma ero già pilota Audi. Ho corso dal 1998 al 2012, però ho saltato il 2005».

Qual’è stata l’auto più bella da guidare?
«Quella dell’anno scorso, la e-tron quattro. Sia a livello di aerodinamica che di motore. E’ stata la più cattiva in termini di prestazioni pure. Aveva veramente tanti cavalli».

Quanto conta avere un buon team in una gara come questa?
«Un team efficiente conta moltissimo. Tutto il pacchetto deve funzionare. Non serve a nulla avere 3 piloti fortissimi se poi la squadra non funziona. Per vincere serve avere un pacchetto integralmente efficiente».

L’equilibrio giusto tra piloti quando avviene?
«Quando i piloti riescono a dimenticare un po’ l’ego personale a favore del risultato di squadra».

L’esperienza conta. Bisogna sapere come effettuare i sorpassi, come “tirare”. Se metti alla guida un pilota giovane questo va sicuramente forte in termini di tempo sul giro, ma in gara rischia di perdersi. Soprattutto quando poi cala la notte


Il pilota conta ancora?
«L’esperienza conta. Bisogna sapere come effettuare i sorpassi, come “tirare”. Se metti alla guida un pilota giovane questo va sicuramente forte in termini di tempo sul giro, ma in gara rischia di perdersi. Soprattutto quando poi cala la notte».

I sei litri della Toyota secondo te rappresentano un vantaggio? Stanno agendo in maniera conservativa per preservare l’affidabilità per il finale di gara?
«Può essere, però stanno andando davvero piano. Se hanno queste prestazioni un giro in più di margine non gli serve a nulla. In proporzione allo scorso anno mi sembra facciano più fatica e questo non riesco a spiegarmelo».

Senza gli italiani come si fa?
«Questo è un vero peccato. Perché Audi ha sempre avuto degli italiani in squadra e in un momento di difficoltà per il mercato italiano sarebbe stato positivo».

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