FCA: fabbriche italiane, per l'ad Manley primi nodi da sciogliere

FCA: fabbriche italiane, per l'ad Manley primi nodi da sciogliere
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Daniele Pizzo
Tra i primi impegni del nuovo amministratore delegato, la situazione occupazionale e produttiva di Melfi, Modena, Pomigliano e Torino
23 luglio 2018

Sono giornate di lavoro intenso a Torino per il nuovo amministratore delegato Mike Manley che nel giro di poche ore ha dovuto raccogliere la pesante eredità di un Sergio Marchionne purtroppo in condizioni di salute critiche al punto di dover lasciare all'improvviso la guida del Gruppo FCA.

Oggi e domani, riporta l'Ansa, a Torino si riunisce il Group Executive Council, l'organismo decisionale del gruppo voluto da Marchionne costituito dai 20 responsabili dei settori operativi e capi funzione.

Tra i nodi da sciogliere della nuova guida di FCA c'è quello dell'occupazione in Italia. I tempi sono piuttosto burrascosi: pochi giorni fa a Pomigliano e Melfi il lavoratori sono insorti per il costoso acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus in un momento critico per le fabbriche italiane. Oggi e fino al 31 gennaio partono infatti a Melfi i contratti di solidarietà per 5.857 lavoratori a rotazione, su 7.400.

Inoltre il piano presentato allo scorso “investor day” non ha convinto i sindacati delle fabbriche italiane, non tanto nella strategia, che è quella di mantenere la produzione “premium” di Jeep, Alfa Romeo e Maserati nel Bel Paese (dove la manodopera costa di più) e spostare i modelli di fascia più bassa con margini inferiori verso Est, ma quanto per la scarsa chiarezza nelle date di lancio dei nuovi modelli.

Terminata in Basilicata la produzione della Grande Punto, ma rimaste 500X e Renegade che vanno bene, la FIOM nei giorni scorsi ha espresso «preoccupazione per la situazione produttiva e occupazionale degli stabilimenti di assemblaggio di Torino, Modena e Pomigliano, a cui si aggiungono incertezze sullo stabilimento di Pratola Serra, in seguito alla progressiva dismissione dei motori diesel».

A mediare tra FCA e organizzazioni sindacali sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali sarà il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che oggi ha provato a tranquillizzare gli animi affermando che «l'Italia è un paese che investirà nell'automotive e soprattutto nell'automotive elettrico».

Con il Ministro 5 Stelle è stato già discusso che a Pomigliano rimarrà la produzione della Panda fino al 2022 ed è stato specificato che quota parte dei 45 miliardi di investimenti complessivi siano destinati agli stabilimenti di Pomigliano e Nola. La palla passa ora a Mike Manley.

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