Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Quando si parla di Ferrari, l’immaginazione corre subito a linee estreme, a bolidi da pista e a icone da poster che hanno segnato intere generazioni. Eppure, tra i modelli che hanno fatto la storia di Maranello, c’è anche una granturismo dall’animo più discreto e raffinato: la Ferrari 365 GT4 2+2. È un’auto che non punta a stupire con l’aggressività, ma con un equilibrio silenzioso, quasi aristocratico, e che per una curiosa coincidenza si intreccia con la parabola di uno dei più grandi piloti di sempre, Niki Lauda.
Presentata al Salone di Parigi nel 1972, la 365 GT4 2+2 rappresentava un nuovo capitolo nella tradizione delle Ferrari a quattro posti. Disegnata da Pininfarina, con linee pulite e vetrature ampie, era un’auto più sobria rispetto alle sorelle sportive, ma non per questo meno affascinante. Sotto il cofano batteva il cuore di un V12 da 4,4 litri capace di oltre 340 cavalli, alimentato da sei carburatori Weber. La trasmissione manuale a cinque rapporti e le sospensioni indipendenti con autolivellante al retrotreno ne facevano una vera granturismo, in grado di viaggiare con eleganza sulle lunghe distanze senza rinunciare alla tipica sonorità Ferrari.
Prodotta in poco più di cinquecento esemplari, la 365 GT4 2+2 è spesso stata considerata una delle Ferrari più sottovalutate, forse perché lontana dall’immagine sportiva delle berlinette due posti. In realtà, chi ha avuto la fortuna di guidarla racconta di un’esperienza raffinata, un perfetto equilibrio tra prestazioni e comfort, capace di unire la sportività con la fruibilità quotidiana. Questa filosofia sarà poi portata avanti dai modelli successivi, la serie 400 e la 412, che aggiunsero novità come l’iniezione elettronica e persino il cambio automatico, un’eresia per i puristi dell’epoca ma un segno della volontà di Ferrari di esplorare nuove strade.
Il legame con Niki Lauda nasce nel 1974, quando il giovane austriaco, appena ingaggiato dalla Scuderia, ricevette come auto aziendale proprio una 365 GT4 2+2. All’epoca Lauda aveva solo ventiquattro anni e ancora non era il mito che conosciamo oggi.
La vettura, con telaio numero 17517, divenne così la sua compagna di viaggio lontano dai circuiti, simbolo di quel rapporto privilegiato che Ferrari riservava ai suoi piloti. Si trattava di un esemplare in Argento Metallizzato con interni blu, successivamente riverniciato in rosso, rimasto per lungo tempo nell’ombra finché, grazie a un’accurata ricerca storica, non è stato riconosciuto come appartenuto al futuro tre volte campione del mondo.
Il fascino di questa storia non risiede solo nelle caratteristiche tecniche della vettura, ma nel suo significato simbolico. Lauda, che di lì a poco avrebbe portato a Ferrari il titolo mondiale nel 1975, e che sarebbe sopravvissuto al terribile incidente del Nürburgring nel 1976 tornando in pista in appena sei settimane, incarna il coraggio e la determinazione.
Sapere che dietro al volante della sua 365 GT4 2+2 ci fosse proprio lui, nei momenti in cui non indossava il casco, aggiunge un’aura speciale a un modello troppo spesso dimenticato.
Oggi, questa Ferrari diventa un po’ la dimostrazione di come anche un’auto apparentemente “di rappresentanza” possa diventare, grazie alla sua storia, un pezzo di leggenda. In fondo, proprio come Niki Lauda, anche la 365 GT4 2+2 ha saputo distinguersi senza bisogno di urlare, rimanendo fedele a un’eleganza che il tempo ha reso ancora più affascinante.
In tutto ciò, però, manca un dettaglio fondamentale: il prezzo. RM Sotheby’s, che metterà all’incanto questo cimelio legato a doppio filo alla storia delle corse automobilistiche, l’ha valutata oltre 200.000 dollari. Come in ogni asta di questo tipo, però, il margine di incremento del prezzo potrebbe diventare veramente ampio, scatenando gare al rialzo tra appassionati.