Zak Brown non voleva Oscar Piastri in McLaren: ecco la verità e chi era la sua scelta

Zak Brown non voleva Oscar Piastri in McLaren: ecco la verità e chi era la sua scelta
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Dietro l’ingaggio di Oscar Piastri in McLaren si nascondeva un piano inaspettato: Zak Brown aveva un altro pilota in mente. Ecco di chi si tratta
10 ottobre 2025

Neanche il tempo di festeggiare che in casa McLaren si apre un fronte più complicato del previsto, e stavolta non in pista ma in tribunale. La scuderia di Woking ha intentato una causa con una richiesta di risarcimento di quasi 21 milioni di dollari, ma questa mossa legale rischia di far emergere più di un altarino. La tanto professata “politica aziendale” delle Papaya Rules, voluta da Andrea Stella, potrebbe infatti svanire nel nulla per alcune scelte prese in passato da Zak Brown.

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Con le recenti dichiarazioni emerse, difficilmente Oscar Piastri resterà così benevolo nei confronti del compagno di squadra Lando Norris. Segnali di tensione erano già affiorati a Singapore e ora la situazione potrebbe degenerare. Per capire come si è arrivati a questo punto, bisogna fare un passo indietro fino al 2022, quando McLaren e Daniel Ricciardo decisero consensualmente di rescindere il contratto. La squadra si mise subito alla ricerca di un sostituto dell’australiano, ma non tutti a Woking erano d’accordo sulla scelta. All’epoca, a capo del team c’era Andreas Seidl, non Andrea Stella, e fu lui a spingere con forza per ingaggiare l’allora campione in carica di Formula 2, Oscar Piastri, rimasto un anno ai box come riserva Alpine in attesa di un’occasione in Formula 1.

Per firmare con la McLaren, Piastri dovette affrontare una disputa legale con la squadra francese che ne aveva curato la crescita nel motorsport. A seguire da vicino la vicenda fu Zak Brown, in qualità di CEO della McLaren. A distanza di anni, però, stanno emergendo verità rimaste a lungo nascoste. Tenere i propri scheletri nell’armadio è sempre rischioso, e Brown lo sa bene: prima o poi, come recita il detto, tutti i nodi vengono al pettine. Il tempismo, però, non è dei migliori. Proprio mentre la McLaren ha conquistato a Singapore il secondo titolo Costruttori ed è in piena corsa per quello Piloti – che, nonostante il ritorno della Red Bull e di Max Verstappen, sarà con ogni probabilità vinto da un pilota “papaya” – le questioni interne rischiano di incrinare l’immagine del team.

Zak Brown ed Oscar Piastri
Zak Brown ed Oscar Piastri ANSA

Seguendo la linea di neutralità introdotta da Stella con le Papaya Rules, la McLaren sta cercando di mantenere equilibrio nella lotta tra i suoi piloti. Tuttavia, alcune decisioni hanno già fatto storcere il naso. Lando Norris è stato colpito da una serie di episodi sfortunati: prima un guasto tecnico in Olanda, poi un pit-stop lento a Monza, costato la seconda posizione mentre lottava con Verstappen. In quell’occasione, Oscar Piastri – fermato prima e beneficiario indiretto dell’errore – si era ritrovato davanti, ma Stella ordinò lo scambio di posizioni, eseguito senza proteste dall’australiano. Diversa la situazione a Singapore, dove a Piastri fu negata via team radio la possibilità di uno scambio con Norris dopo un contatto in partenza. Da quel momento, qualcosa sembra essersi incrinato.

Le voci di presunti favoritismi, alimentate anche dai social, si sono riaccese domenica scorsa, quando sul podio per festeggiare il titolo Costruttori mancava proprio Piastri. In realtà, la spiegazione è semplice: tutti i piloti, terminata la gara e completata la pesa, devono recarsi al ring delle interviste per i media TV e scritti. Norris, essendo sul podio, ha invece dovuto prendere parte alle celebrazioni ufficiali con inno, trofei e champagne. In sostanza, Lando era già lì, mentre Piastri avrebbe rischiato una multa salata se non si fosse presentato al media pen. Resta, tuttavia, una situazione che riporta l’attenzione su Zak Brown.

Alex Palou, FP1 GP Austin 2022
Alex Palou, FP1 GP Austin 2022 ANSA

La causa presso l’Alta Corte di Londra riguarda il pilota spagnolo Alex Palou, pluricampione IndyCar. McLaren chiede circa 21 milioni di dollari di risarcimento per la rottura del contratto che lo avrebbe dovuto legare alla scuderia papaya, dopo la decisione dello spagnolo di restare con il suo attuale team, la Chip Ganassi Racing, per la stagione 2024. Brown è stato ascoltato ieri in tribunale e ha avuto un acceso confronto con l’avvocato di Palou, Nick De Marco, che lo ha accusato di aver illuso il pilota promettendogli un futuro in Formula 1. Secondo quanto riportato da RacingNews365, Brown avrebbe dichiarato che la decisione di ingaggiare Oscar Piastri fu presa da Andreas Seidl, allora team principal, mentre lui avrebbe preferito Palou come potenziale sostituto di Ricciardo o qualora l’australiano non avesse convinto al debutto.

In base a quell’accordo, Palou avrebbe dovuto passare il 2023 come pilota di riserva McLaren F1, con la prospettiva di un sedile nel 2024, anche se Brown ha affermato che tutto era opzionale e non garantito. Quando però capì che la chance di approdare in Formula 1 stava svanendo, decise di restare con la Chip Ganassi Racing. De Marco ha inoltre chiesto spiegazioni sulla cancellazione di alcuni messaggi WhatsApp ritenuti prove chiave delle promesse fatte a Palou e di trattative parallele con altri piloti, come Pato O’Ward, attualmente in IndyCar con McLaren. Oggi è stato il turno di Alex Palou al banco dei testimoni: lo spagnolo ha confermato che l’unico motivo per cui aveva accettato l’offerta McLaren era la promessa di un futuro in Formula 1, sua ambizione più grande. Convinto all’epoca della sincerità di Zak Brown, Palou ha poi cambiato idea quando, nel settembre 2022, fu annunciato l’ingaggio di Oscar Piastri, altro esordiente preferito a lui. Stando alle sue parole, anche a lui Brown avrebbe confidato che la scelta era stata di Seidl, non sua. Resta da capire ora se e in che modo questa vicenda potrà influenzare il futuro di Oscar Piastri in McLaren.

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