Ferrari 512 TR: come faceva Michael Jordan ad entrarci? Eppure...

Ferrari 512 TR: come faceva Michael Jordan ad entrarci? Eppure...
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Era gigantesco, ma ci stava dentro. E ci usciva come un re. L’icona NBA trasformava anche la sua Ferrari in un’arma di intimidazione psicologica.
6 maggio 2025

Nel corso degli anni ’90, Michael Jordan è diventato noto anche per il suo rapporto con le automobili, in particolare con le Ferrari. Una delle più iconiche fu la Ferrari 512 TR, fotografata spesso in sua compagnia all’uscita da eventi o partite. Nonostante l’altezza non indifferente dell’atleta (198 cm), Jordan riusciva a entrare e uscire con sorprendente agilità da una vettura non certo progettata per atleti NBA.

La 512 TR, evoluzione della Testarossa, era una supercar a due posti con motore 12 cilindri da oltre 400 CV. Il suo design basso e largo, pensato per la velocità, la rendeva poco compatibile con chi superava abbondantemente il metro e ottanta. Eppure, Jordan ne fece uno dei suoi veicoli preferiti. La scelta non era casuale: l’auto trasmetteva status, controllo e attenzione ai dettagli, tutte caratteristiche che Jordan ha sempre curato anche fuori dal campo.

Un aneddoto raccontato da Chris Webber spiega bene il ruolo che l’auto aveva nel “sistema” Jordan. Durante una serie di playoff contro i Bulls, Webber racconta di aver visto Jordan seduto sulla sua Ferrari, con sigaro acceso, prima dell’inizio di una partita. Insieme a Scottie Pippen, entrambi attendevano gli avversari nel parcheggio. Era, secondo Webber, un gesto di sicurezza e anticipazione, come a dire che la partita era già sotto controllo.

Questi dettagli, oggi apparentemente marginali, fanno parte di un modo preciso di presentarsi e comunicare. Jordan usava anche l’ambiente intorno a sé – auto incluse – per costruire la sua figura pubblica e psicologica.

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