Formula 1 2012: le pagelle del GP della Malesia

Formula 1 2012: le pagelle del GP della Malesia
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Voto 10 ad Alonso e Perez ma anche alla "pioggia": ogni volta che c'è lei in pista i punti di deportanza e l'angolo di inclinazione degli scarichi lasciano il posto al talento e alla voglia di osare degli uomini...
  • Alfonso Rago
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27 marzo 2012

Alonso, voto 10: la monoposto di Maranello non brilla per prestazioni e, in attesa degli aggiornamenti annunciati per i primi GP europei, il massimo obiettivo sembra quello di raggiungere la Q3 e qualche punto. Però l'asturiano non molla mai la presa e appena se ne presenta l'occasione dimostra ancora una volta tutta la sua classe. Quella di Sepang è una vittoria molto più sua che non della Ferrari, ma per una volta va bene: vederlo girare anche 2 secondo al giro più veloce di gente come Hamilton e Vettel che sull'acqua sono dei grandissimi aveva qualcosa di mistico. Ci ha ricordato la memorabile Barcellona del 1996, con Schumacher trionfatore sotto il diluvio con una Ferrari tecnicamente lontanissima dai primi. Soprannaturale.

 
Perez, voto 10: il vero eroe di Sepang è realmente lui. Già lo scorso anno, al debutto, aveva evidenziato ottime prestazioni, prima di cadere un po' nell'anonimato per la carenza di sviluppi tecnici nel proseguo della stagione. Quest'anno, con un po' di esperienza in più, guida già da campione: velocissimo in qualifica, concreto in gara, implacabile nel cogliere l'occasione di un podio impensabile alla vigilia. Un piccolo errore lo priva forse della gioia più grande, ma sicuramente avrà modo di rifarsi, magari nel 2013 con una tuta rossa. Talento vero.
 
Hamilton, voto 5: a furia di sentirsi dire da tutti che deve darsi una calmata ha finito per crederci. E così dopo l'ennesima qualifica strepitosa (una sua specialità, anche se Button e Schumacher gli sono arrivati ad un soffio) un'altra gara da ragioniere, zero rischi e zero incidenti. La classifica gli dà ragione: è virtualmente primo nel mondiale (Alonso purtroppo non fa testo al primo posto, a meno di non correre altri 18 gran premi sotto il diluvio) e appare molto maturato. Però ammettiamolo, di un Hamilton così non sappiamo che farcene, a noi piaceva di più quello che ci provava sempre, anche se ogni tanto sbagliava. Troppo mansueto.
 
Massa, voto 4: il nuovo telaio gli ridà un po' di serenità, anche se ha tutta l'aria di un placebo. In qualifica comunque mantiene il distacco da Alonso sotto i 4 decimi, anche se dà sempre l'impressione di fare una gran fatica per staccare un tempo dignitoso. In gara però naufraga letteralmente sotto la pioggia e conclude ancora una volta fuori dai punti, dietro a macchine e soprattutto piloti ben meno titolati. Disperso.
 
Vergne, voto 7: in Australia si era fatto fregare il primo punto iridato all'ultimo giro da Ricciardo e in qualifica, a Sepang, commette un errore che lo relega addirittura in Q3, a sei decimi da compagno di squadra. In gara però si riscatta alla grande portando a casa un buon 8° posto: Ascanelli gli dà una bella mano con la sua intelligenza tattica, ma lui è bravissimo a non commettere errori e a girare con costanza su buoni tempi. Riscattato
 
Senna, voto 8: sul giro secco Maldonado lo bastona ancora una volta, ma in gara sulla distanza lui c'è. Non commette errori e compie qualche bel sorpasso, ottenendo alla fine un insperato ma meritato 6° posto. Concreto
 
Button, voto 5: anche il più analitico dei top driver può perdere la bussola. A Button è capitato a Sepang, complice la fretta di scappare via dal compagno di squadra Hamilton, da cui era stato beffato in qualifica ma che in gara era già riuscito a sopravanzare al momento del misfatto. Peccato, senza il contatto con Karthikeyan e l'inutile rincorsa successiva che gli fa degradare pesantemente le gomme, al punto da dover fare un pit stop in più, questa poteva essere ancora una volta la sua gara e in ogni caso ora in testa alla classifica iridata ci sarebbe il suo nome. Una brutta giornata da non ripetere. Sprecone
 
Webber, voto 7: in qualifica per la seconda volta di fila si tiene dietro il velocissimo compagno di squadra. Non accadeva da una vita. In gara invece ancora una volta finisce dietro di lui, prima del contatto che mette di fatto fuori gara il tedesco, però mantiene un buon passo, mai troppo lontano da Vettel. La stagione magica del 2010 non tornerà più, però forse nemmeno quella da incubo dello scorso anno. Rigenerato.
 
Vettel, voto 6: la vera sorpresa, in negativo, di questo inizio campionato è lui. Il problema di fondo ha radici tecniche: la Red Bull di quest'anno non riesce a mandare in temperatura le gomme, e questo spiega le sue difficoltà in qualifica e anche in gara con la pista umida. Però dal suo talento è lecito aspettarsi di più, anche perchè Webber sembra avere compreso meglio come interpretare la nuova monoposto, per lo meno in qualifica. Da recuperare.
 
Mercedes e Lotus, voto 5: a perdere le occasioni si corre il rischio di vivere una vita, o quanto meno un campionato, di rimpianti per quello che poteva essere e non è stato. Entrambe hanno monoposto e piloti veloci, ma hanno raccolto molto meno del loro potenziale. Mercedes per la tendenza a mandare in pappa le gomme dopo pochi giri, Lotus per la passione di Grosjean per la sabbia e una certa fragilità che ha già penalizzato Raikkonen (lo sterzo in qualifica a Melbourne, il cambio a Sepang). Il potenziale c'è e si vede, i punti invece scarseggiano. Spreconi.
 
Infine, una menzione speciale alle guest star di questo gran premio. Voto 10 alla pioggia: ogni volta che c'è lei in pista i punti di deportanza e l'angolo di inclinazione degli scarichi lasciano il posto al talento e alla voglia di osare degli uomini. I campioni si esaltano e i comprimari spesso si giocano l'occasione della vita. Qualche pilota o squadra da metà classifica mostra potenzialità sorprendenti e qualche grande si ricorda che nessuno è imbattibile. Insomma, emerge il lato più romantico e autentico dell'automobilismo da corsa, quello di cui tutti noi siamo innamorati.
 
Voto 3, invece, ai complottisti a oltranza che hanno visto nell'errore finale di Perez chissà quale macchinazione per far vincere la Ferrari. Considerando come è avvenuta l'uscita di pista e cosa poteva significare per Perez e per la Sauber una vittoria, credere ad una combine è francamente assurdo. Eppure in tanti ci hanno pensato. Ma per fortuna al mondo non c'è solo chi bara. Qualche volta a pensar male si fa peccato e basta.

 

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