Hyundai Australian Experience. Contesto WRC ai Raggi X

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Hyundai Australian Experience. Il miglior modo di “localizzare” l’esperienza di viaggio e di “lavoro”. L’ultima del WRC, un ampio, esauriente scorcio di Australia vissuta. L’Auto e un grande mood
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
4 dicembre 2018

Coffs Harbour, Australia, Novembre 2018. Il Rally australiano non è certo il più affollato. Questioni contingenti di distanze e costi, e del resto l’Evento risente delle normali problematiche che affliggono il resto e per il resto l’umanità. Non è un guaio. Diventa un modo eccellente per gustarlo, per viverlo molto ben sincronizzato con i ritmi dell’immenso continente che sottende. Spazi e densità, termini che, in Australia, si dilatano come la geografia o lo spazio a disposizione di ogni suo abitante. Non è un Rally stipato da curva Nord, per intendersi, come, che so, Sardegna o Argentina. Il Mondiale WRC d’Australia ha una sua caratteristica flemma, e di conseguenza la sua qualità di godimento, caratteristiche che consentono di curare maggiormente ogni dettaglio emotivo dell’esperienza. A maggior ragione se c’è chi si occupa della tua organizzazione, impeccabilmente trattandoti come un ospite di riguardo.

Si parte bene, all’aeroporto di Coffs dove viene e darci il benvenuto Tiana. Bionda e bellissima, il fenotipo della nuotatrice australiana sin dai tempi in cui il mondo della vasca si divideva in due. Da una parte le rivoluzionarie “femmine” dell’Est, dall’altra le dolcissime sirene australiane. Si continua in hotel, dove ci aspetta Brendan Reeves, Pilota non-solo-pilota d’autore australiano. Tra gli impegni di Spagna, a supporto della partecipazione Mondiale di Ken Block, e di Eastern Creek, dove il Pilota e tester Hyundai ha corso la seconda data del NSCC Rally Sprint Series con una i30N, Brendan è il nostro “Direttore Tecnico”.

Fusi dal… fuso. Non importa, presto in prima linea, senza perdere tempo. È così, supporto di primordine a disposizione, che facciamo l’upgrade da semplici osservatori a “analisti” competenti. Brendan ha studiato e pianificato una tre giorni densa di spot eccellenti. Alcuni sono evidenti punti cruciali delle speciali del 27° Kennard Hire Rally Australia, altri sono luoghi panoramici e più facilmente raggiungibili. Gli spot più importanti sono quei tratti “insospettabili”, a non essere profondi conoscitori delle strade australiane, nei quali escono allo scoperto le qualità eccellenti dei Marziani del WRC. Tipo, per fare un esempio, quelle curve larghe e apparentemente “innocue”, non fosse che il piano dello sterrato è a dorso d’asino, che i fossi a lato sono delle trincee, che la curva diventa una “esse” larga e che alla fine della S c’è il ponticello, con i muretti bassi, e taglienti, sul quale la Macchina obbligatoriamente di traverso non passa. Se non corregge e stringe a misura, diciamo al millimetro, è distruzione totale. Variabile imponderabile? Fondo umido, grip incostante.

Istruttivo, davvero istruttivo. Lì si fanno le “lastre” a Piloti e Macchine. E lì si vede, ovvero se ne ha la riprova scritta sulla laterite scivolosa e umida, che l’Ogier dell’ultima prova prima del sesto Mondiale consecutivo è una “Bestia”. Lì Brendan vede, e ci aiuta a vedere, che Neuville è nervoso, cioè sotto pressione come se gli fosse piombato addosso il peso dell’intera stagione. L’esecuzione manca di smalto, della necessaria perfezione. Brendan è anche il primo a metterci la pulce nell’orecchio mettendo in rapporto l’impotenza di Neuville con l’arroganza psicologica del Campione del Mondo. Non è “colpa” della Macchina, ci anticipa Brendan. E infatti, quando arriva, il suo idolo Hayden Paddon è la riprova che la Hyundai WRC meritava di più, molto di più, e che il risultato del Mondiale 2018 soffre degli incerti del fattore umano. Paddon esce con un boato della cieca della foresta con la i20 Coupé come in levitazione, di poco più angolata del raggio del curvone in modo da sfruttarne tutta la traiettoria, e tutta la velocità possibile in un turbinio di ghiaia scagliata lontano. Passaggio incredibile. Formidabile! Brendan ha già fatto la Squadra del Team Hyundai Motorsport WRC dell’anno prossimo. Neuville e Paddon confermati, e la butta lì: le turbolenze francesi potrebbero favorire anche l’avvicinamento di tale Sébastien Loeb. Diavolo, non ci avevamo pensato! Se ne parlerà ancora, anche la sera davanti alla rassicurante bistecca di Angus, da Fiasco o, meglio ancora, all’Element sulla Harbour Dr.

La foresta gioisce. Noi deliriamo. Sono sempre stato dell’opinione che, non importa quale Sport, quelli bravi sono belli tutti, da vedere in azione, s’intende. Anche la corsa coi sacchi ha il suo fascino, e figuriamoci quando i “sacchi” sono queste “belve” qui!

Spettacolo del WRC immerso nello spettacolo della natura australiana, nell’umido tra gli alto fusto tropicali. Ci sono degli eucalipti, qui, che s’innalzano a 30 metri e sembrano aver sviluppato una nuova tecnica per mantenere giovane la propria, longilinea corporatura. Si avvitano, il fusto si avvolge su se stesso, tipo un cavatappi, dando nuovo vigore all’elasticità dell’insieme. Che ondeggia al vento e al passaggio delle “Furie”.

Quella “Rossa” è eccellente nel gesto di Ostberg, che sulle strade di Coffs Harbour dimostra come il norvegese sia stato sottovalutato e relegato ingiustamente al ruolo di “precario”. Brendan si stupisce, anche lui che sa cosa vuol dire stare al volante su quelle strade, al passaggio di Tanak. E scuote leggermente la testa. Un diavolo scatenato. Troppo forte. Ma siamo tutti d’accordo, il ruolo dell’estone, in questo ultimo Rally della stagione, è quello del primattore all’assalto del palcoscenico. Anche se questo costa qualche rischio in più, come si dimostrerà ormai vicini alla conclusione. Tutti d’accordo anche sulla strepitosa performance di Latvala, eroe del Rally, oltre che vincitore. È la riscossa dell’anno, la rivincita, come nei film d’azione, di chi ha classe e non è disposto a darsi per vinto su chi ti ha dato troppo presto per morto. La vittoria di Latvala, seppure in qualche modo preventivata, provoca un moto composito di solidarietà e affettuosa passione.

E noi lì, in prima linea a goderci tutto questo saltando in elicottero da un punto all’altro del Rally.

Il finale è grandioso, arrivo della Wedding Bells, arena naturale sontuosamente arredata per la grande occasione. Picchiata, salto, guado, il podio. Si viene dai ritiri freschi di Neuville e Tanak, e dalla conseguente assegnazione del Titolo prima della conclusione del Rally, ancora una volta a Ogier. Ma il trio che sale sul podio scatena l’entusiasmo per giusta causa, e inedita composizione. Latvala, Paddon, Ostberg. Finito. No, un’ultima cosa, vagando per la foresta pluviale ho raccolto un po’ di sanguisughe. Se ne accorge il pilota dell’elicottero, che mi fa notare il piede insanguinato, mi da un cerotto e mi consiglia di andare alla reception dell’hotel. Da qui mi mandano al… ristorante. Tutto normale, un po’ di sale e le bestiole se ne vanno dopo avermi abbassato la pressione. Ci voleva, una tre giorni di Rally così me l’avevano di sicuro alzata!

Foto: Thomas Wielecki

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