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Nello stesso periodo preso in esame è emerso un altro aspetto preoccupante: solo il 29,9% di loro è riuscito a generare profitti, in calo rispetto al 39,3% dell'anno precedente.
Cosa sta succedendo al mercato automobilistico cinese? Semplice: la concorrenza nel mercato delle quattro ruote è diventata così spietata da spingere i grandi colossi del settore a tagliare i prezzi delle auto, nel disperato tentativo di incrementare le vendite e smaltire i modelli stipati nei magazzini del Paese. In altre parole, in Cina è esplosa una feroce guerra dei prezzi che sta silenziosamente erodendo i profitti dei concessionari di auto.
Fino a qualche anno fa erano i principali beneficiari del fiorente mercato automobilistico della Cina. Adesso i concessionari si trovano ad affrontare due grandi ostacoli: la brutale guerra dei prezzi che sta scuotendo il mercato delle auto elettriche cinesi, unita a una crescente preferenza per le vendite tramite e- commerce da parte di produttori e acquirenti.
Secondo i dati della China Passenger Car Association (CPCA), i 14 principali player del settore hanno dovuto fare i conti con un calo delle vendite del 10% nella prima metà del 2025 - dopo un altro calo del 18% su base annua rimediato nel 2024 – e con una perdita netta complessiva di 3,6 miliardi di yuan (5,06 miliardi di dollari): un numero enorme visto che nel 2024 la loro perdita totale è stata di 100 milioni di yuan.
In altre parole, la maggior parte dei concessionari non ha saputo o potuto generare un flusso di cassa positivo a causa delle enormi perdite. "Si suggerisce alle autorità competenti di sollecitare le banche a fornire supporto finanziario agli operatori del settore della distribuzione automobilistica", è arrivato a dichiarare Cui Dongshu, segretario generale della CPCA.
Come ha spiegato il South China Morning Post, in Cina ci sono circa 30.000 concessionari di automobili, negozi che si occupano anche di assistenza post-vendita, fornitura di pezzi di ricambio e intermediazione nella vendita di assicurazioni auto. Il loro numero è aumentato a partire dal 2009, e cioè da quando Pechino è diventando il più grande mercato automobilistico del mondo.
La fortuna dei concessionari cinesi ha iniziato a deteriorarsi nel 2018. A partire da quest'anno, infatti, sempre più produttori di veicoli elettrici hanno iniziato a rivolgersi a piattaforme di e-commerce per vendere le loro auto, bypassando i tradizionali canali di vendita. Negli ultimi due anni è arrivata un'ulteriore batosta: la citata guerra dei prezzi alimentata dalle case automobilistiche, tra sconti e ribassi repentini, ha fatto felici i consumatori ma, di pari passo, ha aggravato le scarse prospettive di guadagno dei concessionari.
Il 10% ha infatti chiuso i battenti e il motivo è presto detto. In genere, in Cina i concessionari di automobili devono pagare i prezzi di catalogo ai produttori o agli assemblatori dei veicoli per aumentare il loro inventario, e dunque gli sconti – soprattutto se molto aggressivi - possono costringerli a vendere auto ai consumatori sottocosto. "Il settore dei concessionari subirà un grande cambiamento strutturale, poiché la domanda di mercato non supporta più il loro modello di business", ha spiegato Nick Lai, responsabile della ricerca automobilistica per la regione Asia-Pacifico di JPMorgan.
Quest'anno, intanto, i margini netti medi dei concessionari cinesi sono scesi al -2%, rispetto al 2% del 2019. Qualche mese fa, il Ministero dell'Industria e dell'Informazione Tecnologica di Pechino ha avvertito le case automobilistiche di possibili sanzioni nel caso in cui avessero avviato tagli ai prezzi. La situazione resta tuttavia complicata.